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"Traditore" era una parola che Claud aveva cominciato a ripetersi spesso, in quei giorni.

Gli bastava trovarsi protagonista di una gentilezza da parte di Jeffrey, Keith o Amber, per sentirsi in colpa al pensiero che sarebbe potuto accadere loro qualcosa a causa sua, mentre continuava a tacere sulla situazione che li vedeva coinvolti a loro insaputa.

Nel frattempo, Claud cercava di mettere le cose al loro "posto": fece di tutto per dimostrarsi più affettuoso con Jeffrey; andava a trovare sua madre quasi tutti i giorni, anche se aveva deciso di lasciarla a Palm Springs, sotto suggerimento delle persone che se ne prendevano cura e che credevano non le avrebbe fatto bene venire sradicata di colpo da quella che era diventata, da anni, la sua casa.

Smise di comportarsi in modo molesto con Ryan e Daniel e cercò di mostrarsi tranquillo persino con Keith, tanto che pure Evan iniziò a rivolgergli la parola, di tanto in tanto, senza riempire le sue frasi soltanto con minacce.

Con Daniel fu abbastanza facile farsi "perdonare". Certo, temeva di avere esagerato rivelando a Jeffrey dei sentimenti che il giovane nutriva per lui, ma Daniel non sapeva che i gesti del suo amante erano diventati più romantici e gentili per "colpa" sua.

Quel giorno Daniel giunse al Seraphim poco prima dell'apertura, per portare dei documenti a Keith in vista dell'anniversario del locale. Il giovane sembrò trascinarsi dietro, al suo ingresso, una ventata d'aria fresca. I presenti si voltarono a guardarlo, sorrideva, pareva che con lui fosse entrata la primavera. Era evidentemente felice e tutti se ne accorsero. Claud gli andò subito incontro, intercettandolo prima che iniziasse a salire la scala che conduceva al piano superiore, dove si trovava l'ufficio di Keith.

-Ma guarda qui che delizioso bocconcino!- esclamò e l'altro aggrottò la fronte, senza, tuttavia, perdere il proprio buonumore.
-Ciao... Claud-
-Uhm... sei proprio delizioso, stasera. Non vuoi svelarmi il tuo segreto?- gli domandò e l'altro reclinò il capo da un lato.
-Lo sai... il mio... segreto- sussurrò Daniel. L'ex modello annuì e iniziò a rigirarsi una ciocca di capelli tra le dita, con aria assente.

-Novità in Paradiso?- gli chiese, impedendogli ancora una volta di superarlo per recarsi di sopra. Daniel sospirò e si batté la cartellina che stringeva in una mano su un fianco.
-Non... è un... Paradiso. Più... un Purgatorio. Ma va... bene così-
-Sul serio?- lo incalzò Claud, poco soddisfatto da quella risposta. -Jeffrey non ti ha ancora detto che ti ama?-

Daniel sgranò gli occhi, arrossì e si guardò intorno, notando subito l'atteggiamento ambiguo di Amber e un paio di serafini che si trovavano al bar. Stavano in silenzio, con gli occhi bassi, la prima a pulire con ostentata devozione il bancone, gli altri due a trafficare con i propri cellulari. Tuttavia la tensione muscolare che li teneva rigidi non mentiva: stavano origliando la loro conversazione. Il giovane sospirò, ma lasciò correre.

Già da un po' aveva notato il silenzio improvviso che accompagnava i suoi passi nel momento in cui metteva piede in agenzia. Gli sguardi in tralice, le chiacchiere sussurrate nel tentativo di non farsi udire da lui. Persino al Seraphim, dove aveva iniziato a recarsi più spesso in quel periodo per organizzare la festa del primo anniversario del locale insieme a Keith, gli sguardi di coloro che vi lavoravano si erano fatti curiosi e lunghi nei suoi confronti.

"Probabilmente si domandano se davvero sono l'amante di Jeffrey. E, soprattutto, come abbia potuto Jeffrey accontentarsi di uno come me dopo essere stato innamorato di Keith e Theo, dopo avere avuto per amanti bellezze come Claud". Nonostate tutto, quei pensieri non lo intristivano affatto; era così felice della piega che aveva preso la sua vita sentimentale, da fargli sembrare che niente fosse capace di guastargli l'umore.

LIARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora