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Era una mattina calda e soleggiata. Evan spense il motore dell'auto, posteggiando la jeep di fianco il pick-up di Keith. Non lo aveva avvisato del proprio arrivo e credeva di potere trovare il fidanzato addormentato, dato che fino alla sera prima non aveva fatto altro che lamentarsi della mancanza di sonno, della stanchezza che si portava dietro dalla festa dell'anniversario del Seraphim.

Scosse la testa e si trattenne un paio di secondi a fissare la villetta dall'esterno. A passi lenti si avvicinò all'ingresso, salendo i tre gradini che introducevano al patio. Nonostante non convivessero, passavano molto tempo insieme ed Evan possedeva una copia delle chiavi di casa di Keith.

Tentò di produrre meno rumore possibile: Rocky non aveva abbaiato nell'udire il rumore prodotto dall'auto, forse Evan poteva sperare di intrufolarsi in casa senza che il cane finisse per svegliare il suo padrone. Entrò dentro l'abitazione e si trovò a sollevare un sopracciglio con aria stupita, nel sorprendere il fidanzato non solo già sveglio, ma intento a canticchiare una canzone a mezza voce, con le cuffie alle orecchie, mentre era concentrato nel preparare la colazione. Rocky si riscosse dal proprio dormiveglia e balzò giù dal divano, andandogli incontro, e guardandosi intorno, subito dopo.

-Mi dispiace, piccolo. Adriana la porto più tardi, promesso. Sono passato prima di andare a lavoro...-
-Evan!- esclamò Keith, notando finalmente l'altro. Si abbassò le cuffie sul collo e corse ad abbracciarlo.
-Ciao, amore. Come siamo pimpanti oggi- gli disse sulle labbra e l'altro si fece molle tra le sue braccia, abbandonandosi alle sue coccole.
-Perché, per fortuna, ieri era giorno di chiusura. Ho dormito tanto e recuperato la notte in bianco dell'altro ieri- gli rispose Keith, tra un bacio e l'altro. Evan sorrise e scosse la testa, stringendolo in vita.

-Sono solo passato per un saluto veloce, tesoro. Non provocarmi- gli disse il veterinario, notando come le carezze del compagno si andavano facendo sempre più maliziose. Keith ridacchiò e annuì.
-Tranquillo. Ci rifaremo più tardi- ribatté con fare provocatorio, mordendosi la punta della lingua, ed Evan gli pizzicò le labbra con due dita, mentre l'altro rideva e si faceva di nuovo vicino al piano da lavoro della cucina, per riprendere da dove si era interrotto.

-Sei un piccolo diavolo tentatore- disse Evan raggiungendolo, baciandogli un lato del collo, mentre il compagno raccoglieva con un dito un po' della marmellata con cui stava farcendo un toast, portandosi il polpastrello in bocca. -Lo fai apposta- mormorò ancora l'uomo, mordendogli il lobo di un orecchio.
-Io, amore? Sono innocente!- esclamò Keith, ma poi scosse la testa, decidendo di porre fine al loro giochetto, mentre Rocky tentava di richiamare la sua attenzione muovendo una zampa verso di lui; il giovane rispose alla richiesta di coccole del cane e la tensione si sciolse definitivamente.

Evan rimase a fissare l'altro che giocava con Rocky e sulle sue labbra si aprì un sorriso carico di dolcezza.

-Hai più sentito Ryan?- gli chiese dopo qualche secondo, finendo di farcire il toast lasciato in asso da Keith, e iniziando a condirne un altro per sé.
-Uhm... no. Però ho sentito tuo fratello. Abbiamo parlato un po' di Ryan e... beh, di Claud. Li hai visti l'altra sera, al Seraphim, no? Sembravano tranquilli-
-Non avrai intenzione di aprire di nuovo "l'agenzia matrimoniale Coleman"?- lo punzecchiò Evan, guardandolo in tralice, e l'altro sbuffò imbarazzato.
-Non so se vorrei che Ryan...- iniziò col dire, ma poi decise di non portare a termine quella frase, guadagnandosi una risatina canzonatoria da parte del compagno. -Mah. Comunque... com'è che stiamo a parlare di Claud e tu sei tanto tranquillo?- gli chiese per provocarlo, ma l'altro non abboccò.

-Scherzi? Se si mette in fissa con Ryan posso stare più che tranquillo!- ribatté e Keith gli rivolse un'occhiataccia. -Che c'è? A me sembrava di avere capito che a Ryan piace-
Keith si strinse nelle spalle.
-È una mia idea. Visto che, quando è stato male, alla fine è venuto fuori che non era arrabbiato con lui. Cioè, da come ha reagito quando l'ha visto qui, mi ha fatto pensare che Claud un po' gli piace-
-Tu e Amber lo pensavate anche prima-
Keith gli rispose con una smorfia e prese dalle sue mani il toast che l'uomo gli porse, mentre con l'altra continuava a elargire carezze a Rocky, che però aveva puntato la colazione del suo padrone.

LIARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora