Anni prima.
Un pallone rotolava sul vialetto d'ingresso. Un tempo doveva essere stato di colore bianco, ma in quel momento appariva usurato e sfilacciato, addirittura abbastanza sgonfio da non rimbalzare più.
Pashkà, nonostante tutto, adorava quella stupida palla. Era il primo gioco che, in vita sua, stringeva tra le sue mani di ragazzino. Poco prima lo avevano obbligato a uscire fuori di casa perché Red aveva degli ospiti importanti e lui, gli ripetevano spesso, non era un bello spettacolo da vedere.
La ferita alla testa si era ormai rimarginata del tutto: un miracolato, lo avevano definito gli amici dottori di Red, perché la scheggia che lo aveva colpito non gli aveva procurato danni cerebrali, ma lasciato soltanto quella che sarebbe diventata una brutta cicatrice, addirittura più brutta di quella che gli attraversava un sopracciglio.
Mostriciattolo, pezzente. Erano i nomignoli che gli amici di Red gli avevano affibbiato, ma Pashkà non si lamentava: da quando stava con loro aveva quasi sempre la pancia piena e dormiva in un letto vero. Le persone che abitavano quella grande casa, in cui era stato accolto pochi mesi prima, per la maggior parte erano degli uomini che gli facevano un po' paura, ma tutto gli sembrava migliore rispetto ciò che era stata la sua vita fuori di lì.
Quasi tutti detestavano occuparsi del "randagio", come lo chiamavano di tanto in tanto, tutti tranne uno.
Pashkà recuperò la palla e sollevò gli occhi verso il giovane in questione. Non era molto più grande di lui, ma di certo andava in giro vestito meglio e Red non faceva nulla per nascondere agli altri che lui era il suo preferito.
-Roan, giochi con me?- gli chiese e l'altro si girò nella sua direzione. Era seduto sul basso muretto che costeggiava la tenuta dei Dervinshi. Indossava abiti bellissimi e puliti, appariva in ordine più di tutti quelli che vivevano lì dentro, elegante, ma il suo sguardo era sempre triste. Roan non rideva mai, neppure a lui, anche se più di una volta gli aveva confidato che lo rendeva sereno trascorrere il tempo in sua compagnia, lontano dai propri doveri di famiglia.
La prima volta che Pashkà aveva attraversato il basso cancello della tenuta dei Dervinshi si era domandato come mai anche lì, come intorno a tutte le case dei ricchi, non ci fosse del filo spinato oppure cocci rotti di bottiglie di vetro. L'uomo che lo aveva trascinato dentro aveva riso, in modo davvero spaventoso: -Nessuno osa mettere piede qui dentro senza che Red voglia", gli aveva risposto e, poco dopo, Pashkà aveva anche scoperto che nessuno poteva uscire da lì, se Red non voleva.
-Ora non mi va- gli aveva risposto Roan, tornando a fissare qualcosa che sembrava trovarsi dall'altro lato della strada. Nel frattempo un uomo uscì dalla villa e Pashkà, istintivamente, si scansò per non trovarsi sulla sua traiettoria. L'altro se ne accorse e gli strappò il pallone dalle mani, per poi spingerlo, facendolo cadere per terra.
-Hey!- sbottò Roan, andando loro incontro. -Lascialo stare! Fatti i cazzi tuoi, Boka!-
-E dai, Roan, stavamo solo giocando! Vero, pezzente?- ma Pashkà non gli rispose, percependo gli occhi riempirsi di lacrime. Roan si fece avanti, ponendosi tra lui e l'uomo, puntando un dito sotto al mento dell'altro. Era più basso e molto più giovane di Boka eppure non sembrava avere paura di lui.
-Non osare chiamarlo più così- sibilò, poi afferrò Pashkà per una mano, recuperò il pallone, e fece strada verso casa.-Tuo fratello non ha finito... Hey! Roan! Non puoi entrare! Red non ce lo vuole in casa, quel coso!- urlò Boka, riferendosi al ragazzino. -Ne vale della sua immagine!-
-Io faccio quello che cazzo voglio- ribatté Roan, stringendo a se Pashkà e Boka alzò le mani, preferendo tacere che contraddire il fratello del suo capo.Era una cosa che pure Pashkà, che era un ragazzino ignorante, aveva capito presto, una volta trasferitosi lì: mai mettersi contro Roan. Non perché Roan fosse un tipo che reagiva in modo violento alle provocazioni – Pashkà non lo aveva mai visto coinvolto nemmeno in una rissa, da quando viveva lì, ma Red sì e Red non permetteva a nessuno di toccare Roan.
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LIAR
Mystery / Thriller⚠️ SEQUEL DI CHOOSE ME Claud Blake è stanco di finire nei casini a causa, sempre, dello stesso motivo: l'Amore. Ne ha ormai le scarpe piene, le mani troppo vuote e pretende che la situazione cambi il prima possibile. È più divertente fare finta che...