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San

«Non abbiamo la possibilità di entrare in casa dell'obiettivo e sistemare cimici o indagare personalmente. L'unica cosa che puoi fare è hackerare il suo telefono, computer, tablet, tutto ciò che ti è possibile.» il capo era entrato nel mio "ufficio" per aggiornarmi sulla mia missione.

«Facile come bere un bicchier d'acqua.» avevo risposto subito, annuendo.

«Per te facile, lo so...il difficile arriva dopo.» nonostante le sue ultime parole, il mio sguardo era sempre rilassato, agivo con indifferenza.

«Devi conoscerlo, parlarci, diventare suo amico, devi scoprire tutto di lui. Ogni minima informazione potrebbe essere utile a risolvere il caso. Quindi spero tu sia una persona socievole, San.» sorrise prima di girarsi ed avviarsi verso la porta, ma venne fermato dalla mia voce.

«Non sarebbe più facile dirmi in cosa consiste veramente questo caso? Che tipo di informazioni devo ottenere? Perché non posso saperlo?»

«San, ti basterà svolgere il tuo lavoro, il resto lo faranno i professionisti.» ormai avevo capito che avevano bisogno di me soltanto perché ero l'unico che potesse avvicinarsi a quel ragazzo. Non si sarebbe mai fidato di un poliziotto o un adulto.
Io avevo quasi la sua età e sarebbe stato più facile così.

«Oh e per ultima cosa...mi servono questi codici.» mi porse un foglio con su scritti i nomi dei codici d'accesso a diversi sistemi.

«Rivoglio questo foglio, compilato, entro una mezz'ora sulla mia scrivania, intesi?» annuii sicuro subito dopo, con un "sì capo", mettendo una mano sulla testa in saluto militare.

Dopodiché il capo uscì dall'ufficio, lasciandomi solo e finalmente libero di sospirare. Non avevo idea di come avvicinarmi al ragazzo, non andavamo nemmeno nella stessa scuola!

Mi ero già informato su di lui, quindi potevo anche non chiamarlo più "ragazzino".

Il suo nome era Wooyoung. Jung Wooyoung.
Aveva 18 anni e viveva a Soeul, in un appartamento con solo sua madre, non molto lontano dal centro. Di suo padre diceva soltanto che fosse all'estero per lavoro da molto tempo.
Frequentava il liceo di Seoul. Mi ero persino informato sulla sua vita scolastica. I suoi voti non erano pessimi, anzi, in alcune specifiche materie eccelleva, in altre era una frana.

Non sembrava avere molti amici, gli unici erano Kim Hongjoong e Song Mingi. Altri probabilmente compagni di classe, solo conoscenti.
Da questo dedussi che non sarebbe stato facile avere la sua fiducia tanto presto. Sembrava una persona riservata.

L'avevo trovato anche su qualche social, instagram e twitter, ma su quest'ultimo era inattivo da mesi. Su instagram, invece, c'erano parecchie foto di lui insieme ai suoi amici, e scorrendo verso quelle più vecchie, avevo trovato foto in cui era raffigurato con un ragazzo, a quanto pare suo fratello maggiore, ma con delle ricerche, avevo capito che non si trovasse più in Corea da un bel po' di tempo, proprio come suo padre.

Nella mia testa avevo già ideato un miliardo di modi per avvicinarmi a lui, ma molte idee le scartai quasi immediatamente.
Una di queste era quella di cambiare scuola, spostarmi proprio nella sua e di attaccare bottone in qualche modo.
Ma sarebbe troppo strano e sospetto.

Sospirai ancora una volta, poi mi misi subito a lavoro per trovare i codici.
Il capo aveva detto di volerli sulla sua scrivania entro mezz'ora, glieli avrei portato nella metà del tempo.

Avevo accesso a tutte le informazioni dei suoi apparecchi elettronici, non mi ci sarebbe voluto molto per trovarli tutti.
Man mano che ne trovavo uno lo trascrivevo sul foglio, portando i miei occhi prima sulla tastiera, poi sul computer e infine sul foglio, e il giro si ripeteva.

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