San.
Non appena entrai in casa mi venne incontro mio padre, con una tazza fumante in mano, che guardava fuori dalla finestra.
«Era di nuovo la tua missione, quella davanti al cancelletto di casa?» sospirai, che spiegazione gli avrei dato?
«Sì, ma ti posso-» mi interruppe.
«Non pensavo prendessi così seriamente il tuo lavoro, bravo.» e con un'alzata di sopracciglia tornò in cucina, da dov'era probabilmente venuto.
«Ehy Sannie, hai fame?» mi chiese mia madre, una volta entrato in cucina, mentre le diedi un bacio sulla guancia.
«In realtà non molta, credo che andrò in camera, sono stanco.» risposi, vedendola annuire e darmi la buonanotte.
Era vero, ero stanco. Passare tutta la giornata in ospedale a lavorare su dei computer non era il massimo, e poi anche stare con Wooyoung era impegnativo. Quel ragazzo non stava un minuto fermo, mi faceva stare bene però.
Mi ero appena buttato sul letto, dopo aver passato una bella giornata in compagnia di Wooyoung, quando sentii squillare il telefono.
"Pronto?"
"San! Oddio-"
"Hongjoong? Cosa c'è, perché-" la sua voce tremava ed era agitato.
"È- è Wooyoung." appena sentii quelle parole saltai in piedi."Cos'è successo? Calmati, fai un respiro profondo e parla." dissi serio, e lui lo fece. Dopo una manciata di secondi cominciò.
"Stavamo al telefono perché stava tornando da solo a casa, ad un certo punto ho sentito un'altra voce e lui si era bloccato. Poi mi ha detto di chiamarti e infine la chiamata è stata interrotta.""Okay, ora ci penso io, tu sta tranquillo, ti chiamo io." chiusi velocemente la chiamata, in un primo momento non sapevo che fare. Poi scesi le scale, deciso a parlare con mio padre.
«Papà, mi serve aiuto.» gli spiegai velocemente cos'era successo e insieme uscimmo di casa, mettendoci in macchina.
«Riesci a rintracciarlo?» mi chiese, mettendo in moto, ed io sussurrai un "l'ho già fatto" concentrato sul mio telefono, dov'era la posizione del ragazzo.
Gli indicai la strada, e una volta arrivati davanti al vicolo dove doveva trovarsi Wooyoung, scesi dalla macchina velocemente. Corsi fin dentro il vicolo, ma quello che trovai mi lasciò confuso e spaventato.
Steso a terra c'era l'uomo che quel pomeriggio aveva litigato con Wooyoung in gelateria. Era privo di sensi e aveva delle manette alle mani che lo legavano ad un palo della luce.
Cos'era successo?
Dov'era Wooyoung?«San, guarda!» mio padre mi richiamò ed io mi voltai a guardarlo. Aveva in mano il telefono di Wooyoung.
«Che significa...? Dov'è andato?!» parlai più tra me e me, pensando.
Wooyoung non poteva essere semplicemente scappato, e poi quelle manette...Mi stava scoppiando la testa, non riuscivo a pensare.
Presi il telefono e chiamai Hongjoong, non sapendo cosa aspettarmi.
"L'hai trovato?" mi chiese subito.
"No, qui non c'è." non sapevo se dire tutto ad Hongjoong, lui non c'entrava niente in quella storia.
"L'hanno rapito? C'è del sangue?" continuava a fare ipotesi a raffica, ed io non sapevo come rispondergli.
"Non c'è sangue, starà bene. Ora chiamo la polizia. Ti richiamo io." chiusi la chiamata.Mio padre aveva già chiamato i suoi superiori, e in pochi minuti, due pattuglie di polizia erano arrivate sul luogo.
Ma cosa che non mi sarei mai aspettato, era di vedere il Capo uscire dalla macchina della polizia.
