12.

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San.

«Siamo quasi arrivati.»

Pochi minuti dopo le parole di Jackson, intravedemmo le luci delle macchine della polizia. Erano fermi davanti a quello che sembrava un carcere abbandonato, e il puntino lampeggiante sul mio telefono indicava che Wooyoung era proprio lì dentro.

Jackson parcheggiò l'auto poco distante dalle altre, in modo tale da non far sapere a nessuno che eravamo lì.

Scesi dalla macchina, camminando in direzione dei poliziotti, per vedere se avessero già trovato Wooyoung, ma Jackson mi fermò.

«San non possiamo farci vedere, resta qui!» sussurrò, prima di tirarmi nel vicolo accanto.

«Come facciamo ad entrare?» chiesi, sempre mantenendo un tono di voce basso.

«Perché vorresti entrare?» sbuffai, mostrandogli lo schermo del telefono.

«Wooyoung è ancora là dentro, significa che forse non l'hanno ancora trovato. Sono l'unico che può farlo.»

Jackson mi guardò dubbioso.
Era vero, lo stavo facendo rischiare troppo. Se il capo o qualche agente ci avesse scoperto, avrebbero potuto sospenderci o addirittura licenziarci.

«Posso aiutarti solo ad entrare, okay? Ho visto una porta sul retro, vieni.» lo ringraziai con un sorriso e lo seguii sul retro della struttura.
In effetti una porta c'era, era solo chiusa con un lucchetto.

«Che facciamo ora?» sospirai, passandomi una mano tra i capelli.

«Non temere, c'è un uomo dalle mille abilità con te.» e detto questo si mise davanti al lucchetto, smanettandoci su per un po'.
Rimasi stupito quando si girò verso di me col lucchetto in mano.

«Sei un grande!»

«Ricordatelo più spesso.» ghignò, facendomi poi segno di andare, sussurrandomi dietro un "stai attento che non posso salvarti il culo due volte nello stesso giorno!"

Sorrisi, scuotendo la testa. Gli ero davvero grato.

Corsi per un lungo corridoio, trovando la piantina del carcere attaccata ad una parete. Guardai prima la piantina, poi il telefono che segnava la posizione di Wooyoung.

Corsi ancora, guardandomi intorno, e finalmente ci arrivai.
Trovai la porta della stanza in cui avrebbe dovuto esserci Wooyoung, e non esitai neanche un momento ad aprirla.

Quando i miei occhi incontrarono la sua figura, stesa a terra addormentata, si illuminarono.

«Woo!» corsi da lui, afferrandolo per le spalle, muovendolo piano per cercare di svegliarlo.

Si svegliò piano, come se avesse dormito per ore ed ore, e quando i suoi occhi incontrarono i miei, sorridemmo insieme.

«Mi hai trovato, Sannie...» disse con la voce bassa, sembrava stanco.

«Avevi dubbi?» sorrisi, e solo in quel momento riuscii a fare un sospiro di sollievo. Mi sembrava di aver trattenuto il respiro per tutto quel tempo.

Prima che potessi dire altro, sentii i poliziotti avvicinarsi.

«Merda non devono vedermi...» sussurrai più a me stesso, e vidi la confusione nello sguardo di Wooyoung.

«In che senso?»

«Ehm...diciamo che sono venuto qui di nascosto, quindi se mi trovano mi licenziano- cioè-» mi interruppi, se avessi parlato ancora avrei detto a Wooyoung tutto ciò che ero, che facevo.

«Devo andare, dimmi solo se stai bene?» e lui annuì, dicendo di star bene.

«Ci vediamo dopo.» lo salutai velocemente ed andai verso un'altra porta, per poter uscire, ma prima che potessi farlo, la voce di Wooyoung mi fece fermare.

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