Wooyoung.
«Aish...ma a che serve la matematica?» si lamentava Wooyoung, passandosi una mano tra i capelli biondi e sbuffando.
Non riusciva a risolvere un'espressione, ci stava provando da più di dieci minuti.
In realtà non aveva capito niente di quell'argomento, e il giorno dopo ci sarebbe stato un compito in classe.Sbuffò di nuovo, mentre prendeva il telefono tra le mani e chiedeva aiuto ad Hongjoong, il suo migliore amico.
Lui era bravo in tutte le materie, e aiutava spesso il minore che, contrariamente a lui, non era esattamente quel tipo i ragazzo studioso.
Studiava ciò che gli piaceva e sapeva fare, infatti eccelleva solo in alcune materie.
Per materie che non suscitavano il suo interesse, invece...
Come gli diceva sua madre "sei un ragazzo intelligente, ma non ti applichi".Non gli era mai piaciuta la matematica, ma non poteva rischiare di prendere un'altra insufficienza nella materia, o sua madre gli avrebbe tolto playstation e videogiochi per chissà quanto tempo.
"Joong"
"Ciao anche a te, Woo."
"Non so fare matematica."
"Sei una capra."
"Posso copiare da te domani?"
"E se non ci riesci?"
"Lascio la scuola e vado a vendere angurie."
"Perché proprio angurie?"
"Perché sono buone.
Ma che ne so, mi sono venute in mente quelle!""Divertente."
"Uffa, come faccio domani???"
"Vuoi che ti spieghi come si fanno gli esercizi?"
"Sì, grazie :)"
"Sono da te tra cinque minuti."
"Sei il migliore Joong-ie💕"
"Ruffiano."
":)))"
Mentre aspettava che arrivasse il suo migliore amico per salvarlo dall'ignoranza e dalla matematica, Wooyoung si mise a scarabocchiare sul quaderno.
All'inizio erano scarabocchi senza senso, cerchi, linee e forme strane.
Dopo un po', Wooyoung aveva iniziato a canticchiare qualcosa tra sé e sé, e le figure avevano preso forma.
Aveva disegnato il viso di una persona. Non sapeva chi fosse, né se esistesse un volto così perfetto come l'aveva disegnato lui. Ma alla fine non gli importava.Wooyoung era bravo nel disegno, anzi il suo era un talento unico.
Gli piaceva disegnare, lo rilassava e lo calmava. Lo faceva entrare in un altro mondo, un mondo tutto suo.
La matita lo distraeva da tutto il resto, da tutti i problemi, e la sua vita era piena di problemi...Viveva da solo con sua madre, e la mancanza del padre era forte. Però preferiva così.
Sua madre doveva lavorare 12 ore al giorno per mantenere entrambi, e a volte faceva anche gli straordinari.
Lui cercava di aiutare come meglio poteva, infatti aveva iniziato a lavorare in un bar non appena aveva compiuto 18 anni.
Era a lavoro nel pomeriggio, e rimaneva fino a tardi.
Trovava sempre il tempo di studiare, o meglio: doveva trovarlo. Non poteva dare altri dispiaceri e preoccupazioni a sua madre.Tutti i suoi pensieri vennero fermati, insieme ai movimenti che faceva fare alla matita, dal rumore del campanello.
Corse ad aprire al suo amico, che non appena entrò non gli saltò addosso come al solito, perché aveva in mano la scatola di quella che riusciva perfettamente a capire si trattasse di una cheesecake.«Santo Joong, ti sposerei-» fece per prendere la scatola per "aiutarlo", ma il maggiore lo sorpassò per andare in cucina, lasciandolo a mani vuote.
«Questa si mangia solo se studi, così avrai una motivazione più che valida.» mise la cheesecake nel frigorifero, per poi sussurrare un "andiamo" mentre si dirigeva nella camera del biondo.
«Ho cambiato idea, non ti sposerei mai.» raggiunse l'altro in camera sua, sospirando sconfitto.
«Chi è?» chiese Hongjoong, guardando il disegno, ricevendo un'alzata di spalle dall'amico.
«Nessuno, disegnavo a caso.» prese il libro di matematica, che aveva precedentemente buttato sul letto, e si sedette a fianco al maggiore, prendendo fogli e matite.
«È carino, se lo incontrassi sarebbe proprio il mio tipo.» quella frase fece ridacchiare Wooyoung, che sapeva fossero altri gli standard dell'amico.
«Smettila di fantasticare sui miei disegni e fammi capire matematica.» detto questo, i due si fecero più seri. Hongjoong si stava impegnando per far capire la materia al ragazzo vicino a lui, che invece continuava a distrarsi per ogni minima cosa, e a non capire niente di quello che gli stesse dicendo il più grande.
Dopo due ore e mezza di studio, Wooyoung era riuscito a ripetere tutto, capendo più o meno tutti gli argomenti.
«Se domani dovessi andare male, ho il mio piano B.» disse poi, stiracchiandosi sulla sedia e allungando le braccia in alto.
«E quale sarebbe questo piano B?» alla domanda dell'amico rispose con un ghigno, quasi vantandosi della risposta che presto sarebbe uscita dalla sua bocca.
«Vado a vendere angurie.» subito dopo scoppiarono a ridere entrambi. Il ragazzo sapeva essere proprio stupido a volte.
«Ancora con queste angurie, ma che ti hanno fatto?» alzò le spalle in risposta, e subito dopo sentirono la porta d'ingresso. Così corsero entrambi in cucina.
«Mamma, sei già tornata!» più che una domanda, quella sembrava un'affermazione. Era contento che sua madre fosse già di ritorno dal lavoro, non gli piaceva quando lavorava troppo o faceva gli straordinari.
«Sì, ho finito prima e non c'era altro lavoro da fare, perciò...» si girò, e fu in quel momento che i ragazzi videro tre cartoni di pizza sulla penisola della cucina.
«Ti amo mamma!» urlò Wooyoung, abbracciando la madre.
