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Di solito per questo genere di cose la gente è in ansia, non sta più nella pelle e cose così ma io adesso mi sento così tranquillo e in pace con me stesso.

«allora vediamo che hai nell'armadio» Herm appena entrata in casa diretta al mio armadio per farmi vestire "bene".

«vuoi qualcosa da bere, ho della torta dei biscotti, qualcosa» chiedo andandole in contro molto lentamente.

«no Harry non c'è tempo devi farti bello» mi liquidò lei.

«ma io non voglio farmi bello non mi interessa Zabini gli ho detto di sì solo per togliermelo dai piedi e non mi piace non è il mio tipo» dissi schietto.

«sentiamo, come sarebbe il tuo tipo» chiese lei calmandosi un'attimo e sedendosi sul letto a fianco a me.

«deve avere gli occhi chiari e profondi, i capelli morbidi e leggermente mossi alto e insensibile ma le poche volte che è dolce ti fa sciogliere il cuore, un ragazzo a cui non interessa niente al di fuori di noi due e che non tiene conto dei giudizi della gente praticamente è il principe azzurro ma aimè non esiste quindi rimarrò solo. E Zabini non mi interessa» chiarisco, lei sembra pensarci su un po', poi si alza e sorride non dice niente prende qualche vestito dall'armadio e li butta sul letto dicendomi
«avanti provali»

«Herm sto apposto così davvero» dico per poi prenderle i polsi e portando giù le mani che da cinque minuti buoni mi stavano sistemando.
Fa un bel respiro prende la sua borsa.

«ci vediamo dopo Harry fai il bravo e non fare lo scontroso» dice per poi girarsi e prendere la sua strada.

«scontroso Potter ? Che novità» eccolo.

«ciao anche a te Zabini» rispondo semplicemente.

«Blaise chiamami Blaise per favore» più gentile di quanto mi aspettassi.

«ok Blaise» lo canzonai.

«bene dove vuoi andare? cosa vuoi fare di bello?» perché è così gentile con me mi rende difficili le cose.

«al Garden Lake c'è un bar carino» allora Blaise mi prese per mano fino alla sua macchina entriamo e inizia a guidare probabilmente verso il Garden Lake.
Appena arrivati scende per aprirmi la portiera ma io non essendo una femminuccia la apro prima per poi guardarlo male.

Poco dopo uno ritrovo davanti a lui a ridere della sua infanzia e di lui molesto con le persone, la mia birra in mano e devo dire non è male ma non sono ancora convito.
«senti volevo chiederti una cosa» avverto un po' di imbarazzo nelle sue parole ma lo invito ad andare avanti.
«tipo ?»

«domani c'è il falò della squadra e mi chiedevo se forse tu domani fossi libero per venire a fare un giro con me al falò?»

«con tutti gli altri ?» chiedo

«si ma solo se non ti da fastidio cioè come vuoi» nella sua voce si leggeva quel pizzico di imbarazzo e questa cosa mi fece sorridere.

«si ma se ti chiedo di portarmi a casa lo fai»chiarisco.

«promesso» disse lui con un sorriso a 32 denti.

Dopo un po' si alza in piedi e prendendomi per mano e iniziando a correre. Io provo a essere meno freddo possibile ma non me la sento tantissimo, vedo che lui sta mettendo tutto se stesso ma è abbastanza inutile con me.

«sai potter e già da un po' che ti osservo e mi dispiace ancora per quando ti chiamavo orfanello ma mi piaci sul serio ho chiesto di te in giro e tutti quelli che non siano popolari dicono che sei fantastico e l'altro giorno quando Malfoy ha lanciato la palla ho pensato che mi avresti odiato a vita»

«io non odio le persone perché provare odio e non pena, io non odio quelli della squadra come tanti a scuola, mi fate solo pena perché siete così soli che dovete scaricare la rabbia su qualcuno di più debole» dopo la mi spiegazione Blaise non spiaccicò parola, eravamo seduti su una panchina con davanti il lago. Lui si guarda le scarpe, probabilmente ho detto una cosa che lo ha toccato ma è tutta verità è come si dice in giro: la verità brucia.

«mi spiace Harry davvero»

«ok tranquillo non c'è problema solo non lo fare più»

«sarà fatto» alza lo sguardo e incastra i suoi occhi coi miei e sorride e lo capisco che è sincero e sorrido anche io mi sentivo un po' più libero anche se non lo conoscevo bene.

Poco dopo siamo di nuovo sulla sua auto diretti a casa.
Appena arrivo a casa scendo e lo saluto mi dice "a domani" e mi saluta anche lui poi apro il portone e salgo le scale. Entro in casa e il silenzio assordante della solitudine mi assale, lancio leggermente il telefono sul tavolo del salotto, faccio un grande sospiro e mi butto sul divano sono a pezzi anche se non ho fatto niente mi sento uno straccio, per fortuna avevo il giorno di risposo al bar e avrei potuto dormire tutta la sera.

Menta e mela verde Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora