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«hai intenzione di non parlarmi fino a quando? » mi chiede ma io lo ignoro ancora.
Dopo ieri sera non gli ho più parlato mi ha assillato per tutto il tempo ma sono piuttosto bravo fregarmene delle persone. Non so se sia una cosa per cui fare tutta sta scenata ma non mi piace che non mi dica le cose soprattutto quando siamo solo noi due in momenti precisi dove dovrei essere al primo posto per lui ma evidentemente non è così.
Entriamo nella classe di storia, mi ha detto lui di farmi mettere nella sua stessa classe, certo cosi adesso può torturarmi per bene. Ci sediamo, ovviamente lui vicino a me, e mi continua a guardare; il prof comincia a spiegare e io provo a seguire ma Draco è impossibile.
«Harry ti prego»
«ti parlerò quando ti deciderai di parlare tu a me» rispondo con un tono acido
«Harry non sono cose che riguardano te e per l'altra cosa posso farmi perdonare stasera, vieni di nuovo a casa mia» dice mettendomi una mano sulla coscia
«scordatelo» gli caccio via la mano e mi alzo dal banco dico al professore che sto male e esco dalla classe. Vado verso il mio armadietto e poso i libri che non mi servono prendendone altri per i compiti per poi richiuderlo e andare verso l'uscita di scuola, prendo il pullman e vado verso il Solkin Camp, è un pezzo di strada sterrata con un fiume e delle panchine di fianco, il mio posto speciale diciamo, ci vengo per pensare oppure quando il mondo è troppo pesante da sopportare e mi riposo un attimo. Sono qui per mettere apposto le idee su Draco.
Mi siedo su una delle panchine prendo dei sassi e comincio a lanciarli in acqua pensando a come poter migliorare la situazione, penso anche che non sia una cosa da tirare su questo polverone ma chiariamo le cose: SI È FERMATO MENTRE FACEVAMO SESSO. Quindi no non è una cosa da niente.
Passo su quella panchina altre due ore cercando un modo per perdonarlo e alla fine di tutto mi dico che per perdonarlo devo vederlo e parlargli allora mi alzo e vado a casa sua ma senza avvertirlo.

Arrivo davanti alla porta di casa sua ma nessuno mi apre, magari non sarà a casa.
Allora provo a girare la maniglia e la porta magicamente si apre, vorrei chiamarlo ma poi rovinerei la sorpresa quindi entro e vado dritto in camera sua da dove, avvicinandomi sempre di più, si sentiva della musica piuttosto alta che sembra essere Eminem in uno dei suoi brani più famosi. Entro in stanza e lo trovo a petto nudo, con dello scotch nero avvolto alle nocche, i muscoli che guizzavano da sotto la pelle e il sudore colava da essi rendendolo ancora più maschio alfa: in pratica una visione.
Sta sferrando pugni al sacco come se non ci fosse un domani credo sia piuttosto arrabbiato ma la faccia è triste tira il calcio finale e si ferma, prende la borraccia e la porta fino alla bocca estendendo il collo verso l'alto facendo fuoriuscire il pomo d'Adamo, staccandosi dalla borraccia prende un asciugamano, si tampona la fronte per poi metterselo intorno al collo. Io osservo tutta questa scena appoggiato al montante della porta con il rap di sottofondo e un po' di bavetta che esce dalla bocca. Si gira per dirigersi verso lo stereo e mi nota
«oh ciao» dice venendomi in contro io rimango fermo a guardarlo
«ciao» cerco di non far trasparire emozioni ma mi viene difficile
«che ci fai qui» chiede leggermente imbarazzato.
«se vuoi me ne vado» dico girandomi verso il corridoio.
«nono ti prego resta» dice lui tirandomi per la mano. Mi giro di nuovo verso di lui e lo guardo aspettando qualcosa che finalmente arriva:
«scusa Harry» dice con occhi supplicanti io faccio un verso con la bocca
«Harry ti prego perdonami non volevo rispondere ma era importante» continua a dire io lo interrompo
«hai deciso se dirmelo o no ?» chiedo, lui sbuffa e si siede sul letto
«faccio parte di una società di combattimenti»
«era questo che non potevi dirmi ?»
«lasciami finire» io alzo le mani in segno di resa e mi siedo affianco a lui, poi fa per continuare:
«due anni fa ero ad una festa dove girava roba poco legale, avevo un amico abbastanza importante che faceva girare questa roba e non aveva la lucidità di vendere quella sera, si era messo a violentare ragazze spaccava bottiglie sui mobili di casa sua si era spogliato e ballava sul tavolo del salotto, in tutto ciò io gli stavo dietro e evitavo facesse qualcosa di davvero grave ma poi mi ha detto che andava a prendere un bicchiere d'acqua in cucina e un minuto dopo la cucina è andata a fuoco come, dopo poco, tutta la casa. Arrivati i soccorsi, anche se era tutta cenere e macerie, trovarono la droga ma il mio era già stato arrestato per tutte le ragazze, che se mi ricordo bene erano cinque, quindi io ho dovuto prendermi la colpa almeno di una cosa una volta in caserma mi interrogarono per ben tre giorni e alla fine capirono che non ero io ma non volevo parlare, mi chiuserò in cella per tredici giorni poi uno dei poliziotti mi venne a parlare e mi disse che c'era l'opportunità di scontare la pena in un altro modo ovvero entrando in un circolo di box ovviamente illegale diretto da dei poliziotti che, per farti uscire, ti pagavano la cauzione e da due anni che lo faccio se mi rifiuto mi sbattono in cella. Sono buone come persone mi hanno aiutato. Non volevo dirtelo perché è una parte di me che non mi piace raccontare» finisce di parlare e solo quando gli prendo una mano e la stringo mi guarda sorride e mi bacia.
«però Harry prometti una cosa» dice tornando serio.
«Mh sentiamo» rispondo io
«non deve saperlo nessuno deve restare qui dentro»
«certo che no non lo farei mai» concludo io guardandolo di nuovo negli occhi.
«adesso finiamo quello che abbiamo iniziato l'altro giorno» mi sdraia sul letto e comincia a mordermi il collo.

Menta e mela verde Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora