2. The Lion and The Gazelle

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[~IL LEONE E LA GAZZELLA~]
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Uccidere o essere ucciso,
mangiare o essere mangiato,
era la legge.
-Jack London

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California, San Francisco Streets,
2:35 a.m.

Malgrado le sue condizioni non fossero delle migliori, di certo si rifiutò di farsi vedere da un medico e l'idea di andare in ospedale era già troppo lontana. Bryan aveva una scorta di alcool in casa e di sicuro non era predestinato per berlo, per quanto riguardava invece la cassetta medica era inservibile essendo ormai vuota e così passò a un'alternativa più economica ma contrariamente insufficiente.

Si diresse verso il frigo e nel ripiano in basso dove c'era il cestello delle verdure aveva fin troppe bottiglie di alcolici, tanto che quella zona del frigo sarebbe potuta scoppiare a momenti. Ma non come la sua testa che continuava ad essere sommersa di capogiri, di pensieri e di sangue. Ora il suo viso era completamente rivestito di rosso con la vista che a malapena metteva a fuoco le sue stesse mani, le utilizzò per ripulirsi dal sangue che non cessava di colargli fin sotto il mento.

Bryan si inginocchiò sul pavimento sfinito e senza forze, ma si diede un ultimo slancio per afferrare due bottiglie di vodka e trascinarle tra le sue cosce. Quando aprì la prima se ne versò un lungo sorso in bocca, facendo defluire il liquido verso la gola e lo stomaco; bruciarono come un fuoco, in modo rapido e piacevole. Sentì come una fiamma scaldargli il petto e risalire nella sua gola come spilli, ma il restante del liquido lo riversò sulla sua testa, che lentamente lavava via il sangue dalla sua faccia e sporcava invece i vestiti, ma quale sangue avrebbe mai macchiato indumento più scuro del nero?

Era riversato in un bagno di sangue e di alcool e tutto il suo dolore si disperdeva sul pavimento con lui, con l'anima spezzata dal pianto che tagliò in due le sue gote fredde. Continuava a lavare il suo corpo con il liquido freddo della bottiglia e nel frattempo i suoi spasmi arrivarono a un fine, accolti con una incessante difficoltà di pazienza. Rimase dov'era, con le spalle inchiodate al parquet e la seconda bottiglia che scolava a piccoli sorsi nello stomaco e il restante se lo gettò sulla mano. Aveva bisogno di sostegno morale eppure l'unica cosa che aveva imparato in quegli anni era piangere sulle sue stesse spalle prima che il suo unico amore sparisse nel nulla.

E poi un ricordo gli si accese nella mente, come una lampadina nel bel mezzo del buio, riscaldò il suo animo inquieto nel mezzo delle tenebre. Non era stato l'unico a manifestare interesse in quello sguardo, occhi sottili che incorniciavano perfettamente quel viso a ovetto, due gote rosee sposate con la sua pelle pallida, e due iridi color pece combaciate con la sua chioma bionda. Parlava del pazzo che lo aveva investito, non voleva pensarci eppure aveva la sua figura nitida davanti agli occhi, quasi sembrava materializzarsi di fronte per la voglia che metteva pensando a lui. Le uniche cose che cercava di tener presente furono la giacca di pelle rosa e il veicolo rosso.

Ma davvero furono quelle le cose a fargli mantenere costante il pensiero su quel ragazzino? Di sicuro fu su altro a cedere. Ad esempio quanto fosse basso rispetto alla sua eccellente altezza e corpulenza massiccia, quella del ragazzino era esile ma ben rigida, poco corposa ma certamente ben indiscussa. Era evidente che quelle furono la goccia che fece traboccare il vaso, la sua attenzione cadde su quello che poteva definirsi arma a doppio taglio, ciò voleva stare a significare che gli occhi del ragazzino erano il vero dolore, e fino a quando quel dolore non ti investe resti a goderti il piacere. Fu proprio in quell'attimo di calma a sprofondare nel ricordo.

Occhi neri come il petrolio e splendenti come diamanti. In quel caso si poteva ricorrere a una maledizione persecutiva, o è quello che Bryan credeva. Un diamante ben noto come l'occhio di Brahma, rubato dalla sua statua da un monaco e dopodiché maledetto. Chiunque lo indossasse sarebbe morto. Fu proprio questo a metterlo in ansia, di sicuro colui che aveva conosciuto in precedenza non aveva colpe della ammaliante bellezza degli occhi e della lucentezza nera come invece il diamante di Brahma vuole far credere con la sua maledizione. Peccato che Bryan di quel nero se ne innamorò, ed ecco perché faceva così male accoglierlo, era mortale e da quel momento fu così che cominciò a sentirsi, morto. Si sarebbe gettato nel petrolio pur di dimostrare il suo amore, ma una volta arrivato sul fondo le cose che desiderava da una vita si erano dissolte in un battito di ciglia.

𝖮𝖭𝖤 𝖣𝖠𝖸 || Uɴᴀ Nᴜᴏᴠᴀ LᴜᴄᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora