11. Love has no limits

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[~L'AMORE NON HA LIMITI~]
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Gli animi cominciarono a scaldarsi, ma James tranquillo non ci volle proprio stare.
Scelse di prendere in disparte Bryan e ebbe il coraggio di dirgli tutto ciò che pensava.

-Che cosa ti passa per la mente? Lo sai che non puoi andarci da solo!- gli urlò, senza curarsi del fatto che gli altri lo stessero ascoltando.
L'altro calò nuovamente lo sguardo e lo posò sull'orologio che aveva al polso; ormai erano le 5:45, come avrebbe escogitato un altro piano?

-Che stai combinando, Bryan?- disse Max alle spalle del piccolo, che arrivò poco dopo aver ascoltato le suppliche di James.

-Comunque vadano le cose, dovete promettermi che resterete qui- disse Bryan con fiacchezza, guardando fugacemente Max e poi sprofondò negli occhi di James. A lui riservò uno sguardo lungo e profondo, facendo direttamente un gesto con la mano per alzargli il mento e si avvicinò lentamente per baciarlo.
A confronto del gelo che li avvolgeva fuori il caldo delle sue labbra era anche troppo, tanto che cominciò a sentir caldo e la felpa gli pizzicava sul collo. James spalancò gli occhi dallo stupore, perché di quel gesto era stato così spontaneo che ne ebbe paura.

-Non mi convincerai in questo modo, non ti lascerò andare così- anche lui volle convincersi del fatto che voleva soltanto Bryan al suo fianco, perché per la prima volta sentiva di essere apprezzato da una persona e amata quanto si deve. Bryan voleva rischiare la vita pur di salvare entrambi, ma guardarli negli occhi era la sfida più difficile. Nutriva un sentimento forte per entrambi ma James era una novità e anche un ricordo del passato, dato che era il fratello del suo amato Caleb.
Questo però non cambiava la situazione, l'amore e il lavoro erano cose totalmente differenti per Bryan che si ostinava a credere che non dovessero mai unirsi. Un pensiero strano, tutt'ora confusionario, ma l'idea doveva andare cosi.

-Max, tu devi andare con lui, altrimenti verrò io anche se non so come si usi una pistola, o se non avrò il coraggio di sparare a qualcuno, o se...- e mentre il piccolo parlava senza essere ascoltato dagli altri due, Max e Bryan si scambiarono delle occhiatacce.

-James, tu resterai qui- replicò con voce ferma Max, che fece zittire lames un instante dopo. Tutti e tre si guardarono a turno e l'ultimo a parlare fu Bryan, -James, mi dispiace... Non voglio che ti accada qualcosa, quindi sono obbligato a lasciarti qui- a malincuore prese le sue mani e le baciò sul palmo, guardandolo un ultima volta negli occhi. James scosse la testa di continuo, come per dire che non avrebbe accettato di restare li. Quello che fece poco dopo però, oltre che mettere a nudo tutto il suo bene, spiazzò tutti. Si fiondò tra le braccia di Bryan e lo strinse così forte da fargli mancare il respiro. Ma non era per la stretta, era per il gesto che aveva fatto che lo fece restare senza fiato.
A sua volta lo strinse, avvolgendo i pugni nel giubbotto di pelle, ma l'altro sentiva che la presa si faceva sempre più stretta, tanto da arrivare anche alla sua di pelle. Qualche secondo dopo dovettero annullare totalmente le distanze e nessuno dei due si scambiò più occhiatine.

Bryan si infilò in una delle auto dei ragazzi che aveva accettato di aiutarlo e a ruota lo seguì Max e gli altri tre ragazzi. Partirono verso il deposito dove si tenevano rifugiati i gangster, avevano a disposizione altre sei ore per restituire tutto, compreso il denaro che Liam aveva chiesto in più, ma in tanto per arrivarci ci sarebbe voluto un bel po'. In venti minuti sarebbe potuto succedere di tutto, forse più per Bryan visto che era indeciso se tornare indietro oppure proseguire il viaggio. Decise infine di coricarsi sul sedile e guardare cosa succedeva fuori dal finestrino.
Fu rapito dalla forma strana degli alberi e i colori sfumati del cielo, ma tutto ciò portò i suoi ricordi a galla, tanto da sentire il cuore martellargli forte nel petto.
Quel tramonto gli era così familiare che volle ritornare a quella calda giornata d'estate che aveva trascorso assieme a Caleb.
Fu così elegante vedere l'uomo che amava stendersi al suo fianco, proprio sull'erba fresca del giardino di casa, dove ogni volta prendevano il loro tempo per stare insieme e osservare come il cielo cambiasse repentino in quei minuti che si trasformavano ore. Credevano che il futuro fosse composto da loro due e tanti piccoli bambini, tanti sorrisi, tanta felicità...
Man mano, però, si andava perdendo anche quella dopo il doloroso incidente di Caleb; ogni emozione, ogni comportamento, ogni cosa che avessero si dissolse in un instante e portò con se anche i piani del futuro che avevano progettato. Non erano questi i motivi per cui lo rendessero felice, perché il pilastro principale di tutto era proprio Caleb, anche della sua stessa felicità.

𝖮𝖭𝖤 𝖣𝖠𝖸 || Uɴᴀ Nᴜᴏᴠᴀ LᴜᴄᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora