15. Capitolo Bonus - THE END

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Capitolo abbozzato dopo la data finale della storia. Creazione capitolo:
giorno 12-08-2021 ~ giovedì.
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"Temevo che sarebbe successo" guardò il soffitto bianco dell'ospedale, infilando le mani in tasca per riscaldarle dal gelo che lo stava circondando, anche se quella struttura adornava di stufe e bevande calde.
Cercava di pensare ad altro, purtroppo però il suo unico pensiero era rivolto a lui.
Svelto afferrò la cartella clinica delle sei stanze, di cui i presenti erano le persone che lui aveva conosciuto in precedenza attraverso le amicizie imprudenti di suo fratello.

"Mike Mavis deceduto alle ore 9:08 con ferita da arma da fuoco; perforato un polmone, morto sul colpo.
Daniel Mavis ferito alla tempia, stabile ma in coma.
Luis Mavis deceduto alle ore 9:45 con una ferita da arma da fuoco sull'addome e alla spalla destra; emorragia interna nel fegato destro.
Liam Mavis deceduto alle ore 8:30 con ferita da arma da fuoco alla testa, morto sul colpo.
Max O'Brien morto sul colpo, ferita da arma da fuoco alla testa" lesse velocemente ogni informazione presente nel fascicolo, e quando volle proseguire nel tentativo di vedere anche il nome si suo fratello, un'infermiera gli tolse frettolosamente, senza un minimo di ritegno, la cartellina dalle mani.

-Non può vedere queste informazioni- le disse la ragazza bruna dagli occhi chiari, con un tono leggermente aspro. La sua divisa era ricoperta da macchie rosse, e quando giunse in sala d'attesa tolse i guanti per arrivare da lui.

-Sono un parente- affermò l'uomo, puntando le sue iridi nere in quelle della ragazza.
Esitò per un momento, distogliendo lo sguardo per puntarlo a terra.

-Va bene Signor Walker, le farò vedere tutti e sei i corpi- sussurrò la ragazza con tono più dolce, assicurandosi poi che l'uomo lo stesse seguendo. Lo condusse verso la prima stanza, dove si poteva esaminare i corpi esanime dei tre ragazzi. La successiva stanza era quella di Daniel, avvolto dai macchinari che gli permettevano di restare ancora in vita.
E l'ultima, nonché quella più gravosa da controllare, era quella di Bryan e Max.

Non appena mise piede in quella stanza l'aria sembrava essere pesante e piena di costernazione, e il ragazzo biondo che piangeva ai piedi del corpo di suo fratello rendeva con le sue lacrime la situazione più che angosciante. L'osservò con attenzione, era intorpidito d'acqua, vestiti bagnati e freddi, nonché ricoperti di sangue.

-Sei un loro amico?- chiese lui giungendo al corpo, distogliendo lo sguardo dal ragazzo per posarlo sulla persona cara che amava.
"Sarei dovuto restare con te" pensò, facendo scivolare il palmo sul viso pallido e gelido del fratello, vedendo che i suoi occhi erano scavati in due fosse; sapeva che Bryan era un notturno, decisamente si aspettava già che avesse due occhiaie profonde fino al mento data la sua costante insonnia.

-Diciamo di si...- plagnucolò James asciugandosi il viso, arrossato per via delle lacrime
-...Tu chi saresti, invece?- domandò subito dopo tirando su col naso.

-Suo fratello- rispose Daryl prontamente con una freddezza tale da mettere in soggezione James. Non replicò, lasciò che l'uomo toccasse il corpo di Bryan, piangendolo e stringerlo fino a quando non lo avrebbero portato via.

-Lui non mi ha mai parlato di te- obbiettò James, lasciandogli la sedia libera per farlo accomodare, e con un gesto della mano lo richiamò per farlo arrivare nella sua direzione.
- Sono James- gli porse la mano con un mezzo sorriso, il che però mostrava fin troppa collera e i dai suoi occhi si poteva notare la quantità di lacrime che aveva versato solo dal modo in cui il suo viso aveva preso colore.

-Daryl- ricambiò la stretta e decise di proseguire il discorso, lasciando però che le emozioni non uscissero fuori. Era ancora in piedi, decise di raggiungere Bryan per posargli un ultimo bacio sulla fronte e ricoprire il suo corpo spoglio con un semplice lenzuolo bianco.
Si affaccio fuori dalla porta, assicurandosi che nessun poliziotto arrivasse nella loro direzione, e quando vide che il passaggio fu libero proseguì con la sua idea, seguito da James che non riusciva a tenergli il passo.
Arrivarono all'uscita principale, tenendo lo sguardo basso quando passarono davanti al restante della famiglia Mavis, e quando raggiunsero il parcheggio sotterraneo per arrivare alla sua auto, James si sentiva in colpa, causa di ogni morte.
Si fermò di colpo quando vide che l'uomo raggiunse un'auto nera, le cui appoggiate sopra erano due donne adulte e una bambina.

𝖮𝖭𝖤 𝖣𝖠𝖸 || Uɴᴀ Nᴜᴏᴠᴀ LᴜᴄᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora