8. Flowers Talk About You

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[~I FIORI PARLANO DI TE~]
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E poco importa se il tempo
non ci ha lasciato sperimentare.
Da qualche parte siamo invecchiati insieme,
da qualche parte continuiamo a rotolarci e a ridere. -Margaret Mazzantini

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California, San Francisco Streets,
2:56 p.m.

C'erano tante ragioni per cui quell'attimo fu divorato dal tempo e ne fu il tempo stesso a proclamarlo. Tre ragioni in particolare erano finite nella vita terremotata di Bryan, meno cocciuto degli anni passati, ma che dissipava regole anche a costo di perdere ciò che amava.
Ma se c'era una ragione per cui lo facesse era per se stesso, il nominabile uomo oscuro dagli occhi verdi indecifrabili.
Per di più gay.
Per di più solo.
Ora come ora.

Amare era come camminare su un filo teso nel vuoto, chi ha paura dell'altezza non avrebbe minimamente avuto l'intenzione di avvicinarsi al precipizio, ma chi invece ha paura di cadere ci prova ad occhi chiusi, basta non guardare in basso. Bryan osservava il cielo, si godeva il vento e man mano che il filo diveniva più corto i suoi piedi avevano toccato di nuovo il suolo, pronto ad amare più coraggiosamente. Le sue spalle erano cinte dalle mani di Caleb, lo teneva in equilibrio, lo faceva sentire libero se non fiero di attraversare il vuoto con lui.
Ma dov'era ora?
Quale equilibro esisteva se alle sue spalle non c'era più nessuno?
Caleb era caduto nel vuoto e ora non c'era modo che qualcuno sarebbe riuscito a dare lo stesso equilibrio.

Eppure in quell'istante dimenticò che le sue spalle venivano sorrette dalle mani di James e che il respiro si fondeva col suo nell'attimo in cui si calò sulle sue labbra per baciarlo, gettandosi dietro il passato e dando auspicio alle carezze che gli sfioravano la pelle fredda, un brivido gelido si fermò alla fine dello stomaco e la realizzazione prese finalmente vita. James era rilassato sotto di lui mentre si sistemò comodamente sotto la grande bellezza di Bryan che seguiva i tratti del suo volto con un velo amabile negli occhi.
Era semplicemente compiaciuto di se stesso, tutto quello che era mancato negli anni in cui Caleb non c'era più si stavano materializzando con più audacia e passione. Guardava James come si guarda una tela dipinta da pochi semplici schizzi di pittura. I colori sbiaditi in alcuni punti, figure scomposte che non formano davvero qualcosa eppure... cos'ha di davvero speciale?
La profondità di chi lo osserva e non di chi lo aveva dipinto che rende il dipinto speciale, basta almeno un singolo individuo a dare importanza e bellezza a quel dipinto anche se niente di quello che era ritratto aveva un senso.
Quell'attimo fu in cui la foresta e l'oscurità si incontravano, si assemblavano fra loro come in un'eclissi quando il sole si allinea con la luna, perfetti l'uno di fronte all'altro e se mai si fossero sfiorati avrebbero bruciato la loro stessa esistenza e distrutto ogni singola cosa.

Bryan calò le labbra sulla fronte del piccolo inumidendole con le gocce salate del suo sudore, che raccolse nelle labbra passandoci la lingua. Toccò la punta del suo naso e infine giocò con le sue labbra fino a toccargli la lingua e tirargli via ogni briciolo di aria prima che fossero le mani di James a dargli tregua. Incorniciò il volto di Bryan e lo spinse a scendere sul suo collo, succhiando avidamente parti della sua pelle finchè non vedeva le lividure imporporarla di sangue.

-Profumi di Maracujà- fece la spola dagli occhi alla bocca quando infilò una mano sotto la sua schiena per spingerlo sotto di lui, che lo accoglieva con le gambe divaricate e i loro membri si fioravano appena.

Fu gentile nel spostarlo sul bordo del divano e prendersi cura nel spogliarlo lentamente partendo dalla sua camicia, deliziosamente rosa. Gli accessori che indossava, come il ciondolo che Bryan non aveva ancora individuato, venne sfilato assieme alla stoffa delicata e poi raggiunse i pantaloni attillati che fece scivolare oltre le gambe magre e poco resistenti, e poco dopo fu completamente nudo. James aveva bisogno di sentirlo ancora e non ci pensò due volte ad afferrare le sue labbra e fare una leggera pressione per baciarlo più appassionatamente e stringerlo a se, sentirlo vivo e vegeto, come un morto risorto dalla sua ultima esalazione.

𝖮𝖭𝖤 𝖣𝖠𝖸 || Uɴᴀ Nᴜᴏᴠᴀ LᴜᴄᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora