4. An Expense Of Trouble

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[~UNA SPESA DI GUAI ~]
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Ed è negli occhi del bimbo,
nei suoi occhi scuri e profondi,
come notti in bianco,
che nasce la luce.
-Paul Eluard

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California, San Francisco Streets,
10:34 a.m.

Vide il suo riflesso nello specchio, il volto pallido, le guance rosse, un labbro afferrato dai denti e gli occhi puntati sugli addominali scolpiti di Bryan.
Era magnifico, era così maledettamente difficile staccargli gli occhi di dosso che temeva invece di farsi sanguinare il labbro per l'agitazione.
Diede un'occhiata in giro prima di mettere del tutto piede nella stanza, fece finta di nulla quando invece saltò ai suoi occhi la pistola che era nascosta tra le lenzuola del letto.

-Sei ritornato a respirare, finalmente.- Non suonavano seducenti quelle parole, era stata un osservazione colma di irrequietezza.
Bryan restava a guardarlo in disparte con le spalle inchiodate all'armadio e spingeva le dita sull'orlo dell'asciugamano che aveva in vita. Si voltò bruscamente, James si sedette sul letto e studiava i suoi tatuaggi mentre Bryan venne preso alla sprovvista del fatto che il piccolo fosse dietro di lui; incurante fece scivolare la stoffa sul pavimento mostrando qualcosa di assolutamente perfetto. Due glutei sodi e comicamente lucidi come quelli di un neonato e per non mancare, ricoperti da un lato con la coda di un pavone, dall'altra una rosa incorniciata dalle tessiture di una ragnatela spinata. Fece finta di nulla anche se nel profondo tentò di sbirciare quello che invece il sedere di Bryan nascondeva davanti. Deglutì forzatamente quando vide l'altro allargare le cosce e infilarsi un paio di boxer.
Falsamente riprese a guardare l'esterno dalla grande finestra e senza pensarci la raggiunse, appoggiandosi sulla sporgenza di marmo che ricopriva il ripiano. Il sole rifletteva nei suoi occhi languidi e cupi, focalizzandoli sulle strade affollate e pendenti di San Francisco affiorò nella sua mente l'immagine di suo fratello. L'unico attimo in cui ebbe la fortuna di vederlo non era messo nei migliori dei modi, per cui stargli accanto era diventato una priorità, al contrario per suo fratello che gli confessò di non voler essere ricordato in quel modo: debole e codardo. La vita gli aveva sputato in faccia tanto odio e per entrambi non c'era stata scelta di evitarlo, se non fuggire lontano e ritrovarselo alle spalle ogni volta.
E di nuovo ci si chiede: A che costo bisogna ancora soffrire? Quale soluzione esiste a tutto questo male? "Si sono soffermati all'apparenza e nessuno ha avuto pietà delle nostre lacrime. Nessuno ci ha risparmiato alle torture e al buco nero in cui siamo rinchiusi."
Si voltò e lo sguardo di Bryan era già rivolto nel suo, curioso, intenso. Aveva quella fiamma ardente che brillava negli occhi senza il minimo sforzo, era la rabbia ad alimentarla costantemente.
Così cogliendo della bellezza e del panorama che dava da quella distanza, prese un bel respiro e formulò la domanda con occhi stretti in due fessure.

-Ti sei mai soffermato a guardare il mondo nel bel mezzo della notte?- Disse in un soffio schiudendo appena le labbra. Temeva di non essersi fatto sentire per quanto la voce fosse bassa. Cominciò a tremare ma non aveva motivo di avere paura eppure ne stava provando una quantità smisurata, la sentiva scorrere nelle vene e di sicuro non era per lo sguardo gelido che Bryan gli stava riservando.

-Tutti i giorni- rispose senza pensarci un attimo, aveva già previsto che qualcuno un giorno gli avrebbe posto una tale domanda.
Si avvicinò fiacco allungando le mani alle spalle di James, lo incatenò al muro e le sue braccia non lasciavano via di fuga, nemmeno al suo sguardò si poté fuggire. Non aveva paura di lui, non lo temeva, ma voleva affogare dentro quegli occhi stanchi per capire cosa stesse mareggiando in quella foresta. Sentì una fitta al cuore quando quel verde luccicò in modo illogico.

𝖮𝖭𝖤 𝖣𝖠𝖸 || Uɴᴀ Nᴜᴏᴠᴀ LᴜᴄᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora