10. This is my destiny!

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[~QUESTO È IL MIO DESTINO!~]
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Erano precisamente le quattro e mezza del pomeriggio. Era passata un'ora e mezza dall'ultima chiamata di Max e nessuno dei due ragazzi se n'era accorto, dato che ormai erano caduti in un sonno profondo. Ma a svegliarli ci pensò un tonfo forte alla porta, che insisteva a battere sul legno e diventava sempre più assordante. La porta poteva anche crollare da un momento all'altro, ma Bryan andò subito ad aprirla e fece entrare la persona che c'era dall'altra parte. Max non appena mise piede all'interno cadde a terra quasi come un sacco di patate, teneva una mano sull'addome e il capo rivolto a terra. Il sangue gli colava da ogni parte del corpo, ma sul viso ne era così tanto che era quasi irriconoscibile.

-Max!...- Bryan lo soccorse prendendolo tra le sue braccia e provò a farlo stare in piedi, ma era tutto inutile, riusciva a malapena a tenere aperti gli occhi figuriamoci il resto
-...Max, che diamine ti è successo?...-,
-...Amico rispondimi, cosa ti è successo?- provò a tenergli fermo il viso ma era solo peggio, il mal di testa si faceva sempre più forte in quel modo e dopo sarebbe stato difficile comprendere se avrebbe parlato.

Nel frattempo James dallo spavento prese di fretta un panno bagnato e lo porse a Bryan per fargli ripulire la faccia del ragazzo. Max aveva i capelli rasati, e da li si poteva notare le ferite che aveva e di cui si poteva notare perfettamente la fuoriuscita del sangue. Si poteva capire benissimo che erano state provocate proprio in quell'attimo di tempo mentre cercava di trovare il suo amico, "qualcosa sarà pur successo, il problema non è cosa, ma chi è stato" pensò Bryan mentre lo guardava e lo aiutava a ripulirsi da tutto quel sangue, che secondo dopo secondo continuava a sgorgare d viso di Max.

Non poteva immaginare quello che stava accadendo, sentì un brivido di terrore scendergli lungo la spina dorsale, una sensazione che aveva già sentito prima e che comunque non riuscì a descrivere nuovamente. James provava amarezza nel vedere come Bryan si prendesse cura di quel suo amico, ma in quel momento solo lui poté aiutarlo, non c'era nessun altro che potesse farlo.
Lui rimase immobile a guardare i due ragazzi e si chiese "Perché? Perché hanno ridotto così questo ragazzo? Chi avrebbe mai avuto la forza e il coraggio di ridurlo in quel modo?"

Ma Bryan sapeva bene con chi lui e Max avevano a che fare, solo che aveva timore di raccontarlo a James. Questa volta avrebbe voluto metterlo al sicuro, farlo andare il più lontano possibile purché non gli avrebbero fatto niente...
Sapeva, però, che prima o poi sarebbero arrivati anche a lui.

-Max...dimmi cosa è successo, almeno potrò agire prima che sia troppo tardi- lo implorò Bryan con voce disperata e singhiozzante, solo che lui voleva la conferma di quello che lui da tanto pensava.
Tempo prima, quando lavorava ancora per Liam, vide la brutalità che quell'uomo aveva in corpo, così tanta che non avrebbe mai voluto esserci al posto di quelle persone che lui torturava. Già, sapeva esattamente di cosa era capace, ed ora, ne aveva la conferma.

-Sono... Sono stati i suoi scagnozzi... Avevi ragione Bryan... Loro mi stavano seguendo- terminò con un filo di voce per poi accasciarsi di nuovo sul pavimento gelido.
Altri brividi, altre brutte sensazioni avvolgevano Bryan, lo facevano preoccupare, ma era un punto in più per restare in guardia da quello che normalmente lo circondava, perché anche una minuscola cosa avrebbe mandato all'aria tutto.
Di certo non voleva che succedesse la stessa cosa agli ultimi presenti in stanza, ovvero a lui e a James, così gli venne in mente qualcosa.

-Max, guardami, guardami un secondo amico...-, -...ti ricordi dei cugini Mavis? Forse loro possono aiutarci Max, possiamo andare li e farci finalmente aiutare da qualcuno- diceva con tanta convinzione, ma Max lo guardava con un'aria di tristezza, perché anche lui comprendeva questa situazione, nessuno li poteva aiutare, i loro guai erano fin sopra le stelle.
L'altro fece un cenno di approvazione e si appese alla schiena di Bryan, che con gran forza se lo sistemò sulle spalle e si incoraggiò da solo.

𝖮𝖭𝖤 𝖣𝖠𝖸 || Uɴᴀ Nᴜᴏᴠᴀ LᴜᴄᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora