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ELLE POV'S ( one week later )

È una settimana che mi ignora, che parcheggia sul posto dove io ho parcheggiato il mio primo giorno forse è una strana dimostrazione per dirmi che tiene a me, o forse è semplicemente il suo posto, sai quanto sia temuto in questa scuola Elle, se ha un tavolo riservato in mensa probabilmente ha anche un parcheggio! Coscienza sei cosi antipatica quando non mi lasci le mie convinzioni sul suo conto, lo so che per lui non conto un cavolo però...quella notte avevo dormito tranquilla senza nessun tipo di incubo, faccio incubi sul conto di mio padre da quando ho dodici anni e il mio corpo ha iniziato a prendere le forme di una giovane donna; reagisco male ha ogni contatto fisico a parte quello di mia madre, Noah che è mio fratello e Liam, non chiedetemi il perché ma con lui non vado nel panico più totale anzi mi sento al sicuro, mi piace come rispetta il mio corpo senza sfiorare nulla di inappropriato, ci ho dormito assieme e non ha cercato in nessun modo di toccarmi o di approfittarsi di me, anzi mi ha calmato dicendomi che con lui ero al sicuro, e Dio solo sa quanto è vero, quando sono tra le sue braccia mi sento indistruttibile; mi ha fatto il solletico come si fa con i bambini, mi a stretto a lui senza lamentarsi anche se gli ho dormito praticamente sopra tutta la notte.

Il mio eroe pero si sta sgretolando, non so cosa gli prende ma sono certa che c'è qualcosa di più grande di lui che lo tormenta e lo spaventa; che non vuole dirmi e per evitare le mie domande cerca di tenermi lontano. Vorrei tanto aiutarlo farlo scappare dai mostri che popolano i suoi meravigliosi occhi color whisky, ma non mi lascia entrare si chiude a riccio appena riesco ad avvicinarmi a lui, inalza le sue mura, non conosco neanche il suo secondo nome, sempre se ne ha uno, questo è cosi triste. Quando sono andata a casa sua ho notato la perfezione di quel luogo, era cosi perfetto che quasi faceva paura, era tutto a suo posto, il bianco e il nero dominavano l'ambiente come se fosse congelato in un passato che non volevano far andar via, le uniche due cose che differivano e davano un'pò di carattere a tutta quella enorme casa erano la foto perfettamente incorniciata di due uomini in divisa militare, quello a sinistra era un uomo molto pallido con gli stessi occhi di Austin e aveva le fossette proprio come lui quindi immagino fosse suo padre, quello a destra invece era la fotocopia di Liam con i capelli corti l'unica cosa che li differiva era la forma della labbra, quelle di Liam sono incredibilmente rosa naturalmente e sono carnose con una di quelle forme che neanche il più bravo degli artisti riuscirebbe a ricopiare facendogli giustizia, immaginai che costui fosse quindi il padre del mio di eroe, questo spiega perché entrambi sono fisicamente ben allenati e legati come fratelli, sono figli di militari che ha quanto pare sono anche amici, un'pò li invidio sarebbero pronti di ammazzare qualcuno per sapere al sicuro l'altro ed è incredibile; e poi la cantina che sembrava rispecchiare ogni più piccolo lato della personalità di Liam, anche quello più debole che per quanto sono riuscita a percepire è la sua musica e le chitarre che ha alla parete. Quel posto è incredibile sembra di entrare nel suo mondo il soffitto è tappezzato di polaroid tutte in bianco e nero, tre pareti su quattro sono dipinte di blu mentre l'ultima ha un graffito con sopra scritto "escape", non so da cosa sta scappando ma immagino vuole scappare da tutto in generale un po come me, ci sono un sacco di modi per scappare dalla propria realtà e noi stiamo ancora cercando i nostri, pensavo che trasferendomi in America solo con mia madre sarei riuscita a non rivedere le scene in cui nostro padre ci picchiava tutti, quando ci accusava del fallimento della sua vita, ma soprattutto a fuggire dalla nausea e il panico che mi davano le sue mani addosso; parlai di questo con Noah circa tre mesi fa, inizialmente mi ha chiesto perché non gliene avessi parlato prima ma poi ha capito le mie ragioni e voleva portarmi a Sidney con se, ma non volevo lasciare mamma da sola, quindi ha deciso di prendere la piccola villetta azzurra qui in Luisiana dove ora viviamo per noi. Amo mio fratello per tutto ciò che ha fatto per noi e amo anche mia sorella nonostante sia scappata di casa appena è diventata maggiorenne lasciandoci tutti alle grinfie di mio padre, si è trasferita in Europa dove si è innamorata e ora vive felice, non la sento da anni ma so che non la dimenticherò mai per tutto quello che mi ha insegnato, quando ero più piccola mi chiedevo perché mi insegnasse tutte quelle tecniche di autodifesa e al eta di dodici anni ho capito cosa intendeva per "evitare che la situazione sfugga di mano" aveva subito tutto ciò che io stavo subendo da mio padre proprio come me, ed è scappata dalla sua realtà il più lontana possibile, la capisco ma avrei preferito se ne parlava con qualcuno, so che non è facile essere la più grande e prendersi cura di due fratelli più piccoli nascondendo loro la realtà dei fatti , lei è cresciuta prima del dovuto come me e Noah del resto ed ha trovato la serenità che tutti e tre stiamo disperatamente cercando. Qualcuno mi risveglia dai miei pensieri mettendomi un braccio attorno alle spalle, mi irrigidisco e do una gomitata sulle costole di chi mi ha toccata con cosi tanta disinvoltura, non lo faccio apposta è il mio istinto che agisce per proteggere me stessa da ogni più piccola cosa, mi giro e vedo Maddison piegata in due dal dolore mentre preme una mano sul lato che gli ho colpito, mi avvicino a lei e gli dico : << Maddie cavolo! Potevi parlare, mi hai spaventata, ti ho fatto tanto male? Mi dispiace >> annuisce sorridendo e mi dice : << Caspita non ti credevo cosi forte! Dove hai imparato questa mossa, che figata! >> scoppio a ridere seguita subito dopo da lei, Maddie non che la mia unica amica per ora, è al terzo anno bionda con i capelli che gli arrivano poco sotto al seno una figura slanciata gli occhi verdi,  le fossette e la carnagione come quelle del fratello, vi chiederete come fa essere cosi piccolo il mondo ma la mia unica amica è la sorellina del grande Austin Cameron Novak non che il migliore amico del ragazzo che non riesco a togliermi dalla testa.Smettiamo di ridere entrambe e gli dico : << Dai andiamo che tra cinque minuti suona la campanella e io devo ancora prendere i libri dal armadietto. >> annuisce seguendomi torreggiando su di me mentre mi cammina affianco anche se è due anni più piccola di me. Attraversiamo il corridoio con passo deciso arriviamo al mio armadietto numero: cento e sette, metto la combinazione tolgo il lucchetto tiro la piccola anta metallica ed è bloccato, ma dico io tutte a me devono capitare, questa mattina a casa non andava il riscaldamento, ho cercato il numero dell'agenzia che ci ha montato la caldaia e c'era scritto che aprono alle nove del mattino e chiudono verso le sei di sera quindi penso che chiamerò più tardi; sono uscita di casa ho aperto la macchina inserito la chiave nel cruscotto girato e si è accesa solo la spia della batteria dell'auto, ecco sono dovuta venire a scuola in bici oltre ad essermi congelata ci ho messo anche il doppio del tempo; ecco torno a casa verso le tre del pomeriggio e devo chiamare il meccanico e il tecnico della caldaia, devo tornarci in bici il che non mi dispiacerebbe se solo facesse più caldo, tra tutto questo l'anta del mio armadietto non collabora, presa da un'attacco di frustrazione gli tiro un pugno grugnisco dal dolore scuotendo il braccio lungo il fianco e finalmente scatta la serratura di questo coso e posso prendere il mio libro di storia lo infilo nello zaino piegando tutti gli angoli di questo povero libro innocente chiudo la zip dello zaino e suona la campanella, impreco sotto voce e inizio a correre come una scema per raggiungere la mia aula, salutando Maddie con la mano che mi guarda perplessa per poi ricambiare il saluto sorridendo dirigendosi verso la sua di lezione.

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