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ELLE POV'S:

"informamos a nuestros amables pasajeros que estamos a punto de aterrizar, apague todos los dispositivos electrónicos y abroche sus cinturones de seguridad; gracias y buena estancia!" La voce metallica trasmessa, dagli altoparlanti di quel aereo scricchiolante mi comunicarono in quattro lingue diverse che eravamo arrivati in Spagna: "comunichiamo ai gentili passegeri che stiamo per atterrare, si prega di spegnere ogni dispositivo elettronico e ti allacciare le cinture di sicurezza; grazie e buona permanenza!" La signora dietro quel aggeggio sembrava prendersi gioco di me lo si sentiva dalla voce che aveva un sorriso stampato in faccia. Iniziammo a perdere quota e più la gravita mi schiacciava verso il basso attaccandomi a quel sedile scomodo, più realizzavo che ora dovevo rivedere mia sorella, era arrivato il momento, dopo anni l'avrei rivista, su un lettino di ospedale, il bambino a pochi sedili da me riprese a piangere, come se qualcuno lo stesse per uccidere, un pianto triste e disperato che in quelle sette ore avevo ascoltato più della musica che avevo nelle orecchie. Un po di trambusto ed eravamo ufficialmente a terra, tutti applaudirono il pilota per averci portato fino alla parte opposta del globo su un catorcio e averci fatto arrivare sani e salvi, tolgo le cuffie e mi alzai in piedi per poter uscire, mi torno in mente Liam e il modo in cui aveva rispettato il mio silenzio accompagnandomi fino all'aeroporto senza dire una parola, le sua labbra erano sigillate ma i sui occhi mi guardano pregandomi di dirli qualcosa, sembrava cosi in ansia, cosi confuso e cosi triste, come se fosse lui quello che doveva stare male, mi braccio stretto e sene andó senza dire una parola, sapevo che avrebbe voluto dire tante cose, ma in quel poco tempo che ci conoscevamo avevo scoperto che Liam é una di quelle persone, che non parla se non sente un bisogno necessario, lui non racconta, lui non si esprime, o almeno non in parole, quando prova qualcosa di forte i suoi occhi si accendono di sfumature diverse le sue folte sopracciglia si avvicinano impercettibilmente, però sente tutto non li sfugge neanche una emozione senza prima provarla, si vede da come le evita come la peste; a riscuotermi dai miei pensieri é una signora pesantemente truccata con il suo accento marcatissimo ma che non riesco a capire da dove viene, che mi dice: "signorina spostati stai intralciando delle persone, che non hanno tempo da perdere!" Indica se stessa come se fosse la first Lady e le sue labbra colorate di rosso fuoco fanno ribrezzo, anche i suoi denti sono sporchi di rossetto talmente ne ha messo, mi sposto lasciandola passare e abbozzando un "mi scusi" poco convinto, sbuffa e mi sorpassa imprecando in non so quale lingua. Mi avvio verso la stazione dei taxi cercando, disperatamente il numero del hotel che avevo trovato la sera prima nella rubrica, senza tanto successo; allungo il passo per trovare un taxi ancora libero e a pochi passi dalla porta scorrevole qualcuno mi si para davanti bloccandomi la strada, sbatto contro di lui che dal profumo inconfondibile e dalla statura imponente è Noah, dovrei reagire lo so che lo ha fatto apposta, lo so che mi sta provocando solo per ricevere la reazione che dovrei avere in questi casi: indietreggiare velocemente studiare quelle sarà la prossima azione di colui che mi sta davanti, come mi ha sempre insegnato; ma mi é mancato troppo e non ho le forze per reagire, quindi l'unica cosa che faccio e metterli le mani attorno al busto stringendolo forte, nascondo il viso contro il suo petto riempiendomi i polmoni del suo profumo, che sa di casa e sa di una famiglia che non abbiamo mai avuto; era venuto a prendermi nonostante non lo avessi chiamato e non lo avessi avvisato del mio arrivo, eppure è qui non lo vedevo da cosi tanto tempo che mi sembra quasi un estraneo ora che mi sta abbracciando, tiro su la testa e lo vedo sorridermi con le lacrime agli occhio, che lui almeno non sta piangendo come la sottoscritta, gli sorrido felice di vederlo, e gli chiedo spingendolo sia scherzosamente: <<Come facevi a sapere che ero in aeroporto? >> mi sorride beffardo con quel sorriso di chi la sa lunga che usava sempre quando eravamo bambini e lui faceva il furbo e mi dice :<< Elle ti devo ricordare che ho la posizione del tuo telefono e che appena sei atterrata, e lo hai riacceso mi è arrivata la notifica dei tuoi spostamenti, sorellina mi credi davvero cosi stupido!>> scuoto la testa, ricordandomi quanto è sveglio e in gamba questo ragazzo, probabilmente segue lo spostamento del mio telefono da ieri quando sono salita su quel maledettissimo aereo, è notte fonda e lui è venuto a prendermi come se fosse appena mezzogiorno, con la leggerezza di chi non ha niente di meglio da fare, potrebbe fregare tutti con quel visino angelico, gli occhi vispi, il. Sorriso perfetto, i capelli scombinati e l'outfit di chi sa come vestirsi, ma non me, mi ha praticamente crescita mi ha insegnato tutto quello che so è l'unico "padre" che io abbia mai avuto, e lo conosco meglio di chiunque altro, le vedo le occhiaie sotto i sui occhi, li vedo i movimenti lenti, e la postura sbagliata è stanco ma non lo ammetterà mai, lui non ha bisogno della commiserazione di nessuno, ne ha passate di peggiori, non sarà un po di stanchezza a fermarlo, sono fiera di lui e del uomo che è diventato.

Noah che guida una splendida auto nera cromata accanto a me, mi sembra di non vederlo da secoli, ha preso la sua vita in mano appena si è diplomato, senza rimpianti e senza riserve, è stato l'emancipazione sociale di se stesso; ha lavorato duramente e ora si sta dedicando a diventare qualcuno, non si vedono tutti i giorni ragazzi con una capacita di mantenere un lavoro a tempo pieno e studiare allo stesso tempo, sono in pochi ma mio fratello è uno con la testa apposto, ha i sui demoni come li ho io a un passato che probabilmente sarebbe meglio dimenticare pero sta andando avanti e ci sta riuscendo alla grande, mi dispiace solo non poterlo avere accanto e vederlo solo raramente. Ci fermiamo a un semaforo e lui si gira verso di me sorridendomi, come se fossi veramente cosi bella, mi prende una ciocca di capelli e la fa passare tra le dita, annuisce come un fornaio a cui è venuto bene il pane e mi dice: <<Ti sono cresciuti un sacco i capelli Elle! >> i miei capelli sono diventati davvero lunghissimi ultimamente ma con tutti i problemi che abbiamo in questo momento mi sembra l'ultima cosa a cui dovremmo pensare, scuoto la testa abbozzando una risata e li dico: << Bho grazie, penso che lo prenderò come un complimento anche se sono impossibili da gestire di questa lunghezza!>> in effetti è impossibile lavarli per non parlare del pettinarli, riparte dopo che e scatta il verde e scoppia ridere dicendomi:<<immagino!>> il punto è che non può immaginare, non ha mai portato i capelli lunghi è sempre stato un ragazzo che rispettava tutti ma ci tiene tanto alla sua mascolinità quindi per lui sempre pettinature molto corte e attraenti anche se adesso li ha lasciato crescere sul davanti rasando solo i lati della testa, bisogna metterlo li stanno davvero bene, forse sono di parte ma mio fratello è proprio un figo. Siamo ancora in macchina dove Noah guida entrambe le mani sul volante e lo sguardo attento, è sempre stato molto responsabile ma secondo me dovrebbe rilassarsi un' attimo mi rendo conto che è notte fonda e sta guidando a 180 km/h però non ha piú spiccicato parola da quando siamo partiti da quel semaforo, ha accesso la radio a volume basso e si è immesso in autostrada, ha una guida molto liscia e sapiente e a forza di guardare le luci sfrecciarmi accanto mi addormento, cullata dal suo profumo rassicurante e dal movimento del auto.

Mi sveglio di soprassalto dopo una brusca frenata con la mano di Noah sulla mia fronte che mi tiene la testa ferma di modo che non mi faccia male al collo, è ancora buio e un gruppo di ragazzine poco vestite sta tagliando la strada di corsa con i trampoli che si ritrovano ai piedi, accarezzo il braccio che Noah, per farli capire che sono sveglia e lui si gira verso di me con la mascella tirata e le sopracciglia aggrottate, il suo sguardo si addolcisce e mi porta la mano sul ginocchio sorridendomi dispiaciuto: <<Non volevo svegliarti, è che quelle troie mi hanno tagliato la strada se non frenavo le avrei investite!>> stropiccio gli occhi annuisco comprensiva, riparte sbadigliando e dopo pochi metri accosta accanto a un enorme palazzo con un insegna luminosa "villa magna" visto da fuori sembra un hotel che non mi sarei mai potuta permettere da sola ma Noah sembra abbastanza rilassato e questo mi spiega che forse non è economicamente messo tanto male, prima la Berlina, poi questo hotel sembra uno scherzo come se fossimo in vacanza; parcheggia e scendiamo dal auto, recupero il mio zaino dal bagagliaio e lui chiude il tutto schiacciando un solo pulsante, mi guardo attorno e di sicuro non siamo in periferia, mi volto verso mio fratello che si grata la nuca a disaggio e mi dice : <<è uno dei migliori Hotel in circolazione, pero che un problema...>> temporeggia spostandosi da un piede al altro, quindi li chiedo: << okay, qual'è il problema?>> si avvia verso la porta e mi risponde: <<abbiamo solo una camera, pero i letti sono separati! Prenderne due sarebbe stato troppo costoso!>> non capisco perche queso dovrebbe essere un problema, lo so che non siamo piu bambini e che la cosa sarà un po imbarazzante ma è comunque mio fratello abbiamo ancora dormito nel lettone insieme, da piccoli eravamo inseparabili, lo guardo perplessa e gli dico:<< E questo dovrebbe essere un problema? Forza Noah abbiamo problemi piu grandi del dormire nella stessa stanza!>> si dirige verso le scale e inizia a salirle con me dietro dicendomi che ho completamente ragione. 

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