Capitolo 26: Aria di cambiamento

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Capitolo 26: Aria di cambiamento

Erano ormai trascorsi sette mesi da quando Vermouth era stata condannata all'ergastolo e ognuno di loro era tornato alla propria vita di sempre, come se l'Organizzazione non fosse mai esistita. Il giovane detective stava affrontando il suo ultimo anno da liceale, esperienza che per un normale adolescente significava prepararsi ad entrare nel mondo degli adulti ma che per lui, che quel mondo lo aveva già conosciuto troppo presto, significava solo godersi del tempo con i propri amici. Shiho aiutava il Dottor Agasa nelle sue invenzioni, in attesa di decidere quale lavoro avrebbe voluto fare realmente. Era rimasta a vivere con lui, anche per via di Mendel che avrebbe così avuto un giardino dove poter stare, dal momento Mary e Tsutomu vivevano con Masumi in un appartamento al sesto piano di un palazzo, ma andava a trovarli tutti i week end e si tratteneva da loro. Avevano instaurato un bel rapporto e li aveva accettati come parte della sua famiglia. Quanto a lei e Shuichi, nulla era davvero cambiato rispetto a quando avevano lasciato il Giappone: il loro rapporto era sempre lo stesso, colleghi e amici. Non erano mai usciti da soli dopo il lavoro ma sempre insieme a Camel o a James.

Anche quella sera avevano organizzato un'uscita, Camel li aveva invitati in un nightclub di quelli per tutte le età che facevano anche musica dal vivo, un posto tranquillo senza il rischio di imbattersi in spaccio di droga o altre cose che non fossero costretti a vedere tutti i giorni al lavoro. James si era sentito comunque troppo vecchio per un posto del genere e aveva declinato l'invito, così sarebbero andati solo loro tre. Era comunque piacevole, potevano svagarsi, parlare di cose personali e avere un rapporto anche come amici e non solo come colleghi.

Ormai si era quasi abituata all'idea che il loro rapporto sarebbe sempre stato così, nulla più di un'amicizia. Shuichi era gentile con lei, a volte la andava a prendere e la accompagnava a casa dopo il lavoro, la proteggeva, le faceva compagnia, pranzava con lei...le stava vicino in qualche modo, ma quell'invito ad uscire di cui avevano parlato la sera del processo a casa sua non era mai arrivato e alla fine si era convinta che la sua fosse semplice gentilezza nei suoi confronti. Teneva a lei, le voleva bene (in fondo avevano pur sempre avuto un passato insieme) ma non l'amava. Nonostante ciò si sentiva comunque serena: forse era davvero riuscita ad andare avanti.
Quella sera si era offerto di passare a prenderla alle nove, Camel invece sarebbe andato al locale da solo. Si trovarono tutti e tre davanti al locale e si misero in fila per entrare. Il posto sembrava effettivamente tranquillo, non troppo rumoroso come quelle discoteche dove era impossibile parlarsi perché la musica del dj avrebbe coperto anche gli spari di un fucile. Si chiamava "Pentagram", nome piuttosto insolito per un night club, anche se era accessibile a tutte le età. Quando entrarono le fu subito chiaro il perché: dal lato opposto dell'entrata era situato un palco, non troppo grande ma delle giuste dimensioni per accogliere una band. Era chiaramente un posto che aveva fatto della musica il suo pezzo forte.

Lei e Shuichi si sedettero al primo tavolino che trovarono disponibile mentre Camel andò al bancone a ordinare da bere. Tornò da loro poco dopo con tre whiskey con giacchio.

- Mi sembra carino come posto, come lo hai trovato?- chiese a Camel.

- Me lo ha consigliato Roger, sai lui è appassionato di musica e quindi conosce bene tutti i locali dove fanno musica dal vivo- le rispose il collega.

- Ma ci sono delle band buone oppure dei ragazzini alle prime armi?-

- Beh, direi che non dovremo attendere molto per scoprirlo- intervenne Shuichi.

- E come lo sai?- gli chiese.

- Il palco è già stato preparato, le chitarre sono collegate agli amplificatori, quindi sicuramente ci sarà un'esibizione questa sera-

Tomorrow (I'm with you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora