Capitolo 11: Amare verità

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Capitolo 11: Amare verità

Fermò l'auto davanti a casa Kudo, pochi metri prima del cancello ed estrasse dalla tasca dei jeans il cellulare. Scrisse velocemente le parole "Sono arrivata" e inviò quell'e mail a Shiho. Controllò un'ultima volta di essere in ordine e poi fece un lungo respiro, cercando in sé tutta la calma possibile per affrontare quella situazione. Non poteva negare di essere tremendamente nervosa e questo andava a discapito del suo intento di apparire il più normale possibile. Il timore non è mai un buon consigliere e spesso porta a commettere errori.
Scese dalla macchina nel preciso istante in cui il cancello della casa del Dottore si aprì, facendo uscire la figura di Shiho. Si salutarono con un cenno silenzioso del capo, nonostante i pochi metri che le dividevano e che diventavano sempre meno man mano che Shiho si avvicinava. Si rivolsero la parola solo quando furono l'una di fronte all'altra, talmente vicine da poter leggere la tensione l'una sul volto dell'altra. Anche la sua giovane amica condivideva le sue paure, nonostante la sua posizione fosse meno a rischio.

- Pronta?- le disse semplicemente.
- E tu?- rispose la ragazza.

Annuirono entrambe, decise a portare a termine quel piano che avevano elaborato poche ore prima. Suonò il campanello, attenendo con l'amica al suo fianco.

- Chi è?- udirono la voce di Shinichi, resa metallica dal citofono.
- Sono Jodie!- disse con il suo solito entusiasmo.

Sentirono il cancello scattare e aprirsi, permettendo loro di entrare e camminare dirette alla porta d'ingresso, dalla quale sbucò fuori il giovane padrone di casa. Si aspettavano che si stupisse nel vederle insieme, invece le accolse con molta naturalezza, come se da anni lo andassero a trovare in coppia. Probabilmente Shuichi lo aveva avvertito che ci sarebbero state entrambe.

- Venite, vi stavamo aspettando- fece loro segno di entrare.
- Ciao Cool Guy!- gli gettò le braccia al collo in un impeto che lasciò sbigottiti sia lui che Shiho.

Non stava fingendo, era davvero contenta di rivedere quel ragazzino che, bambino o no, si era aggiudicato il titolo di suo detective preferito. Anche con dieci anni in più restava sempre sorprendente tutto ciò che aveva fatto nella lotta contro l'Organizzazione, così come sorprendente era il suo intuito. Prima di conoscerlo aveva sempre pensato che Shuichi fosse una specie di genio, ma ora doveva ammettere che quel ragazzino non aveva nulla da invidiargli.
Lo strinse a sé come si fa con un peluche, ignara del fatto che il giovane detective fosse rosso in volto e parecchio imbarazzato nel ritrovarsi con il corpo aderente al suo. Era pur sempre un adolescente, sentire le morbide curve di una donna provocava il lui reazioni comprensibili.

- Ma tu guarda, la signorina dell'agenzia investigativa sarebbe molto gelosa se sapesse che ti fai coccolare dalle donne mature!- intervenne Shiho, che fino a quel momento era rimasta a guardare la scena piuttosto divertita con aria sorniona.
- Ma cosa dici, sono troppo vecchia per lui!- lo allontanò finalmente da sé.
- E questo che c'entra? Sei una bella donna con dell'esperienza, il sogno di ogni adolescente-
- Ma la vuoi smettere?!- si lamentò lui, sempre più imbarazzato.

Continuarono quel siparietto comico tra frecciatine e risate, fino a quando furono interrotti dall'arrivo di Shuichi, attirato da quegli schiamazzi. In quell'istante il gelo calò nell'entrata di quella grande casa, come se il freddo inverno fosse arrivato all'improvviso, senza risparmiarsi. La tensione che sembrava essersi dissolta grazie a quel ragazzino speciale ricomparve, più forte di prima.

- Akai-san, le nostre ospiti sono qui- ruppe il silenzio Shinichi, sorridendo all'amico.
- Lo vedo- rispose semplicemente lui, tentando di ricambiare il sorriso con scarsi risultati.

Tomorrow (I'm with you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora