Capitolo 22: Un prodigio in aula

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Capitolo 22: Un prodigio in aula

Alle otto in punto si trovavano già in tribunale, pronti per entrare in aula. Lei, James, Shuichi e Camel erano seduti appena fuori dalla porta, chiusi in un silenzio quasi religioso. Si rese conto che stava agitando nervosamente una gamba, forse più del dovuto: era visibilmente in ansia e sentire gli sguardi dei suoi colleghi puntati addosso non la aiutava di certo. Probabilmente dovevano essersene accorti anche loro. Tutto intorno a lei la rendeva terribilmente inquieta, quasi infastidita.

Come per il precedente processo, Vermouth aveva scelto di farsi difendere dallo stesso, presuntuoso avvocato: comprensibile, dal momento che le aveva permesso di temporeggiare la sua condanna ufficiale. Forse questa volta sperava addirittura di farla franca e forse ci sarebbe anche riuscita. Questa era la sua più grande paura. Se si fosse avverata, non avrebbe avuto davvero più nulla in cui credere.

Il pubblico ministero aveva convocato una nuova giuria, come da prassi: non era infatti possibile riavere la stessa giuria del precedente processo, ma forse questo era un bene. Si augurava che queste persone fossero più propense delle precedenti a credere alla storia del farmaco dalle proprietà ringiovanenti.

Il suo flusso di pensieri fu distratto dall'arrivo di Hidemi, che li salutò e si sedette di fianco a loro, restando poi in silenzio. L'atmosfera era pesante, si leggeva la preoccupazione sulle facce di tutti: fu in quel momento che realizzò di non essere la sola ad avere paura o ad essere rimasta delusa dallo scorso processo. Tutti loro volevano la stessa cosa.

Mentre rimuginava su tutto ciò, dalla porta di ingresso entrò un gruppo di persone. Quando furono abbastanza vicine da riconoscerne i volti, restò senza parole. Nessuno disse nulla, due di loro si limitarono a sorriderle.

- Cool Guy...Shiho...- riuscì solo a dire in tono flebile, colta dall'emozione.

- Da quanto tempo , Jodie-sensei - la salutò Shinichi.

- Non potevamo mancare- aggiunse Shiho.

Dietro di loro il resto del gruppo attendeva il proprio turno dei saluti, non volendo risultare troppo invadenti. I coniugi Kudo, i genitori di Shuichi e la sua sorellina. Pensò che non aveva avuto occasione di conoscere bene questi ultimi, anche se le sarebbe piaciuto conoscere a fondo le origini dell'uomo che amava.

Si alzò dalla sedia, animata da una sconosciuta forza interiore che si svegliava in lei ogni volta che vedeva quei due ragazzi.

- Come state?- li abbracciò entrambi, prima l'una e poi l'altro.

- Non c'è male e Lei?- rispose il giovane detective.

- Ancora con questo "Lei"?- lo rimproverò.

- Perdonalo, è un vecchio noioso e abitudinario nel corpo di un diciassettenne- non mancò di ironizzare Shiho.

- Senti chi parla!- replicò lui, borbottando e storcendo le labbra.

- Ma siete davvero venuti fino a qui solo per assistere al processo?- chiese incredula.

- Ti sbagli- sentì la voce di Akai dietro le sue spalle - Loro sono gli ospiti d'onore del processo-

Non ci fu il tempo di ulteriori spiegazioni e presentazioni, la porta dell'aula si aprì e vennero chiamati ad entrare. Mentre percorreva quei pochi metri per andare a sedersi al suo posto, fece scorrere lo sguardo sui volti di tutti e dodici i nuovi giurati, come se solo guardandoli negli occhi potesse capire se avrebbero creduto alla loro versione o a quella di Vermouth.

Tomorrow (I'm with you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora