Capitolo 10: Un dolce, diabolico piano

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Versò le uova sbattute nella padella scaldata in precedenza, osservandole sfrigolare e assumere la classica colorazione gialla della cottura. Accertatosi che il lato sottostante fosse cotto, sollevò con una paletta metà dell'omelette e la piegò sull'altra metà, spegnendo il fornello. La fece poi scivolare in un piatto, che poggiò sul bancone della cucina vicino a un vasetto di marmellata e un tubetto di glassa di cioccolato. Sarebbe stato il destinatario di quella colazione a decidere con cosa farcirla. Nell'attesa che arrivasse, si preparò un buon caffè, com'era solito fare ogni mattina.
Il giovanotto nella sua divisa scolastica non tardò ad arrivare, entrando in cucina mentre si stava ancora allacciando la giacca e sistemando la cravatta.

- Buongiorno- lo salutò.

- Che profumino!- esclamò il ragazzo in tutta risposta, avvicinandosi al bancone e osservando stupito l'omelette nel piatto.

- Sono contento che ti piaccia, visto che è per te- sorrise, versandosi il caffè ormai pronto in una tazzina.

- L'ha preparata per me?- si indicò con l'indice - Non c'era bisogno, si crea sempre troppo disturbo Akai-san-

- Nessun disturbo, ti ripeto che sono un ospite in questa casa- bevve il primo sorso dalla tazzina.

- Lei non mangia mai nulla?- si sedette al bancone, prendendo la glassa al cioccolato e versandone un po' sopra all'omelette.

- Di solito no, mi basta una buona tazza di caffè. Qualche volta faccio un eccezione ma il più delle volte mangio qualcosa in tarda mattinata-

- Capisco- annuì, tagliando un pezzo di quell'appetitosa colazione e portandoselo alla bocca.

Lo osservò masticare con gusto, assaporando il cibo. Si compiacque di vederlo così, significava che ciò che gli aveva preparato era stato gradito.

- È squisito!- disse infine, quando ebbe deglutito.

- Bene, sono contento- gli sorrise - A proposito di dolci, vorrei chiederti una cosa- posò la tazzina ormai vuota nel lavello, facendovi scorrere un po' di acqua dentro.

- Mi dica- lo ascoltò con attenzione.

- Ti spiace se invito qui Jodie per mangiare una fetta di torta?- arrivò dritto al punto, com'era solito fare.

Lo vide assumere un'aria a metà fra il sorpreso e lo stranito, come se non si aspettasse quella richiesta. Non poteva biasimarlo, in effetti agli occhi di chi non sapeva poteva sembrare una domanda strana.

- No, certo che no- rispose infine - Ma perché una torta?-

- Il fatto è che qualche giorno prima le ho parlato di una pasticceria molto bella qui nel quartiere, nella quale sono andato e devo dire fanno dolci molto buoni. Jodie è un po' golosa e le è venuta voglia di torta, così le ho promesso che avrei preso una delle loro torte per fargliela assaggiare. Inoltre mi ha confessato che ha voglia di vedere il suo detective preferito, quindi ho pensato di invitarla direttamente qui-

Aveva modificato un po' la realtà, non poteva dire come stavano esattamente le cose, altrimenti avrebbe dovuto dare ulteriori spiegazioni. Erano piccole bugie innocenti dopotutto, non avrebbero fatto male a nessuno. Inoltre sapeva come colpirlo nell'orgoglio, sentirsi dire di essere il detective preferito di un agente dell'FBI doveva essere un vanto per lui; d'altra parte Jodie non gli aveva mai nascosto la simpatia che nutriva nei suoi confronti. Non c'era motivo per cui non dovesse credere alle sue parole.
Come si aspettava, lo vide arrossire leggermente, abbozzando un sorriso: aveva abboccato.

Tomorrow (I'm with you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora