Capitolo 27: Appuntamento a tre

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Quando il mattino seguente Jodie arrivò in ufficio lui si trovava già lì, seduto alla scrivania con il suo caffè nero ormai non più caldo. Come previsto aveva dormito malissimo, quasi per nulla, rigirandosi nel letto e provando più volte a leggere qualcosa nel tentativo di trovare pace. Persino le sue occhiaie erano più accentuate del solito. Come previsto, Jodie se ne accorse subito e lo guardò aggrottando le sopracciglia e avvicinando di poco il volto al suo.

- Mamma mia Shu, che faccia! Ma sei peggio di come ti ho lasciato ieri sera!- esclamò.

- Grazie di avermelo fatto notare-

- Sul serio, sei sicuro di stare bene?-

- Sì, ho solo dormito male-

- Come mai?-

- Qualche pensiero di troppo- ammise, restando però vago nella sua spiegazione.

- Ne vuoi parlare?- insistette.

- Tranquilla, si risolverà-

Notò l'espressione delusa sul volto della compagna quando pronunciò di nuovo quelle parole: sapeva che Jodie avrebbe soltanto voluto che si confidasse con lei, ma non poteva farlo, in quel momento più che mai. Non poteva dirle la verità, doveva farla soffrire ancora una volta ma a fin di bene. Chissà poi se stava facendo davvero il suo bene.

- Hai già preso il caffè?- le chiese, nel tentativo di cambiare argomento.

- Sì, ho fatto colazione a casa-

- Allora cominciamo subito, ci hanno assegnato un nuovo caso-

Le allungò un dossier contenente dei documenti, tutti riguardanti le informazioni raccolte. C'era da dire che dopo la vicenda dell'Organizzazione qualunque altro caso appariva loro di una noia mortale. Si alzò dalla sedia della sua scrivania e si sedette sulla scrivania di Jodie, che si trovava accanto alla sua, prese il suo caffè e bevette un sorso mentre la osservava leggere i fogli del dossier.

- Tu li hai già letti tutti?- chiese, senza staccare gli occhi dai fogli.

- Ovvio-

- Domanda stupida- scosse la testa.

Attese che terminasse di leggere tutto e poi iniziarono a discutere del caso. Poco dopo li raggiunse anche Camel e gli fecero un riassunto della situazione.

Lavorarono per le successive quattro ore senza interruzioni, fino a quando non arrivò il momento della pausa.

- Io vado a pranzo con Dave e Joshua in un nuovo ristorante che ha aperto poco lontano da qui. È un posto tranquillo e senza troppe pretese ma pare che si mangi bene. Venite anche voi?- chiese loro Camel.

- Grazie ma per oggi passo- declinò l'offerta.

- Anch'io, sarà per la prossima volta- fece lo stesso Jodie.

Camel li salutò e si allontanò dalla postazione di lavoro, lasciandoli soli.

- Se volevi potevi andare- le disse.

- Lo so, ma non mi andava di abbandonarti da solo-

- Guarda che non ho bisogno della babysitter. Sto bene, davvero. E poi non ho nemmeno molta fame quindi penso che salterò il pranzo per oggi- si mise a leggere delle carte che aveva sparse sulla scrivania.

- Shu non va bene, devi mangiare qualcosa. Non puoi riempirti solo di caffè- lo rimproverò come nemmeno sua madre aveva mai fatto.

Anche se aveva sempre finto il contrario, la preoccupazione e i rimproveri di Jodie gli facevano piacere in fondo. Era bello avere qualcuno che tenesse a lui, era bello che lei gli rivolgesse tutte quelle attenzioni. Ma alla fine anche quello era più un male che un bene, perché così facendo sarebbe sempre rimasta attaccata a lui. Forse non avrebbe mai potuto restituirle quella parte di lei che era rimasta così attaccata a lui, era normale: in fondo erano stati insieme, si erano amati ed era rimasto dell'affetto fra loro anche dopo la rottura, Jodie non si sarebbe mai comportata come una perfetta estranea nei suoi confronti. Tuttavia temeva che questo potesse tenerla prigioniera in quella gabbia da cui invece Clay stava cercando di liberarla.

Tomorrow (I'm with you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora