Capitolo 1

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MAYA POV

Seoul.

Non mi sarei mai aspettata di ricominciare tutto a Seoul. Un'enorme metropoli è un buon modo per ricominciare tutto dall'inizio, vero?

Per la milionesima volta osservo che sia tutto perfetto. Indosso una camicia con un fiocchetto blu ed una gonna plissettata a scacchi blu e bianchi. Un paio di calze fino al ginocchio bianche e delle semplici scarpe blu.

Guardo attentamente la linea che divide i miei capelli in due parti per controllare che sia perfettamente al centro. Faccio un giro su me stessa accertandomi che le calze restino ferme a metà ginocchio e per l'ennesima volta sistemo il fiocco già perfettamente dritto.

Finalmente posso dire di essere perfetta, tutto è al suo posto. È da stamattina che l'ansia mi sta giocando un brutto scherzo, non ho mangiato nulla e a momenti non bevevo neanche un bicchiere d'acqua per paura di andare a vomitarlo.

Oggi avrò la possibilità di ricominciare tutto. Nuova scuola, nuove persone e spero anche nuova me.

Per un momento sento mancarmi il fiato ma dura un attimo, il momento dopo riesco a mandare via questa brutta sensazione.

Andrà tutto bene.

Scendo le scale e raggiungo mia madre che è concentrata nel cucinare qualcosa ai fornelli.

"Mamma, non ti sarai dimenticata che oggi devi accompagnarmi a scuola, vero?"

"Ti accompagno ma domani dovrai prendere il pullman"

Il pullman...per ricominciare dovrò prendere anche quello.

"Va bene"

Appena saliamo in macchina sto per mettermi le cuffie ma mia madre decide che è il momento dei suoi discorsetti.

"Sicura che oggi non volessi prendere il pullman solo perché volevi dormire di più?"

"Certo mamma, per quale altro motivo non lo avrei voluto prendere?"

Sono diventata così brava a nascondere quello che provo che a volte non sono neanche più sicura che quello che dico sia verità o bugia.

In realtà il solo pensiero di prendere il pullman mi agita. Il pensiero di salire, essere analizzata da tutti, l'ansia di non trovare un posto vuoto e dover per forza interagire con qualcuno per potermi sedere...

"Hai ragione, scusa. Ormai quel brutto periodo è passato"

Non proprio ma sono felice che almeno loro ci credano.

Metto le cuffie e faccio partire eternally dei TXT per non permetterle di farmi altre domande.

Amo questa canzone. Parte quasi come una ninna nanna e mi rilassa completamente per poi farmi battere il cuore quando cambia completamente ritmo. Descrive esattamente me. Questa canzone è come un dondolo che oscilla tra un cielo mite ed una tempesta. È un moto inarrestabile, non c'è modo di fermarlo neanche per un secondo. Io sono proprio come un dondolo che non sa come fermarsi ma oscilla vertiginosamente tra momenti di ansia e momenti di pace.

"Siamo arrivate, buon inizio tesoro"

Mi lascia un bacio sulla guancia e instintivamente la abbraccio forte.

"Ti voglio tanto bene, sei la migliore. Grazie per il passaggio"

Scendo dalla macchina e la saluto mentre va via. Appena non vedo più la sua macchina, prendo dal mio zaino il mio fedele berretto bianco con la visiera che copre i miei occhi per poi impormi di camminare e superare il grande cancello. La prima cosa che noto sono tanti ragazzi e ragazze che si incontrano in piccoli gruppetti nel giardino, aspettando il suono della campanella.

Alcuni si abbracciano felici di rivedersi dopo l'estate, altri bisticciano mentre decidono i posti per quest'anno. Questa è la normalità a cui tanto ambisco.

Mi faccio forza e cammino a testa alta davanti a tutti ma, quando sento che qualcuno mi sta guardando ed indicando, penso subito al peggio.

Ho qualche capello fuori posto?

Ho un po' di dentifricio sulle labbra?

O forse stanno parlando di quanto sia brutto il mio cappellino.

Mi costringo a smettere di dubitare su tutto o scapperò via prima ancora di essere entrare.

"È nuova, vero? Non l'ho mai vista"

"Si, deve essere una novellina"

Appena sento queste parole abbasso lo sguardo sui miei piedi e aumento il passo aprendo la porta d'entrata della scuola.

Appena mi chiudo la porta alle spalle, tiro un sospiro di sollievo ed inizio a girare cercando di trovare la segreteria. Non chiederei mai a nessuno dove si trova, so che dovrei ma mi giustifico pensando che la prossima volta non mi farò più questo problema.

Assorta nei miei pensieri, non mi accorgo di finire addosso a qualcuno che, instintivamente, mi afferra da un braccio evitandomi una brutta caduta.

L'anello con cui avevo giocato fino ad ora cade dalle miei mani e finisce a qualche passo dalla persona di fronte a me.

"Non guardi mentre cammini? Potevi farti male"

Ma, invece di rispondergli, abbasso solo di più lo sguardo e lo supero iniziando ad incamminarmi senza neanche sapere dove.

"Hey cappellino bianco! Il tuo anello è qui!"

A malincuore, lo lascio a lui. L'anello è l'unica cosa che avevo di familiare in questo nuovo ambiente ma, l'idea di dover alzare lo sguardo e guardare chi avevo di fronte, mi mette troppa angoscia.

La paura di vedere in quegli occhi un suo giudizio nei miei confronti è più grande della voglia di riavere il mio anello. Me ne farò una ragione.

Ora devo solo trovare la segreteria.

X || Ricomincio Da Me ~ Han JisungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora