Capitolo 2

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MAYA POV

In questo momento potrei sembrare tranquillamente una pazza. Corro per i corridoi spostando lo sguardo a destra e a sinistra per trovare la mia classe.

Freno di botto quando, finalmente, me la ritrovo davanti e, prima di aprire la porta, cerco di rendermi presentabile. Prendo l'ultimo fazzoletto che avevo e mi asciugo il sudore dal viso, con le mani aggiusto i capelli e sistemo la camicia che si è leggermente stropicciata.

Busso e, appena sento 'avanti', entro cercando di farmi vedere il meno ansiosa possibile.

Sii naturale.

"Tu devi essere la ragazza nuova"

Annuisco senza aggiungere nulla, la gola mi si è seccata e, la paura di fare uscire una voce stridula, fanno fallire la mia voglia di non farsi riconoscere come la 'strana' già al primo giorno scolastico.

"Prego, si presenti"

Mi giro verso la classe e per un momento mi sembra di ripiombare su quel palcoscenico.

Questi ragazzi mi guardano proprio come lo facevano gli spettatori quel giorno.

Chi mi guarda con un sguardo perplesso, chi si avvicina all'amico per sussurrargli qualcosa.

Inizio a torturarmi le dita con le unghia. Faccio un passo indietro e, quando mi si para davanti l'idea di fuggire dalla classe, un ragazzo si alza e viene verso di me. Prende un gesso e me lo lascia nelle mani.

Non guardo per molto il suo viso ma, da quel poco che ho visto, il suo sguardo sembra serio. Come dovrei interpretarlo? Pensa che io sia strana o che sia solo timida? Non ride di me ma non mi fa sentire neanche a mio agio.

"Usa la lavagna"

Capisco subito. Mi giro verso la lavagna, scrivo il mio nome e cognome e sotto ci scrivo che spero andremo tutti d'accordo.

"Va bene Evenson, può andarsi a sedere lì"

Mi indica proprio il posto davanti a quel ragazzo e, a testa bassa, mi dirigo senza aggiungere nient'altro.

Se non fosse stato per quel ragazzo probabilmente me ne sarei scappata e mi sarei sentita in colpa per aver fallito nuovamente.

Un dito punzecchia la mia spalla ed io, automaticamente, mi giro trovandomi proprio il soggetto dei miei pensieri con un fazzoletto in mano.

"Per il sangue"

Lo guardo senza capire, sangue?

"La mano"

Lascia il fazzoletto che prendo al volo e solo in quel momento mi rendo conto che, al lato del pollice, vicino l'unghia, esce un po' di sangue. Probabilmente quando con l'unghia graffiavo il mio pollice ho fatto troppo forte.

Lo ringrazio ma non sono neanche sicura mi abbia sentito, la mia voce era troppo bassa e lui non sembra voler aggiungere altro.

Copro il dito con il fazzoletto e porto la mia attenzione sulla lezione. In meno di cinque minuti mi è stato d'aiuto due volte, il suo sguardo è impassibile ma i suoi gesti sono quelli di una persona molto attenta. Dovrei ringraziarlo?

***

JISUNG POV

Forse l'unica cosa che non mi è mancata per niente è la mensa immersa nel suo casino.
Perché devono tutti urlare così tanto?

"Jisung ci sei?"

Spinge indietro la mia testa con un dito ed io lo guardo male. Sa quanto odio quando fa così.

"Son YoungJae, potresti smetterla e farmi mangiare in santa pace?"

"Va bene va bene ma non chiamarmi così. Poi non chiedermi perché gli altri ti allontanano e non hai amici"

"1 Sono io ad allontanare gli altri e non viceversa. 2 Mi chiedo sempre perché sono tuo amico"

"Ma smettila di sparare stronzate e mangia, magari ti ci strozzi anche"

Alzo lo sguardo verso l'entrata della mensa quando vedo una ragazza minuta entrare. Ha un cappellino bianco e non riesco ad osservarla come vorrei.

"È lei! La ragazza di cui ti parlavo prima"

"Quella dell'anello?"

Annuisce energicamente e poi alza la mano iniziando a chiamarla.

"Hey cappellino bianco!"

Lei alza lo sguardo ed è impossibile, per me, non riconoscerla. La osservo attentamente. Fa qualche passo per raggiungerci ma, quando si guarda attorno, ritorna indietro e se ne esce dalla mensa.

"Quella ragazza è proprio strana e anche maleducata, volevo solo ridarle l'anello ma mi ha ignorato per ben due volte"

"Non è maleducata"

"Cosa?"

"Ti ho detto che non è maleducata e neanche strana"

"Han Jisung stai bene? Sicuro di non aver sbattuto la testa? È la prima volta che non ti sento criticare qualcuno"

Alzo gli occhi al cielo e sto per alzarmi per uscire dalla mensa ma Eric mi ferma per un braccio.

"No aspetta, ho giudicato senza conoscerla. Voglio sapere cosa i tuoi occhi hanno analizzato, lei mi incuriosisce"

Ormai era un'abitudine, mi chiedeva sempre cosa ne pensavo su certe persone per poi potersi avvicinare. Sapeva che difficilmente fallivo, quasi sempre indovinavo com'era quella determinata persona. Anche quando si fidanzò con una certa tipa più grande gli dissi tante volte che non era quella che voleva farsi credere ma non mi aveva mai creduto finché, poi, non si è scoperto che lo tradiva con un altro ragazzo.

"Va bene ma poi vado via"

"Va bene, ora dimmi"

"È in classe con me, è pronta a schivare chiunque gli si presenti davanti ma è anche intenzionata a cambiare. Vuoi sapere come l'ho capito?"

"Certo"

"Testa bassa, non guarda mai nessuno in viso per più di tre secondi, passi lenti e indecisi dimostrano quanto abbia paura del mondo che la circonda"

"Ma?"

"Ma oggi in classe pur di presentarsi ha scritto tutto sulla lavagna, questo dimostra quanta volontà ci stia mettendo. La sua scrittura era lenta, ordinata e di bell'aspetto, questo mi ha fatto intuire quanto volesse fare bella figura. Poteva benissimamente scrivere solo il suo nome se voleva essere lasciata in pace ma ci teneva ad attirare lo sguardo degli altri"

"Altro?"

"Indossa sempre un cappellino per non farsi guardare in viso ma ti sei chiesto perché lo ha scelto bianco? Se veramente non si fosse voluta far notare lo avrebbe scelto di tonalità scure invece lo ha scelto bianco. Il bianco è un colore che spicca e lo ha usato per dimostrare che lei c'è, non vuole essere messa all'angolo".

"Han Jisung, i tuoi occhi mi mettono paura ma allo stesso tempo meraviglia"

"Conclusione, ha paura di farsi avanti ma la sua volontà di vivere e farsi apprezzare dagli altri è molto più alta. C'è solo un unico problema che disprezzo di lei"

"Cioè?"

"Sta cercando di farsi piacere dagli altri dimenticandosi che è più importante quello che lei pensa di se stessa. Se continua così non otterrà mai quello che vuole, affonderà sempre di più"

E così dicendo me ne esco dalla mensa mentre Eric alza gli occhi al cielo.

"Non cambierai mai!"

E so benissimo che si rifesce al fatto che in qualche modo finisco sempre per trovare un difetto per tutti.

In realtà so che il mio non è disprezzo ma curiosità, interesse. Riconosco i comportamenti e i sentimenti altrui, sarebbe impossibile non riconoscere i miei.

***

Heyy 🙋🏻‍♀️

Ultimamente sono in fissa con i the boyz perciò ho inserito nella storia Eric Son🥺❤️

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