Capitolo 7

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MAYA POV

Appena sento la campanella suonare mi alzo mettendo quaderni e libri nello zaino.

"Maya dobbiamo andare o perderemo il pullman"

Il pullman... Non lo avevo ancora preso per niente, la mattina mi alzavo presto solo per andare a piedi.

Mentre camminiamo la mia mano e quella di Jisung si sfiorano leggermente ad ogni passo. Averlo così vicino mi rende tranquilla, sapere di girare per scuola affiancata da qualcuno che reputo ormai "familiare" mi conforta. Alzo lo sguardo e con un po' di difficoltà osservo attentamente tutti gli studenti che mi circondano.

È come se per la prima volta cadessero quegli adesivi a forma di X dalla faccia delle persone, quegli adesivi che io stessa mi creavo. I loro visi non sono più un'incognita per me. Non li guardo come vorrei ma riuscire a camminare a testa alta per più di cinque minuti è già tanto per una come me. Finalmente posso convincermi che a piccoli passi posso farcela, posso cambiare e migliorarmi.

"Ragazzi!"

"Aspettatemi! Han Jisung, non fare finta di non sentirmi!"

Eric ci raggiunge un po' stanco dopo la corsa e mette un braccio sulle spalle mie e di Jisung mettendosi in mezzo tra noi due.

"Dove andate di bello?"

"Non ti interessa"

"Quanto sei odioso! Voglio venire anche io"

"Oggi è giovedì, te ne sei dimenticato?"

"Lo avevo completamente rimosso... Quei bambini un giorno mi faranno uscire pazzo"

Appena sento parlare di bambini inizio ad ascoltare con curiosità la conversazione.

"Bambini? Quali bambini?"

"Sono due pesti, i miei zii me li lasciano il giovedì perché è il giorno libero della babysitter. Se vuoi un giorno te li presento ma di solito nessuno riesce a gestirli, sono troppo vivaci insieme"

"Davvero? Si...mi piacerebbe conoscerli"

"Maya ti piacciono i bambini?"

"Si. A chi non piacciono?"

"A me"

Sposto lo sguardo su Jisung.

"E perché mai?"

"Non fanno mai quello che gli dici e piangono sempre"

"È il tuo sguardo il problema, poveri bambini... Costretti a stare con te"

Lo sguardo che Jisung mi rivolte mi fa ridere ed Eric mi batte il cinque.

"Con questo cosa vorresti dire?"

Sorrido genuinamente e con il dito spingo la sua testa indietro. Jisung corruga la fronte ma torna quasi subito al suo sguardo neutro.

"Io? Proprio nulla"

Li lascio un po' indietro e accendo il mio telefono.

"N-non le hai detto nulla!"

Cosa doveva dirmi?

"Stai zitto"

"No! Se lo faccio io ti arrabbi ma se lo fa lei non dici nulla? Ti sembra equo?"

Mando un messaggio a mia madre per avvisarla che oggi farò tardi per poi fermarmi davanti al cancello della scuola. Intreccio le braccia sotto il seno e sorrido nel vedere quei due bambini che ancora bisticciano per chissà cosa.

***

JISUNG POV

"Maya, il pullman sta per arrivare"

Mi giro a guardarla e noto che il suo sguardo è fisso davanti a sé. Sembra assorta nei suoi pensieri.

I capelli ogni tanto si alzano in sbuffi per poi tornare sulle spalle, continua a torturarsi il labbro con i denti e vorrei tanto capire come aiutarla.

"Maya, hai sentito?"

Continua a graffiare con le unghia le sue dita e non posso che capire che qualcosa non va. Quando se la prende con le sue povere dita significa che qualcosa la mette in ansia o la turba. La conosco da pochissimo ma sento di comprenderla almeno un po'.

Afferro la sua mano e la tiro verso di me.
È talmente distratta che mi finisce addosso. Ci guardiamo senza sapere cosa dire, per l'imbarazzo entrambi voltiamo lo sguardo verso il pullman ormai arrivato e ci stacchiamo.

Cerco di lasciarle la mano ma lei la stringe ancora più forte conficcando le unghia nella pelle della mia mano.

"Maya...mi lascerai dei segni"

"Scusa"

Lei lascia di scatto la mano e saliamo sul pullman e dopo aver fatto vedere il nostro abbonamento cerco un posto.

Mi dirigo verso gli ultimi posti ma quando mi giro per invitare Maya a mettersi dalla parte del finestrino noto che è ferma lì dove l'ho lasciata. Cerca di mettere un passo avanti ma quando vede che tutti la guardano ne fa uno indietro. So già cosa sta per fare ma non glielo lascerò fare.

La raggiungo e le afferro di nuovo la mano.

"Basta scappare"

Stringo la mia mano nella sua e la porto nei posti che avevo adocchiato.

"G-grazie"

Prima che possa pensarci due volte la mia mano accarezza la sua testa e le sorrido dolcemente.

"Sai cosa mi ha incuriosito di te?"

"No"

"Sei così piccola che mi viene voglia di proteggerti"

"È un complimento?"

"Penso di si"

X || Ricomincio Da Me ~ Han JisungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora