17.

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Hailey

Hailey, ancora non credeva a cos'era successo. Dopo aver passato assieme a Lennox almeno un paio d'ore sotto quell'albero a parlare di ogni cosa equivocata fra di loro, in quel momento gli era stretta addosso... e ringraziava il motore della moto, guidata da lui. Faceva troppo casino per poter parlare e, per quanta confusione vi era dentro la sua testa, fu un toccasana. Al contrario di sentire gli addominali di pietra sotto le mani, che le facevano pizzicare la pelle in maniera oscena. Dovesse essere un sogno, che nessuno mi svegli.

    La realtà, la sua specialmente, non era così emozionante da... anni, nemmeno ricordava da quanto. E le faceva paura ma, dall'altra parte, la faceva sentire di nuovo viva.

    Sembrava un'assurdità anche solo da pensare ma era così. Da quando aveva perso i nonni, da quando si era messa assieme a Troy... il suo cuore batteva, ma mezzi rintocchi mai pieni, e non aveva più vissuto, si era limitata a sopravvivere. A tirare al giorno dopo.

    Ma in quel momento?

    «Eccoci» Lennox inchiodò accanto all'ingresso e, non appena lei scese, la seguì passandosi una mano sul ciuffo arruffato dal vento.

    «Come mai... siamo qui?» non sapendo che dire Hailey sparò la prima cosa che le era venuta in mente, stranamente in imbarazzo. Era salito in sella lanciandole il casco, non le aveva detto niente a proposito del voler tornare in hotel.

    «Ho bisogno di parlare con Morris» guardatala per un secondo di sfuggita, Lennox attraversò le porte della hall, per poi puntare direttamente ad uno degli ascensori marciando. Se non avessero appena chiarito, le sarebbe sembrato incazzato. «Che c'è?» le ringhiò quando la vide fissarlo. Ok, era incazzato.

    «Mi chiedevo solo come avessi fatto a farti incazzare senza nemmeno parlarti...» entrati nel piccolo spazio di metallo e vetro, lo vide ghignare dando fuoco alla sua pelle come solo lui sapeva fare. «V-Vorrei capire come sono stata... tanto brava...»

    «Non crederai mica che tutto giri attorno a te splendore» si era fatto più vicino o era una sua impressione? «Non sei il mio unico pensiero.»

    «Davvero? Riesci a pensare a più cose allo stesso tempo?» non seppe nemmeno come le uscì quella battutina da quinta elementare... ma quando le si schiacciò contro il petto, senza davvero premersi contro di lei, Hailey si scordò persino il suo nome. Il potere che aveva avuto su di lei sei anni prima sembrava riaffiorato di colpo e, quando si attorcigliò una sua ciocca attorno al dito sentì le ginocchia tremare ed il millimetro di aria fra loro frizzare.

    «Un tempo non avevi questa lingua affilata Willy» la stuzzicò sollevando quel sopracciglio con il piercing.

    «È forse un problema per te

    Le porte si aprirono e, prima che divenne chiaro chi ci fosse fuori, la tirò leggermente per posare le labbra sul suo orecchio. «Se devi chiederlo vuol dire che non sono stato abbastanza... esplicito.» Non la toccò oltre, ma lo sguardo che le diede... ragazzi, quello avrebbe di sicuro potuto esser la causa dello scioglimento di ogni ghiaccio o di una calotta polare. Sembrava prometterle un sacco di cose peccaminose anche solo da pensare e, subito, Hailey si sentì le guance avvampare. «È bello sapere che ti faccio sempre lo stesso effetto.»

    «Che mi esasperi...?»

    «Continua a crederci-»

    Un colpo di tosse li fece girare verso le porte aperte, alle quali erano poggiati Paul e Tom con aria fin troppo divertita. «Vi baciate o no? Non ho tutto il giorno» sorrise il rasato, prendendosi uno schiaffo sul coppino dall'altro. «Bacchettone.»

RAVENED - E se il vero amore tornasse?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora