23.

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Hailey

La mattina seguente Hailey si ricordò della lettera di Troy solo quando, con in mano il grembiule, si diresse al lavoro a piedi assieme a Lennox. La sera prima non appena aveva messo piede in stanza era stato capace di farle dimenticare persino il suo nome — come ogni santa volta — ma in quel momento? Quel pezzo di carta le bruciava nella tasca dei jeans nemmeno fosse in fiamme.

    «Devo dirti una cosa...» cercò di usare un tono disinvolto, ma le uscì una specie di sospiro tremante.

    «Spara» fermandosi dopo un paio di passi, ad un dieci metri dal retro del locale, Lennox le puntò addosso quelle iridi di colore diverso facendole fremere il ventre. Oh insomma diglielo.

    «Ieri, quando ho tirato fuori la divisa dallo scatolone... ci ho trovato qualcosa dentro» vedendolo assottigliare il sorriso in un'espressione confusa, continuò, «una lettera.» Specificare di chi fosse era inutile.

    Ci fu un assurdo momento di silenzio, uno di quelli in cui i secondi diventano ore, poi le alzò il sopracciglio scettico. «Perché non me l'hai detto ieri?»

    «Ho avuto di meglio a cui pensare» rispose di getto, facendo spallucce. Era la pura e semplice verità.

    «Ok» fece poi lui riprendendo a camminare, anche se molto più rigido di prima, senza aggiungere altro.

    Tutto qui? Era felice che la cosa fosse andata tanto bene da non causare nemmeno una discussione, ma la sua bocca sembrò non volerne sapere di cucirsi. «Tutto ok?»

    Lennox si congelò. «Certo, perché l'hai ovviamente buttata senza leggerla» girandosi le lanciò uno sguardo che mai avrebbe pensato di vedersi rivolto, «veroPerché non sono stata zitta? Sospirando Hailey non rispose. «Cazzo! Non puoi fare sul serio!» Quella assomigliava decisamente di più alla reazione che si era aspettata. «Dov'è?»

    «Ce l'ho io...» ma non la tirò fuori, Lennox l'avrebbe decisamente polverizzata.

    «Cosa c'era scritto?» le marciò praticamente addosso, fino a torreggiarla.

    «Non lo so-»

    «Ma hai intenzione di scoprirlo» non era una domanda ma, comunque, annuì. A quel movimento Lennox si spostò come se fosse stato preso a schiaffi per poi tirare un calcio ad un cestino li vicino. «Cristo! Sei incredibile...!»

    «È solo una lettera Nox! Qual'è il problema?» come sempre succedeva tiravano fuori il meglio l'uno dall'altra ma anche il peggio e, di colpo, quel retrogusto di rabbia dimenticata le si arrotolò attorno alla lingua. Perché non poteva assecondarla per una volta? Perché non poteva dirle semplicemente "aspetta sta sera per leggerla, lo faremo assieme"?

    «Qual'è il problema?» gridò sconvolto attirando l'attenzione di più persone. «Dici seriamente?!» fece finta di pensarci poi gettò le braccia all'aria ed esplose. «Forse perché quel pezzo di merda ti ha quasi ammazzata? Forse perché non merita nemmeno di respirare la tua stessa aria-»

    «Nox

    Ringhiò, letteralmente, per poi affilare il tono. «Qual'è il vero motivo per cui non me l'hai detto subito ieri?» quella domanda velenosa le fece male quanto un pugno. «Perché hai aspettato?»

    «Credi...» facendo un passo indietro Hailey lo vide bloccarsi sul posto, che fosse stato il suo gesto od il suo tono non riuscì a dirlo con certezza. «Credi che volessi... nascondertelo?» l'espressione che per un misero secondo lo colpì le diede la risposta facendola sentire anche peggio. «Volevo stare con te perché tu eri la priorità-» cercò di avvicinarsi ma Hailey fece un altro passo verso il locale, «ma forse hai ragione: non avrei dovuto dirtelo.»

RAVENED - E se il vero amore tornasse?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora