II. Moreau...Cecille Moreau

438 21 1
                                    

Canzone consigliata: Snap out of it, Arctic
Monkeys.

"PORCA..." Mi risparmiai la fine di quella frase, nonostante se ne potesse trarre benissimo la conclusione.
Erano gli Arctic Monkeys. Tra le band emergenti più famose del Regno Unito e con uno dei frontman più sexy dell'universo: Alex Turner.

C'erano tutti: Alex Turner, Matt Helders, Jamie Cook e Nick O'Malley.
Mi ci volle un ragionamento della durata di dieci secondi, per accorgermi di aver pronunciato simile esclamazione ad un tono di voce tale da riuscire a  sovrastare il vociare dei ragazzi, che di scatto si girarono verso di me, scrutandomi.

" Eh lo so, facciamo sempre quest'effetto." Disse Helders, seguito da una gomitata di Turner in pieno stomaco.
Cercai di ricompormi e chiudere possibilmente la bocca, lasciandomi sfuggire un 'ehm ehm' nervoso per cercare di sdrammatizzare quella situazione così imbarazzante.

Turner si rivolse a me: "Si sente bene?"

*ALLARME! ALLARME! ORMONI IN LIBERTÀ! QUESTA NON È UN'ESERCITAZIONE, RIPETO QUESTA NON È UN'ESERCITAZIONE! CONNETTERE IL CERVELLO ALLA BOCCA DI CECILLE!*

" C-come? Oh s-sì benissimo, mai stata meglio... uhm accomodatevi pure, non vi ruberò molto tempo."

"È sicura di non voler bere qualcosa?" Rincarò.

E fu in quel momento che feci una tra le più grandi figuracce che potessi farmi.

"No, grazie. Come vede sono già abbastanza bagnata." Scherzai ingenua, mostrando i vestiti fradici.

"Ohh...ok." Aggiunse con un ghigno.

*QUESTO È UN CODICE ROSSO! R-O-S-S-O! FIGURA DI MERDA SENZA PRECEDENTI!*

I tre si voltarono ridendo verso Turner che li guardò a sua volta, rivolgendomi poi uno sguardo malizioso e tremendamente sexy.
Connettendo qualche neurone, spalancai gli occhi rendendomi conto della cazzata appena detta e portai le mani davanti alla bocca.

" NO ASPETTI, NON È COME SEMBRA... NEL SENSO.... HO I VESTITI BAGNATI."

Quello sorridendo, disse solamente: "L'avevo dedotto signorina."

Avrei voluto sotterrami, mentre gli altri continuavano a sghignazzare cercando di non farsi udire ma con scarsissimi risultati.
Quella giornata stava andando di male in peggio.

Arrossendo e stropicciandomi gli occhi:"Vogliate accomodarvi..."
I ragazzi presero posto sedendosi su delle poltroncine.
'Io con questo vestito come mi siedo?' pensavo tra me e me, ancora più in panico di quanto io già non fossi.
'In ogni caso mi si vedranno le mutande...'.
Mi sedetti, o perlomeno CERCAI di sedermi,sulla poltroncina, sbilanciata, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia per nascondere la mia biancheria intima alla vista di Alexander David Turner. Non esitò a seguire con gli occhi i contorni delle mie gambe incrociate, come se stesse cercando di ricordarle. Incrociai il suo sguardo che stava tentando di scorgere qualcosa di forse più interessante oltre alle mie gambe e appena accortosi di me, si girò subito dall'altra parte, facendo finta di niente.
Mentre distoglievo lo sguardo dal 'moro' che si stava accendendo una sigaretta, annunciai: "Ehm.. bene, allora Arctic Monkeys..." e cominciò finalmente l'intervista.
L'incontro durò all'incirca un'ora, durante la quale avevo incontrato molteplici volte il suo sguardo che mi scrutava quasi a volermi studiare, ma cercai di non farmi troppi film mentali.
Appunto... CERCAI...

Finimmo verso mezzogiorno, dopo l'intervista avrei avuto tutta la giornata libera ma decisi di tornare a casa e magari la sera sarei uscita con Jules, Beatrice e Violet: le mie migliori amiche che abitavano a Camden.
Mi alzai tirandomi giù il vestito, prendendo il cappotto che avevo lasciato sulla poltrona.

Gli Arctic raccolsero le loro cose e li scortai verso l'uscita dello 'Sharpener '. Mentre uscivano, Turner si mise gli occhiali da sole (nonostante fuori ci fosse tutto fuorché il sole) poi mi guardò e sorrise.
"Ha del dentifricio sul vestito."
Guardai la scollatura dell'inesistente seno dove stava guardando anche lui, notando una chiazza bianca di dentifricio poco più in basso. Arrossii ed immediatamente mi passai un dito sulla lingua, iniziando a strofinare.
La macchia sembrò dissolversi, fortunatamente.
Si mise a ridere mentre dalla tasca estraeva un pacchetto di Marlboro.
Con raffinata delicatezza, una sigaretta venne portata alla bocca ed infilata tra quelle auree labbra.

" È stato un piacere signorina...?"

"Moreau... Cecille Moreau."

" Uh, Francese?"

"Genitori francesi, ma nata e cresciuta a Londra. Una sorta di mezzo sangue, un po' fish and chips e un po' ratatouille...il piatto non il topo."

Sogghignò beffardo, alzò gli occhiali portandoseli sui capelli e mi strinse dolcemente la mano.
"A presto, Cecille." E così dicendo, varcò la porta.
Riuscii soltanto a biascicare qualcosa, balbettando.
"A-a presto signor T-Turner, è stato un v-vero piacere."
Si girò, facendo uscire il fumo dalla bocca.
"Ti prego dammi del tu."
E sparì, dietro la siepe che precedeva l'edificio.

Wow...
Guardai la mia mano, appena stata stretta da uno degli uomini più sexy del pianeta. Era come quando da piccola a scuola, il ragazzo che ti piaceva scopriva che esistevi per la prima volta, dopo anni che frequentavate la stessa classe.
FERMA!
È ALEX TURNER!... APPENA GIRA L'ANGOLO HA LE DONNE PIÙ BELLE DEL MONDO. È STATO SOLO UN BEL MOMENTO... FINE!
Cercavo di convincermene, mentre uscivo dall'ufficio e mi dirigevo nuovamente verso la metro.
E tra una corsa, un penny trovato per terra ed una gomma da masticare sotto la scarpa, mi sedetti e non dovetti starmene in piedi, attaccata ad un sudicio palo.
Ispezionavo il telefono, scorgendo qualche notifica.
Ad un tratto, sentii il suono che avrebbe preceduto la chiusura dei portelloni ed alzando lo sguardo, vidi un braccio bloccare quella partenza.

Quel braccio...

Old Yellow BricksDove le storie prendono vita. Scoprilo ora