IX. She's thunderstorm

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Canzone consigliata: I wanna be yours, Arctic Monkeys

Continuavo a grattarmi il palmo delle mani. Ero nervosissima.
Guardavo fuori dal finestrino e nonostante i semafori, i taxi, le persone abbracciate che camminavano per le vie di Londra e i cani che pisciavano in strada, continuavo a non riuscire a pensare ad altro se non a quando avrei rivisto Alex.
Da quando eravamo salite in macchina, non avevo detto mezza parola. E questo mio silenzio insospettì Jules, seduta di fianco a me.
"Ehi, tutto bene?" Chiese premurosa, prendendomi la mano e stringendomela nella sua
"Non so. Mi viene da vomitare, ho mal di pancia e vorrei solo tornare a casa." Risposi, appoggiando la testa contro sedile.
Mi prese il viso tra le mani.
"Non dirlo neanche per scherzo! Cecille, è un'occasione che non tutti hanno la fortuna di avere. Sono sicura che Turner apprezzerà sia te che il lavoro di almeno due ore che c'è stato dietro. Tira fuori le palle!"
Beatrice guardando il telefono si girò, rivolgendosi a noi.
"Ragazze, speriamo che il nostro lavoro non sia stato vano."
"Non vi sembra di stare esagerando?!" Ribattei.
"Non mi stavo riferendo a te, Cecille Turner..."disse, facendomi l'occhiolino "...quanto più alla tempesta che ci sarà stasera. Dicono di stare a casa dato che le strade, probabilmente, saranno inagibili. Che si fa?"
Ci guardammo tra di noi e sentii Violet sbattere la mano contro il volante, bisbigliando un: "Cazzo".
"I-io vado lo stesso..."Esordii con una leggera titubanza.
"Come pensi di tornare a casa?"Mi domandò Violet, guardandomi dallo specchietto retrovisore.
"Non lo so e in questo momento non ci voglio pensare."
"E cosa fai? Dormi per strada sotto una tempesta?"
"Troverò un modo."
"Se chiuderanno le strade non riusciremo a venirti a prendere. Penso che staremo a casa mia perché neanche Beatrice e Jules potranno tornare a casa. Tu, nel caso, chiama. E non fare cazzate tipo metterti in strada durante una TEMPESTA." Mi redarguì.
"Promesso. Non vi preoccupate, tanto ho portato il telefono."
"Cecille siamo quasi arrivate... PRONTA?" Chiese Beatrice, distogliendomi dalla ramanzina di Violet.
"Domanda di riserva?"
"Non ci sono domande di riserva, solo risposte." Disse, volgendomi uno sguardo 'ammiccante' che mi fece sorridere e, per qualche secondo, dimenticare che di lì a breve, si sarebbe aperto il sipario.

"Ed eccoci arrivate!" Esclamò Violet, frenando e girandosi verso di me.
"Ragazze, sento che potrei dare di stomaco da un momento all'altro."
"Ecco, piuttosto che vomitare addosso ad Alex,vomita nel maggiolino di Violet." Suggerì Jules, seguita dallo sguardo fulminante della proprietaria della vettura.
"VAI E CONQUISTA TURNER, CECILLE!" Mi urlarono, ed insieme facemmo un ultimo e clamoroso 'MERDA MERDA MERDA'.

Mentre aprivo la portiera, sentii dire da Jules:"Tette in fuori, pancia in dentro."
Mi riaffacciai nella macchina: "Ti devo ricordare che non le ho mai avute?"
Le vidi salutarmi e stamparmi baci sui finestrini per poi, poco dopo, scomparire.

Ora è tutto nelle mie mani.

Vidi un gruppo di persone, fuori dal locale.
Alcuni mozziconi incandescenti cadevano a ripetizione sul marciapiede umido, mentre altri venivano aspirati profondamente nella remota speranza di donare sollievo.
Mi fissarono per qualche secondo mentre ero lì, ferma sul marciapiede, poco prima dell'entrata.
Sistemandomi un po' e facendomi coraggio, mi avvicinai all'ingresso. Una ventata di fumo mi passò sotto il naso, facendomelo arricciare.

*RESPIRA ED ESPIRA, CECILLE. AFFERRA QUEL MANIGLIONE E FAI VEDERE A TUTTI CON CHI HANNO A CHE FARE. SU, ENTRA!*

Un odore di birra e acqua di colonia mi assalì.

Direi non male per gli standard di un locale inglese

Mi guardai attorno, spaesata. Non sapevo dove andare né tantomeno cosa fare.
Alcune persone in mezzo alla pista ballavano, sulle tracce del deejay. Erano così spensierate tra un tiro di tabacco e un sorso di Guiness che quasi invidiavo la loro gaiezza.
Mi affascinava guardarle e mi istigavano ad andare a scatenarmi con loro, ma cercai di trattenermi, per paura che da un momento all'altro potesse spuntare Alex.
Dall'ammasso di persone, vidi staccarsi un ragazzo che mi si avvicinò goffamente.

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