IV. Il Quindici di Denman Street

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Canzone consigliata: Cornerstone, Arctic Monkeys

"Questa fanciulla è un'altra delle tue conquiste, Turner?" Chiese il ragazzo.
Ridendo mi guardò per un secondo : " È solo una giornalista che deve finire di farmi alcune domande."
" Già" Confermai, leggermente intimidita.
" Vedrai, Alex ti farà scrivere proprio un BELL' articolo."
Capii subito il perché dell'accentuazione di quel "BEL" e non sapendo cosa rispondere mi dondolai su e giù con i piedi continuando a guardarmi intorno.
Finita la mia ispezione e concluso il breve dialogo tra Joseph e Alex, ci domandò: "Allora ragazzi, gradireste sedervi a quel tavolo, sotto la finestra?"
Il moro si voltò verso di me: " Cecille?"
"Oh, certamente" Risposi.
Il ragazzo strizzò un occhio al cantante, che si lasciò scappare un'espressione spavalda è piena di sè.

Per sedermi, mi sforzai di tirare il vestito verso il basso; vedevo il ragazzo che mentre appoggiava la chitarra per terra, si divertiva a vedermi in difficoltà.
"Cosa ridi?" Chiesi perplessa mentre arricciavo il naso nel far scorrere quel vestito strettissimo.
"Mi piace vedere come ti impacci in qualsiasi situazione."
Arrossii, forse per lo sforzo o forse per l'imbarazzo del non sapere se quella fosse una cosa da prendere in negativo o in positivo.
Spuntò d'un tratto il cameriere.
"Cosa vi porto?"
"Per me una Guinness e anche per la ragazza"
Lo guardai confusa e lui in risposta mi fece segno di fidarsi di lui.
Solo un problema... ero astemia.

*MA DAI, NON POSSO MICA DIRE AD ALEX TURNER CHE HO 23 ANNI E SONO  DISPERATAMENTE ASTEMIA*

Lasciai che il cameriere prendesse quell'ordine senza fare troppi capricci. Dopotutto era una semplice birra.
"Quindi Cecille, raccontami un po' di te."
Esitai per un attimo, colta alla sprovvista e non sapendo minimamente cosa dire. Cercai, allora, di mettere comunque qualche parola in quella mia titubanza.
"Ho una vita molto noiosa e monotona. Purtroppo non vado in tour per tutto il mondo, cantando davanti a migliaia di persone. Sono una giornalista alle prime armi e, come avrai potuto intuire, la tua è stata la mia prima vera intervista."
"E come pensi di essertela cavata?"
"Ad essere sincera... di merda."
Si mise a ridere, portando i gomiti sul tavolo ed incrociando le mani.
"No dai, non sei stata così male. Sicuramente la tua goffaggine ha contribuito a migliorarne l'andamento." Disse, guardandomi dritto negli occhi.
"Non sei d'aiuto." Ribattei, nascondendo il viso tra le mani.
"Non volevo farti imbarazzare così."
"Ci sei riuscito alla perfezione." Dichiarai, con la voce soffocata.
Arrivate le birre, Alex propose un sonoro brindisi.
"Alla tua prima intervista!" Esclamò.
Brindammo, ma mi fermai davanti alla birra ancor prima di berla.
Presa da quasi un istinto suicida, la bevvi in un sorso solo cercando solamente di non sentirne il gusto.
Turner smise di bere e ridendo, quasi facendosi andare di traverso la birra, mi guardò.
"Bimba vai piano, è una birra non uno shottino di Vodka."
Singhiozzando, risposi:" Lo so ma *hic* sai com'è *hic* sono astemia *hic*"
Lui sghignazzando: " E perché non me l'hai detto prima?"
"Perché è ridicolo che a 23 anni io non riesca a bere una birra."
"È tutt'altro che ridicolo, io la trovo una cosa molto più matura rispetto a chi non regge l'alcol e si sbronza per forza. Quindi Moreau la prossima volta, dimmelo che sei astemia."

*ASPETTA! Ci sarebbe stata una prossima volta?!*

Passammo il pomeriggio a parlare di qualsiasi cosa ci passasse per la mente, ad intervalli di singhiozzi. Per un momento mi dimenticai che fosse uno tra i cantati più conosciuti del Regno Unito.
Mi parlò della nascita della band, di come fosse stressante gestire la popolarità ed i tour in giro per il mondo ma di quanto fosse fiero del suo gruppo e delle canzoni che componeva.

Dal telefono intanto continuavano ad arrivare alcune notifiche, perciò decisi di dare un'occhiata .
34 NOTIFICHE da parte delle mie amiche che mi chiedevano se quella sera avremmo voluto fare qualcosa.

Scrissi solamente: "Certo;)"

Finito di bere, mi alzai velocemente per andare a pagare.
Turner rimase con le braccia sospese quasi a voler chiedere spiegazione riguardo la mia azione.
" La prossima volta fai tu" Dissi increspando le labbra e passandogli vicino mentre andavo a recuperare la giacca.
"Mi ha fatto piacere chiacchierare con te Cecille"
"Anche a me... molto"
"Vedi di non collassare per strada che poi ti devo venire a recuperare"
"Non correrai questo rischio" Risposi, facendogli l'occhiolino ed aprendo la porta.

Lui rimase ancora un po' lì, a parlare con il suo amico mentre io saltellavo, senza un apparente motivo, fuori dal Quindici di Denman Street.

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