VI. Fa effetto ascoltare di nuovo la sua voce?

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Canzone consigliata: Cornerstone, Arctic Monkeys.

"Ma guarda un po' chi si vede!" Strillarono all'unisono le mie amiche, vedendomi arrivare. "Buonasera a tutte" Salutai con aria spavalda, spostando i capelli e mostrando fiera, il mio vestito.
Jules mi guardò come se stesse aspettando da tempo qualcosa che le spettasse di diritto. "Quindi? Chi è che ti ha dato questa sferzata all'umore durante un giorno lavorativo?"
"CHI È CHE HA FATTO COSA?!" Esclamò Violet.
"Secondo me se ve lo dico, non mi credereste neanche..." Dissi, guardandole in quegli occhi che morivano dalla voglia di sapere cosa fosse successo. Mi fecero il gesto con le mani di stringere ed andare avanti. "... Sono andata a bere una birra a Piccadilly con..." le ragazze fecero un piccolo passo avanti "...Alex Turner degli Arctic Monkeys..."
Le loro mascelle sembravano cadere e le loro pupille uscire dalle orbite.
"TE LA FAI CON QUEL FIGO DI ALEX TURNER?!" Esclamò Beatrice, facendo girare le persone in fila. Le misi una mano sulla bocca, ridendo:"SHHH! Magari se non lo fai sapere a tutti i qui presenti. Comunque non me la faccio con lui, è stato un incontro particolare ma niente più niente meno, ragazze."
"NIENTE PIÙ NIENTE MENO?! CECILLE MA FAI SUL SERIO?! CAZZO È ALEX TURNER" Ribadì Beatrice.
"Lo so, proprio per questo. Io per lui non sono nessuno. Sai quante ragazze ha, appena varcata la soglia di casa? Non mi voglio illudere troppo, anche perché forse non ci rivedremo più."
"Ecco, ora sei tornata la solita pessimista" Scherzò Violet.
"Non sono pessimista, sono solo realista. Poi non è che adesso non riesca a smettere di pensare a lui."
Le tre si guardarono tra loro, mettendosi a ridere. "Cosa c'è?" Domandai stizzita.
"Asciugati la bavetta che hai alla bocca, e poi prova a dirmi di nuovo che non stai pensando continuamente a lui." Ridacchiò Jules.
Divertita le tirai una pacca sulla spalla.
"Comunque secondo me non dovresti pensarci troppo, dopotutto le cose belle avvengono quando meno te lo aspetti."Intervenne Violet.
Annuii semplicemente. Il solo pensiero mi creava malinconia, per quanto piccoli fossero stati quegli attimi.
"Ragazze non vorrei interrompere la nostra discussione ma ci stanno passando tutti davanti." Ci fece notare Beatrice e, detto ciò, tutte e quattro a braccetto ci dirigemmo verso l'entrata e demmo inizio a quella serata.
Musica ad alto volume, luci stroboscopiche, gente che limonava nei bagni e sui divanetti, cocktail ghiacciati nelle mani di tutti ed un odore di erba insopportabile. Io ero astemia, single e non fumavo, quindi ballavo come se non ci fosse un domani e non pensavo assolutamente a niente. Mentre ballavamo Jules urlò per sovrastare la musica assordante: "COMUNQUE NON CI POSSO ANCORA CREDERE CHE TU INSIEME AD ALEX TURNER SIATE ANDATI A PRENDERE UNA BIRRA INSIEME" Aguzzando l'orecchio le risposi: "NEANCHE IO" e ridemmo mentre saltavamo a ritmo.

"Non mi sento più i piedi..." Dissi dolorante mentre ci avviavamo a prendere le giacche, all'alba delle 4 di mattina.
"Cecille, ti do un passaggio io con la macchina. Non puoi tornare così in metro o in pullman, anche perché tra 3 ore dovrai andare a lavorare." Suggerì Violet. "Grazie per il promemoria." Risposi io, accettando la proposta.
Uscimmo dalla discoteca, percependo un'aria fresca sfiorarci la pelle e spostarci i capelli.
"Ragazze è stata veramente una serata fantastica ma ora è arrivato il momento di andare a buttarsi nel letto ancora vestite." Sbadigliò Jules.
"Confermo." Affermò Beatrice.
"Io accompagno Cecille TURNER sotto casa con il mio bolide e dopo dormo per 3 giorni, come minimo". Mi faceva uno stranissimo effetto sentire il mio nome seguito da quel cognome così noto. Sorrisi, forse anche un po' imbarazzata. Le salutammo mentre io e Violet ci incamminavamo verso la sua macchina, tra uno sbadiglio e l'altro.
Mi sedetti sul sedile anteriore del suo maggiolino giallo, con il gomito appoggiato al finestrino, che mi sorreggeva la testa.
Mise in moto la vettura e durante la manovra per uscire dal parcheggio accese la radio, dove intanto, stava passando 'Cornerstone' degli Arctic Monkeys. La gola mi si strinse e sussultai, percependo un brivido lungo la schiena.
Violet guidando si voltò verso di me per un istante, chiedendomi interdetta:"Tutto bene?"
"Sì, sì..." Esitai.
"Fa effetto ascoltare di nuovo la sua voce?"
"Più di quanto tu creda."
"Vedrai che vi rincontrerete, hai proprio gli occhi a cuoricino. Non ti vedevo così dalla storia con Peter."
"Ma fammi il piacere. Figurati se dopo un incontro sono già innamorata. Oltretutto sarebbe un amore improbabile se non irrealizzabile. Peter era un'altra persona, che ho amato con tutta me stessa, le due situazioni sono ben diverse."
"Non essere così drammatica, potrebbe anche nascere solamente un'amicizia. Fidati, io mi accontenterei." Confessò, ridendo.
"Non so, ha nominato una 'prossima volta', però..."
Violet frenò quasi a farmi uscire dal parabrezza..
"SEI IMPAZZITA?!"Le urlai.
"CECILLE TI HA DETTO IN MODO INDIRETTO CHE TI VORREBBE RIVEDERE, QUALE SEGNO PIÙ CHIARO CHE GLI INTERESSI?"
"C'ERA BISOGNO DI UCCIDERMI PER DIRMELO?!"
"Ah vero, scusa. Mi hai preso un po' alla sprovvista." Disse, facendo ripartire la macchina.
"Comunque non lo so, non vorrei pensasse che io sia un'altra delle sue 'una botta e via' ma, cosa più importante, ora come ora voglio stare da sola."
"Staremo a vedere, intanto però cerca di appurare tutto il resto."
"E come faccio? Non ho neanche il suo numero o il suo indirizzo."
"Sarà lui a trovarti, secondo me. Magari con l'articolo che scriverai su di loro."
Mi feci scappare un sorriso, pensando alla possibilità di approfondire quella conoscenza così surreale.

Mi scortò davanti casa, indicandomela.
"Fanno 30£."
"Mi perdoni, ma penso di aver dimenticato il portafoglio in casa." Confessai, scendendo e toccandomi il vestito, come se stessi cercando i soldi.
"Faremo la prossima volta." Rispose lei.
Chiusi la portiera,ricambiandole il saluto e mi diressi verso la porta di casa, sentendo il motore del maggiolino che pian piano, si allontanava.

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