Brandon quella sera avrebbe dato una festa nel suo appartamento, per augurare a tutti un buon anno accademico e Camille ne era entusiasta, non vedeva l'ora di conoscere Christopher e voleva conoscere qualche ragazzo carino, la Camille ansiosa era la mia preferita perché c'è da sapere che ci sono varie sfaccettature della mia migliore amica e dopo quella intelligente e previdente veniva quella ansiosa, in ordine di preferenze, ovviamente. Camille l'avrebbe accompagnata Nathan ed io sarei rimasta a casa a leggere e a mettere a posto i miei orari, inoltre a Brandon non piaceva quando andavo alle sue feste, sosteneva di dovermi controllare costantemente perché non mi succedesse niente e in quel modolui non avrebbe potuto godersi la festa, perciò partecipavo poco a quelle occasioni, solo in casi speciali.
<Quello rosso o quello blu?> chiese la mia amica in preda alla disperazione. Sul letto erano adagiati due vestiti dello stesso modello ma di due colori diversi.
<Quello rosso, il rossetto rosso ti sta una meraviglia e quindi il vestito va rosso, no?> chiesi, sospirò continuando a guadare i due abiti, poi prese in mano quello blu e lo ripose nell'armadio. Ci mise pochi secondi ad infilarselo, si truccò benissimo e indossò le scarpe nere con il tacco in meno di tre secondi, non l'avevo mai vista così euforica per una delle feste di mio fratello prima.
<Come mai così eccitata?> le domandai presa dalla curiosità. Mi sorrise mentre preparava la pochette.
<Mi piacciono le feste lo sai bene> disse calma. Certo che lo sapevo.
<C'è anche Liam vero?> le chiesi ancora. Il suo sorriso si allargò e annuì. Quel ragazzo non mi piaceva, ma Camille ne andava pazza, visto che lui aveva già finito l'università l'unica possibilità di vederlo casualmente era quella delle feste di Brandon visto che erano grandi amici.
<Farai cavolate?> le chiesi in anticipo.
<Se succede qualcosa ti chiamo e mi faccio venire a prendere da te okay?> mi rassicurò. Annuii, quando improvvisamente capii che non potevo far scegliere a mio fratello dove dovevo andare e dove no, mi alzai di scatto dalla scrivania e fermai Camille mentre girava la maniglia della porta, in realtà non avevo mai sentito la necessità di andare ad una fi quelle feste, ma quel giorno qualcosa mi diceva che dovevo andare.
<Aspetta, vengo anche io> dissi in tono fermo, lei mi guardò accigliata e sfoderò il suo sorriso più bello.
<Finalmente, non sai da quanto tempo sogno questo momento> rise battendo le mani, uscì per avvisare Nathan che saremmo andate alla festa insieme e quando tornò in casa mi aiutò a preparami. Circa un'ora dopo ero alta un metro e settantatré, il mio corpo era fasciato da un vestito bianco lungo fin sopra il ginocchio, i capelli biondi mi ricadevano morbidi sulle spalle e gli occhi color petrolio erano contornati da matita nera e mascara, quando mi guardai allo specchio quasi non mi riconobbi.
<Sei una bomba!> esclamò la mia amica entusiasta. Lasciai guidare lei che con i tacchi aveva più dimestichezza di me, non ero mai entrata a casa di mio fratello mentre c'era una festa qualsiasi e dovevo ammettere che era davvero tutto molto ben organizzato.
<Sono messi meglio del solito> sospirò Camille prendendomi sotto braccio e trascinandomi verso Brandon che stava intrattenendo un'accesa conversazione con Duncan, uno dei pagliacci del campus. Ci vollero pochi secondi prima che si accorgesse di me e non appena incrociò il mio sguardo, fece l'ultima cosa che mi aspettavo. Sorrise.
<Capisco perché mi tenevi lontana dalle tue feste, troppo divertenti per me, giusto?> gli domandai ironica. Sorrise ancora e mi mise un braccio attorno alle spalle prima di rispondere <beh, in realtà volevo vedere per quanto tempo avresti obbedito agli ordini del capo clan>.
<Come puoi vedere mi sono fermata a riflettere e ho capito che tecnicamente sono io il capo clan> sospirai guardandolo nei suoi occhi blu con aria di sfida.
<Non mettermi paura July, per favore, non vorrei fare figuracce con i miei amici> rispose in tono serio e loro scoppiarono a ridere.Io e Nathan ci stavamo dimenando nel mezzo della pista, avevo la fronte imperlata di sudore, spostai lo sguardo dietro le spalle del mio ragazzo e vidi Liam e Camille chiacchierare amabilmente sul divano. Cominciai a guardarmi intorno, c'era gente che beveva dentro i famosi bicchieri di plastica rossi, c'era chi si baciava o meglio divorava, chi restava seduto a chiacchierare, chi si perdeva ascoltando la musica come fosse una cosa proveniente da un altro pianeta e poi c'era un ragazzo alto e solo che fumava una sigaretta sul balcone con gli occhi fissi su me e Nathan. Strizzai gli occhi per capire meglio chi fosse e quando il mio cervello indentificò la forma squadrata del viso e degli occhi verdi da mettere i brividi... Christopher Hope, il nuovo ragazzo misterioso. Gli riservai uno sguardo di sfida, lui distolse lo sguardo e cominciò a seguire Ashley Branson con gli occhi, finì la sigaretta e cominciarono a ballare in modo deplorevole senza nemmeno presentarsi, cosa ci trovasse in lei non lo capivo, era la tipica oca bionda dalle gambe lunghe e che al posto del cervello aveva un guardaroba tutto rosa. Distolsi lo sguardo da loro e mi concentrai sul mio ragazzo che stava dolcemente baciando il mio collo, la cosa buffa era che non me ne ero nemmeno accorta. Spostò le labbra dal mio collo alla bocca e cominciammo a baciarci senza vergogna, sentivo gli sguardi di tutti addosso, specialmente quello di Katerina, la sua ex ancora innamorata pazza di lui. Ricordai l'anno scorso quando Nathan mi baciò nella mensa davanti a tutti e lei mi rovesciò un bicchiere di soda in testa, atteggiamento da ragazzina. Da allora non aveva mai smesso di fissarci, ovunque fossimo il suo sguardo raggelante e malefico era con noi, a volte lo sentiva anche Nathan.
<Devo accompagnare Duncan e Jess a casa, sono troppo ubriachi> disse il mio gentile e premuroso ragazzo. Avevo perso il conto delle canzoni che avevamo ballato fino a quel momento, annuii e cercai la mia amica con lo sguardo, ma non la trovai. Scoccai a Nathan un sonoro bacio sulle labbra e andai a spegnere la musica visto che in casa eravamo rimasti solo noi pochi intimi. Setacciai la casa alla ricerca di Camille che non era da nessuna parte. Presi in mano il cellulare per chiamarla e lessi il messaggio che mi aveva mandato, restando sbalordita dall'ora che avevamo fatto, erano le cinque e mezza del mattino e quel giorno avevamo lezione.
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Non è logica è istinto
ChickLitJuliet è una ragazza semplice e comune che frequenta la Berkeley University insieme a suo fratello. Si è impegnata molto a creare quella realtà frivola che le calza a pennello e che la fa sembrare come tutte le altre ragazze della sua età; purtroppo...