Capitolo 5

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Quella notte non dormii e nemmeno la notte dopo, né quella dopo ancora, mi ritrovai ad avere due voragini al posto degli occhi. Erano giorni che Camille insisteva perché le dicessi cosa non andava, Brandon non lo avevo più visto, Nathan mi girava sempre intorno e quasi mi infastidiva e Chris, beh lui era sparito con mio fratello. Non facevo altro che pensare alle parole di Christopher e ai miei sentimenti per Nathan, che erano reali, lo erano davvero.
<July, July! Tesoro, dobbiamo andare a pranzo> disse Camille. Indossava dei leggings neri con la sua felpa preferita che raffigurava il ponte di San Francisco. I capelli neri sciolti nei suoi boccoli naturali e con gli occhi mi cercava, cercava me in mezzo a tutta la confusione che avevo dentro.
<Sì, certo andiamo> la esortai con il sorriso più falso che avevo mai usato. La mensa si popolò in pochi istanti, dozzine di persone che ridevano, chiacchieravano e giocavano tra di loro, mi chiesi quante di quelle persone potevano considerarsi davvero felici e pensai a quanto potesse essere complicata la vita e quanto fosse brutta in momenti come il mio. Non ero depressa, non ero felice, non ero niente se non pensierosa e a volte pensare ti portava ad essere la versione meno socievole di te stessa.
<Sorellina!> esclamò la voce squillante di Brandon. Mi voltai più sorridente che mai e lo vidi avanzare verso il nostro tavolo per poi sedersi affianco a Camille dopo avermi scoccato un bacio sulla fronte.
<Dove diavolo eri finito?> domandai. Per due giorni ero stata in ansia, nessuna chiamata, nessuna apparizione divina di qualche Dio che mi dicesse dove fosse finito, nulla.
<Tiravo fuori Chris da qualche letto> sospirò. Dovetti bere dell'acqua per scacciare il pensiero di lui nel letto di ogni essere umano di sesso femminile. Sorrisi e annuii. Mi chiesi come riuscisse ad abbindolarle tutte senza sforzo, forse era un modo soperandi, qualcosa che faceva con tutte, magari le portava tutte a colazione e poi diceva loro che aveva perso le chiavi di casa così erano tutte costrette ad offrirgli alloggio. Furbo.
<Salve a tutti> ansimò sedendosi a capo tavola. Camille ridacchiò su qualcosa che le aveva detto Brandon ed io cercai in tutti i modi di non guardare Chris, non so nemmeno perché, ma non volevo guardarlo.
<Allora chi ti ha scaldato le lenzuola in questi due giorni?> chiese Camille rivolta a Christopher. Sorrise.
<A chi le ho scaldate vorrai dire, nessuno di importante comunque, altrimenti sarei ancora lì> disse vantandosi. Alzai gli occhi al cielo capendo che non era lui ad essere furbo, ma loro ad essere idiote. Riconobbi le mani di Nathan posarsi sulle mie spalle massaggiandole e alzai di nuovo gli occhi al cielo, stavolta sorridendo.
<Amore!> esclamai, non appena prese posto accanto a me si materializzò Ashley sulle ginocchia di Chris. Merda che rompi palle.
<Non hai paura di ingrassare July?> mi chiese, spostai lo sguardo dal suo vassoio al mio e ridacchiai pensando a come dovesse essere stancante mangiare sempre e solo insalata, come le mucche, era una vacca, risi.
<No, dovresti assaggiare gli hamburger qualche volta, sono gustosi> mi rivolsi a lei con il sorriso più vero della giornata.
<Juliet brucia calorie in altri modi> le sussurrò Christopher consapevole che avrei sentito. Ashley ridacchiò ed io riservai ad entrambi uno sguardo di ghiaccio. Nathan mi prese la mano e la strinse voltandosi verso Christopher.
<Le consuma piuttosto velocemente> disse in tono serio. Incrociai lo sguardo di Camille e le chiesi con gli occhi di dire qualcosa perché la situazione stava degenerando.
<La conversazione sta prendendo una piega inaspettata> sorrise dando una gomitata a mio fratello perché anche lui dicesse qualcosa, ma fece di no con la testa. Stronzo.
<Dovremmo provarci anche noi> ridacchiò Chris guardando Ashley. Lei fece lo stesso.
Incredibile, rideva in continuazione, neanche fosse una maratona di barzellette.
<Vado a prenderne due di hamburger allora> sospirò alzandosi. Ricordai l'anno scorso quando confessai a Camille che avrei davvero potuto ucciderla, mi sarebbe tornato utile a quel punto.
<Vado, devo parlare con il professore di letteratura> annunciai alzandomi.
<Ti accompagno> disse Nathan alzandosi.
<Può anche andarci da sola, non ha bisogno di un babysitter> si intromise Christopher. Camille lo guardò con gli occhi spalancati e Brandon gli tocco la spalla mentre Ashley era ancora alla ricerca di due hamburger.
<Senti, ma che problema hai?> non avevo mai visto Nathan così nervoso. Nemmeno quando aveva perso la sua squadra preferita di baseball.
<Il problema è che la tratti come se fosse una bambina e a me non sembra una bambina> si alzò dalla sedia lasciandola cadere a terra, cadde il silenzio nella stanza quando Nathan sferrò il primo pugno. Da quel momento in poi non capii più niente li guardavo incapace di muovermi, ci misi qualche minuto prima di realizzare il tutto. Brandon richiamava Nathan e Matt -il capitano della squadra di football- cercava di separarli.

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