Capitolo 11

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Mi pulsavano le tempie e non riuscivo ad aprire gli occhi a causa della luce, avevo caldo e sentivo che la coperta mi arrivava al collo, sospirai cercando di aprire gli occhi e ricordare cosa fosse successo quella notte dopo che Chris mi aveva riaccompagnata al campus. Riuscii solo nel primo intento, le tapparelle erano aperte e le tende chiuse, ma non ero nel mio letto. Mi alzai di scatto non appena intravidi la sagoma di Christopher sdraiata nel mio letto e accoccolata sopra le coperte, si era coperto solo con la sua giacca. Mi toccai la fronte con la mano per cercare di ricordare cosa fosse successo, ma la mia testa non collaborava, immaginai di avere un aspetto orribile, così evitando gli specchi nella stanza presi i miei asciugamani e mi incamminai verso i bagni. L'acqua calda mi fece scivolare via i postumi di una sbornia colossale e non appena uscii vidi Chris sulla soglia della porta con un'espressione preoccupata sul volto. Aveva le sopracciglia corrugate e le labbra piegate in una smorfia arrabbiata, ma i suoi occhi erano accesi, luccicanti.
<Cosa ci fai qui, è il bagno delle ragazze> mormorai avvolta solo da un asciugamano. Mi scrutò dall'alto al basso e potrei giurare di aver intravisto la smorfia di un sorriso sulle sue labbra. Il mio cuore mancò un battito e le mie ginocchia minacciarono di cedere.
<Pensavo stessi vomitando, di nuovo> "di nuovo" quindi era già successo, quindi lui mi aveva vista mentre vomitavo. Che vergona!
<No, come vedi stavo solo facendo una doccia> risposi e lui si limitò ad annuire con un sorriso beffardo in volto e ad uscire. Quando ero uscita dalla camera per fare la doccia avevo dimenticato i vestiti, così uscii munita solo dell'asciugamano e delle ciabatte verde acqua che mi aveva regalato Brandon per lo scorso compleanno. Christopher era appoggiato al muro subito fuori dal bagno con le braccia incrociate e una gamba piegata contro il muro. Era tremendamente sexy in quella posizione.
"Chissà in quante altre posizioni è tremendamente sexy" mi punzecchiò il mio subconscio, ma aveva ragione. Lo oltrepassai ignorandolo, non volevo che commentasse il mio abbigliamento.
<Esci sempre così?> domandò con tono indignato raggiungendomi. Non risposi e continuai a camminare, in totale imbarazzo, insomma mi aveva vista vomitare ed era rimasto, io fossi stata in lui sarei scappata a gambe levate, ma lui no, era rimasto.
<Se qualcuno ti vedesse o ti scattasse una foto?> chiese ancora, ma con tono insistente e irritante. Continuai a non rispondere e aprii la porta della mia camera scoprendo con poca sorpresa che non l'aveva chiusa a chiave. Lo guardai torva e lui si sedette sul mio letto senza il minimo problema, d'altronde ci aveva dormito. Christopher Hope aveva dormito nel mio letto, o per meglio dire sul mio letto, visto che la trapunta era perfettamente stesa come l'avevo lasciata la mattina precedente.
<Potevi coprirti> annunciai tirando fuori dall'armadio una tuta e una canottiera.
<Mi hai ordinato di non farlo e per farti stare tranquilla non l'ho fatto. E poi sono io quello incoerente> mormorò mettendosi la giacca che non gli ricordavo addosso la sera prima. Mi voltai a guardarlo per capire di cosa stesse parlando e lui sbuffò.
<Ma come, non ti ricordi? Sei stata tu a darmi dell'incoerente, circa un mese e mezzo fa> mi informò incrociando le braccia al petto. Io non avevo idea di che giorno fosse e lui si ricordava che un mese e mezzo prima io gli avevo dato dell'incoerente? Quel ragazzo era davvero sorprendente.
"Hai lasciato Nathan proprio perché non lo era" mi ammonì quella vocina che avrebbe fatto meglio a stare zitta. Alzai gli occhi al cielo e ridacchiai. Chris mi guardò incerto e aggrottò le sopracciglia, cosa che in mia presenza faceva piuttosto spesso.
<Scommetto che era la tua vocina interiore, cosa ti ha detto stavolta?> stavolta? Come stavolta? Lui sentiva la voce del mio subconscio? Com'era possibile? Strabuzzai gli occhi e lo guardai dubbiosa completamente ignara di quello che stava dicendo, lui si limitò a ridacchiare.
<Ma ti ricordi qualcosa di stanotte almeno?> chiese. Feci di no con la testa e lui si buttò sul letto rovinandomi i cuscini e scoppiò in una fragorosa risata, non lo avevo mai sentito ridere così, era un suono così bello e dolce. Avevo immaginato tante cose nella mia vita, ma non avrei mai pensato che il semplice suono di una risata mi avrebbe fatto sentire così. Arrossii perché nemmeno io sapevo con certezza come mi sentivo, nemmeno io sapevo dare un nome alle emozioni che mi travolgevano ogni volta che si trattava di Christopher.
<Credo che mi terrò quello che è successo tutto per me, altrimenti troveresti delle giustificazioni per tutte le cose che hai detto e mi rovineresti uno dei ricordi più belli che ho nella vita> nonostante mi avesse appena informato del fatto che avevo detto parecchie cose sicuramente imbarazzanti ed equivoche sorrisi, perché sarei stata parte di un suo ricordo, di uno dei ricordi più belli della sua vita e la cosa mi lusingava.
<Non montarti la testa Scricciolo> disse rovinando quel momento di beatitudine.
<Devo prendere la biancheria, potresti quindi... ehm, uscire?> gli chiesi cercando di non sembrare scortese, ma di essere comunque convincente. Fece una smorfia che non riconobbi dal suo repertorio e poi uscì chiudendosi la porta alle spalle. Indossai velocemente i vestiti che avevo preso poco prima dall'armadio e mi pettinai i capelli notando con piacere che avevo poche occhiaie e che ero solo un po' pallida. Mi avvicinai alla porta per aprirla, ma sentii la voce dolce di Nathan e poi un ringhio di Christopher, così aprii di scatto la porta per capire cosa stesse succedendo e vidi il mio ex ragazzo con un'espressione indignata sul volto, mentre Christopher era impegnato a mantenere lo sguardo gelido che più di qualunque altro mi spaventava.
<Vedo che hai fatto in fretta> disse con tono duro Nathan mettendosi le mani in tasca, tipico gesto di quando era nervoso e deluso allo stesso tempo. Guardai Chris che fece un'alzata di spalle e capii che gli aveva detto qualcosa in particolare per aver provocato quella reazione in Nathan. Lo incenerii con lo sguardo, Nathan ne aveva già passate tante a causa mia, non volevo che pensasse che fosse successo ancora qualcosa tra me e Christopher.
<Qualsiasi cosa ti abbia detto non è vera, era venuto per cercare Camille e non l'ha trovata, tutto qui> mentii. Christopher sorrise e si incamminò verso il parcheggio con le chiavi della macchina che gli penzolavano dalle tasche. Lo guardai allontanarsi e strinsi gli occhi per far passare il mal di testa che si era appena intensificato.
<Ero passato per sapere come stavi, ho saputo dell'incidente> sospirò dondolandosi si talloni e fissando il pavimento.
<Io sto bene, spero che sia lo stesso per l'animale che mi ha tagliato la strada> ammisi cercando il suo sguardo. Sentii il rombo dell'auto di Christopher allontanarsi e mi si strinse il cuore.

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