Capitolo 1

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UN ANNO DOPO

Erano le sette in punto e la sveglia stava per suonare, ma il fatto che fossi sveglia da poco più di un'ora avrebbe rovinato il momento quindi all'ultimo decisi di spegnerla, anche se ero tentata di scoprire se funzionasse ancora, ero certa che funzionasse, ma è sempre meglio esserne sicuri al cento per cento o sbaglio? Cavolo come ero pignola. Bastò tirare fuori una gamba dalla coperta a convincermi che cinque minuti in più non avrebbero certo ucciso nessuno; dopo tre minuti mi alzai tanto velocemente da non avere il tempo di sentire il freddo propagarsi nel mio corpo perché venne all'improvviso e ovunque. Mi voltai alla ricerca della mia compagna di stanza nonché mia migliore amica, Camille.
<Grazie a Dio ti sei svegliata, avevo paura di doverlo fare io> disse facendo capolino nella stanza, aveva un asciugamano adagiato sul braccio e l'altro in testa. Camille mi aveva "svegliata" solo una volta e visto che non ci era riuscita aveva deciso di arrendersi rifiutandosi di occuparsi di me la mattina. Ci eravamo conosciute all'orientamento il primo anno di università, dovevo ammettere che all'inizio mi stava antipatica, aveva quell'aria snob da gente ricca che vive meravigliosamente, ma bastò poco a farmi ricredere ed erano molte poche le persone che ne erano capaci, cominciammo a parlare di band e scoprimmo di avere gusti molto simili in fatto di musica, vestiti, trucchi e molte altre cose, ma una cosa su cui non saremmo mai andate d'accordo erano i ragazzi e questo era un sollievo, un grande, enorme sollievo. Bastò poco e ci rendemmo conto che non potevamo stare più l'una senza l'altra, una grande storia d'amore la nostra, inoltre era l'unica a conoscere il mio passato, nemmeno Nathan lo sapeva, Brad non lo sopportava, non mi ero ancora abituata a chiamarlo Brandon.
<Simpatica come al solito di prima mattina> le risposi accantonando i pensieri. Tolse l'asciugamano dalla testa facendo ricadere i capelli corvini e ricci lungo la schiena.
<In realtà quella intrattabile di prima mattina sei tu, tesoro> sospirò davanti allo specchio. La guardai torva, principalmente perché sapevo che aveva ragione, pensai di obbiettare, ma non sarebbe servito a molto visto che avrei vinto io la discussione e lei mi avrebbe tenuto il muso con una scusa banale, ma d'effetto.
Pochi secondi dopo eravamo entrambe lavate, profumate e vestite, pronte per il secondo anno di università. Sentimmo bussare alla porta, guardai l'ora che puntava la sveglia: 8:30.
<È lui, puntuale come al solito. Un orologio svizzero> dichiarammo all'unisono e strabuzzando gli occhi. Ci succedeva spesso di dire le stesse cose contemporaneamente, ma ogni volta fingevamo di essere sorprese. Aprii la porta e Nathan entrò con passo felpato, sembrava quasi che avesse paura che la moquette si trasformasse in lava da un momento all'altro.
<Brandon non c'è vero?> chiese terrorizzato. Gli posai dolcemente una mano sul bicipite e feci di no con la testa, questo bastò a lasciare che il suo corpo si buttasse sul mio letto a peso morto. Nathan era un ragazzo molto carino, capelli biondicci, occhi azzurri, Brad, volevo dire Brandon lo chiamava il crucco.
Io e Nathan stavamo insieme da otto mesi ormai e per quanto mio fratello e Camille lo trovassero insulso a me piaceva parecchio, lo trovavo interessante nella sua semplicità, ma loro non lo vedevano, vedevano solo la semplicità o meglio pensavano che fosse un tipo noioso e monotono, ma avevano fatto pace con la realtà dopo il quinto mese di relazione, lo avevo apprezzato molto, ma se anche non avessero approvato avrei fatto di testa mia. Da quando ci eravamo trasferiti in California la mia vita era cambiata di molto e non potevo esserne più fiera.
<Allora tesoro, qual è il tuo orario di quest'anno?> domandò sdraiato sul mio letto consapevole della mia fissazione per i cuscini.
<Il foglio è sulla mia scrivania, ma alle nove dovrei avere letteratura, controlli per favore?> chiesi gentilmente, lui si alzò, mise a posto i cuscini e si avvicinò a me dandomi un lieve bacio sulle labbra e poi prese il foglio e lo osservò attentamente mentre io aiutavo Camille con le forcine visto che quella mattina il suo ciuffo era intrattabile.
<Sì, letteratura con il professor Stewart> annunciò grattandosi la testa con fare pensieroso, probabilmente aveva scoperto che non avevamo nessuna lezione insieme, o al massimo solo qualcuna durante l'arco della settimana.
<C'è qualcosa che non va?> gli chiese Camille sospettosa, non lo sopportava proprio e non c'era niente che mi facesse più ridere di lei e Nathan che bisticciavano.
<Non abbiamo nessuna lezione in comune, nemmeno una! E poi perché di sei iscritta a diritto penale?> si lamentò.
<Forse perché la tua graziosa ragazza vuole fare l'avvocato e i corsi più specifici cominciano al secondo anno?> sospirò esasperata Camille. Le rivolsi uno sguardo di rimprovero e lei scosse le spalle e alzò gli occhi al cielo come tutte le volte che voleva imprecare, ma era costretta a trattenersi.
<Ah, giusto, scusa tesoro mi ero dimenticato. So che vuoi fare l'avvocato, era solo un lapsus> si giustificò lui grattandosi ancora la testa. Camille si voltò verso di me con sguardo affranto, quello era lo sguardo da: ti prego posso dire una cattiveria su di lui, solo una. Annuii, lo avrebbe fatto lo stesso, le risparmiai solo tempo ed energia.
<Sembra malato di demenza senile> disse sorridendo, la sculacciai, cosa che di solito faceva lei a me e mi sedetti sulle gambe del mio ragazzo guardandolo leggere i miei orari. Non era affatto stupido, ma un ragazzo d'oro anche se ero l'unica del nostro gruppo ad averlo capito.
<Vado io> disse Camille dirigendosi verso la porta, nessuno aveva sentito bussare, ma quando aprì mio fratello fece capolino nella stanza proprio come aveva fatto lei quella mattina, sorprendente.
<Fratellone, pensavo fossi con i tuoi amici stamattina> dissi sorridendo. Non lo vedevo da una settimana, era sempre troppo impegnato tra feste e ragazze per passare a trovare la sua sorellina a cui dedicava solo qualche messaggio al giorno.
<Sì, beh volevo darti una bella notizia e poi mi sei mancata> ribadì sollevandomi dalle gambe di Nathan e stringendomi in un abbraccio caloroso, ricambiai, visto che anche lui mi era mancato molto.
<Quale bella notizia, ragazzo?> chiesi vigile, in tono ironico. Nessuna fidanzata per il mio fratellone, era solo ed esclusivamente mio, chiunque si fosse avvicinata sarebbe morta sul colpo. Incrociò le braccia e guardò dietro di me la sagoma di Camille, era evidente che lei già sapesse di cosa si trattava, mi voltai e la guardai male, ma lei se la cavò con un'alzata di spalle.
<Ho trovato un coinquilino> annunciò euforico. Cercava un coinquilino da almeno due anni, ma nessuno era mai all'altezza, chi troppo sporco, chi troppo grande, chi troppo strano, c'era anche chi aveva degli strani asciugamani stando ai suoi racconti, insomma nessuno andava mai bene.
<Grande amico!> esultò Nathan alzandosi dalla sedia e battendogli una pacca sulla spalla.
<Fantastico!> esultai anche io. Ero davvero curiosa di conoscere il nuovo inquilino di Brandon, doveva essere un tipo a posto per aver superato l'accurato provino di mio fratello, così lo chiamavamo io e Camille: l'accurato provino.

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