Capitolo 6: L'orfanotrofio

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Oggi e il 31 agosto.
Mi sveglio, metto lo straccetto che si usa all'orfanotrofio e scendo a fare colazione.
Mentre stavo andando a fare colazione ho trovato una bambina più piccola di me, avrà avuto 6 anni, piangeva, e si stava nascondendo, io senza neanche avergli fatto una domanda avevo già capito da cosa, o meglio, da chi si sta nascondendo.
-Hey piccola, perché piangi?-
-Mi mancano la mia mamma e il mio papà-
- Shh, loro ti guardano, sono i tuoi angeli custodi, ti vogliono bene, vegliano sempre su di te. Loro non vorrebbero vederti piangere. Ma è solo questo o c'è anche un altro motivo?- chiesi perché ero sicura che non era l'unico motivo per il piangeva.
- I fratelli Smith, mi fanno paura. Ieri ho sporcato il pavimento e hanno detto che mi avrebbero punito sta mattina...- risposa a singhiozzi la piccola. Mentre stava parlando però sentimmo dei passi, quei rumori che producevano le scarpe li conosceva benissimo. Erano le scarpe dei fratelli Smith.
- Bene, Bene chi abbiamo qui?! Una mocciosa, e Delfina.- dice facendosi beffe di noi la signorina.
- Levati di mezzo feccia. La mocciosa ieri non si è comportata bene, merita di essere punita.- disse il signor Smith.
- No, punite me. Non ha fatto niente di male. Se dovete punire qualcuno punite me ma lasciate stare lei.- dissi, non sono tanto coraggiosa, ho paura del buio degli aghi, del sangue, ma non mi riesco a tirare indietro, non riesco a tirarmi indietro quando vedo qualcuno soffrire. So quali sono le punizioni, sono dolorosissime, ma non lascerò una bambina in mano a quelle persone.
- Sempre a fare l'eroina tu, allora faremo come hai detto tu. Sarai felice di sapere che riceverai due punizioni. 1 per averci detto a chi dovevamo dare la punizione. 2 perché subirai anche la punizione della mocciosa.- disse ghignando la signorina
Mi prese per i capelli, facendomi molto molto male, e trascinandomi su in soffitta. Un luogo buio, faceva moltissima paura, ma io dovevo essere coraggiosa. Però non mi portò nel lato destro dove di solito davano le punizioni, ma nel lato sinistro dove le punizioni diventavano "torture".
Mi appese ad una trave, mi tolse i vestiti, mi lasciò solo con la fascia e le mutandine.
Ad un certo punto mi tolse anche la fascia. Potete capire che umiliazione davanti ad un uomo. Non riuscirò più a guardarmi allo specchio.
Ad un certo punto vedo arrivare il signore Smith con un aggeggio che caccia elettricità e la sorella con una frusta.
Cerco di muovermi il più possibile, per allentare il nodo della corda che mi stringe tantissimo i polsi. Cerco di allentare i nodi, ho paura ho tanta tantissima paura. Mamma papà perché non ci siete, perché mi avete lasciato qui?!
- Adesso la punizione che ti spetta.- disse il fratello avvicinandosi a me.
- Sta ferma feccia. Oppure ti faremo più male di quanto già meriti- disse la sorella.
A quel punto rimasi ferma, immobilizzata dalla paura, i miei muscoli non erano più connessi al cervello. Solo Dio sa quanto avrei voluto scappare, peccato che eravamo in mezzo al nulla, a fianco dell'orfanotrofio c'è solo una specie di capannone, la strada dista circa mezz'ora a piedi, e per di più come se non bastasse sono anche legata a di asse con una corda, che mi sta lacerando la pelle. Mi risveglio dai miei pensieri solo quando sento un dolore atroce, una scossa elettrica fortissima...
- Ahhhhhhhhhhh- urlo dal dolore
-Sta zitta feccia.-
Urla, urla e urla, penso sia passato più o meno 15 minuti e mi stanno ancora punendo con le scosse sempre più forti e frustate con una frusta di cuoio.
- Basta, vi prego basta.- supplico con il viso pieno di lacrime che scorrono sul mio viso.
- No, sei stata cattiva e meriti di essere punita. Abbiamo appena iniziato.- e sorride felice di fare quello che sta facendo.
Dopo che penso sia passata circa mezz'ora e ancora la mia punizione continua, le mie urla finiscono e inizio a vedere tutto buio.

~ Inizio sogno~

Una luce, una luce rossa,contro una donna, una donna che vedo avvolte nei miei sogni/incubi, grida, grida atroci, la donna si contorce, le urla finiscono, ma solo perché un altra luce si sprigiona dalla bacchetta, una luce VERDE, la donna giace a terra morta.
Una risata una risata acuta, piena di divertimento per aver torturato e aver ucciso.
La figura si avvicina a me, ha i capelli ricci, e neri, occhi marroni e pelle chiara.
Mi punta la bacchetta addosso e dice:
- E ora tocca a te, farai la stessa fine di tua madre, traditrice del suo sangue, e dopo esserci occupati di te, uccideremo anche tuo padre, fate schifo voi traditori del vostro sangue.-
Finito questo discorso mi punta la bacchetta a dosso e sta per pronunciare un incantesimo,
- CRUC- ma non finisce di parlare perché arrivano delle persone che pronunciano un incantesimo che la fa cadere per terra, e dalla bacchetta di un altro signore fuoriescono delle corde.
Io inizio a piangere.
- È morta.- le parole di un signore che si avvicina alla donna.
Piango sempre più forte.
- Ehi, piccola non piangere, Shh, ci siamo noi qua, è tutto finito, va tutto bene.- mi prende in braccio una donna.
Ad un certo punto entra un uomo, con i capelli neri ricci, occhi grigi e pelle pallida e cerosa.
- Che cosa succede?!- chiede, ma non appena vide la donna per terra cade sulle ginocchia, e caccia fuori un urlo lacerante.
Io che prima mi ero calmata ricomincio a piangere, sempre più forte.
- Dov'è Delfina, la mia bambina dov'è?- chiese supplichevole
- Ditemi che non l'ha presa, ditemi che sta bene, dov'è?- chiese impanicato con tono supplichevole.
- È qui sta bene, siamo arrivati in tempo. Tenga!- dice passandomi all'uomo
- Vieni qui piccola mia, Shh, c'è papà qui, Shh principessa non piangere. Ci sono io-

- Fine sogno-

Mi sveglio perché qualcuno mi sta strattonando e sta slegando la corda. E la signorina. Finita di slegare la corda caso a terra non riuscendo a stare sulle ginocchia. Mi prende e mi dice:
- Alzati feccia, c'è un signore per te. Vedi di andare a cambiarti e a lavarti. Non ti azzardare a fare parola con nessuno di quello che è successo ieri...-
Aspetta cosa ha detto ieri? Sono stata qui tutta la notte?
No, non va bene oggi devo prendere il treno, ma come faccio a scappare di qui? Non ho neanche la bacchetta o le altre cose della scuola, me l'ha presa e l'ha messa dentro l'armadio delle cose requisite. Non posso prenderle perché ha la chiave al polso, come cazzo dovrei fare a prenderla?
-... O per te sarà solo peggio.-
E arrivammo in stanza. Mi guardai allo specchio ero pallidissima e vidi la schiena e la pancia piena di sangue con tagli profondi. Mi feci paura. Alcune ferite cacciavano ancora sangue.
Mi lavai e cercavo di non urlare dato il contatto con l'acqua e il sapone con le ferite aperte bruciava tantissimo.
Mi vestii e scesi giù, trovai una persona che mi face ritrovare qualche speranza...

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