Capitolo 5

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La settimana successiva, quando arriva all'allenamento, Derek trova Stiles seduto sul gradino degli spalti più basso e già pronto per allenarsi. Quel giorno Derek è anche un po' nervoso perché Cora gli ha inveito contro dato che si è rifiutato di accompagnarla alla festa di Halloween, quindi nemmeno guarda il ragazzo seduto e va a togliersi maglia e scarpe. Quando ritorna in campo, però, trova Stiles nella stessa posizione e, guardandolo meglio, vede lo sguardo perso che ha. È per questo che gli si avvicina e gli si siede di fianco.

"Ciao" dice per rompere il ghiaccio, ma Stiles muove solo le dita della mano che gli sorreggono una guancia, in uno strano saluto silenzioso, quindi Derek comincia a preoccuparsi.

"Stiles, non ti senti bene?" chiede in una prima ipotesi. Perché, guardandolo meglio, nota le occhiaie e gli occhi stanchi, sembra malaticcio.

"Tutto okay" è quello che il più piccolo risponde con voce spente e... triste. Quindi Derek scarta l'ipotesi dell'influenza e insiste ancora.

"Se ti senti bene, perché sembri triste? Ti è successo qualcosa?"

Stiles prende un respiro profondo e poi sbuffa via l'aria. "Mh"

Derek è confuso, ma ora Stiles ha gli occhi lucidi e comincia a pensare che sia davvero successo qualcosa di grave.

"Mh, nel senso che ti è successo qualcosa?" domanda. "Tuo padre sta bene?" azzarda, ma Stiles fa sì con la testa.

Se non è suo padre, la seconda opzione è... "Nick?"

È a quel nome che Stiles abbassa ancora di più la testa e si copre il viso con le mani. Derek vede le sue spalle tremare leggermente, poi capisce che quelli sono singhiozzi. Non sa cosa fare, non è abituato a consolare le persone, non sa proprio come si fa. Quando Laura litiga con il suo ragazzo se ne occupa sua madre, lui al massimo va in cucina a prepararle una camomilla. L'unica cosa che riesce a fare è appoggiare una mano sul braccio di Stiles, ma a quanto pare basta per farlo aprire.

"Mi ha lasciato! Di nuovo!" grida tra le lacrime e a Derek si stringe un po' lo stomaco.

"E sai perché? Dice che io ti difendo! Invece di sentirmi onorato del suo essere geloso, io, secondo lui, sto dalla tua parte!"

"Ti ha lasciato per colpa mia?" chiede Derek mentre comincia a sentire i sensi di colpa.

"Mh. Dopo che mi hai detto delle minacce, gli ho detto che non doveva farlo, che avrebbe potuto farti male e che comunque non voglio avere rapporti tesi con te. Sei il mio compagno di squadra, abbiamo gare da vincere e dobbiamo andare d'accordo, porco cazzo! Ma lui non capisce! Dice che ti difendo perché sono attratto da te, il che è vero, ma io amo lui, no? Ho gli occhi per guardarti, ma amo lui e lui questo non sembra capirlo!"

Derek sposta la mano dal braccio del ragazzo, investito da quel fiume di parole. Lui non voleva di certo far litigare quei due. Ad uno ha detto che non vuole il suo fidanzato, mentre all'altro ha solo detto di voler essere lasciato in pace. Come cavolo ci è finito in quel groviglio? E poi, se proprio deve dirla tutta, Stiles ha anche ragione. Escludendo la parte dell'attrazione, Stiles ha ragione quando afferma di non essere proprietà di nessuno. Solo che si sente in colpa ugualmente.

"Mi dispiace che per colpa mia tu abbia rotto con il tuo ragazzo, non era mia intenzione"

Stiles si sposta le mani dal viso, asciugandosi come può gli occhi. "Non è colpa tua, è lui che esagera sempre. Ci lasciamo di continuo, solo che fa sempre male quando la persona che ami sembra non credere alle tue parole. Lui è così, si incazza e poi capisce"

"E a te sta sempre bene" non riesce a frenarsi dal chiedere Derek.

"No, ma poi lui torna e non riesco a frenare il cuore" risponde il ragazzo alzandosi per poi aggiungere "dai, ragazzone, non è colpa tua, smettila di guardarmi come un grosso lupone triste. Andiamo ad allenarci?"

Derek annuisce e si alza seguendolo. Come sempre, una volta entrati in campo, fanno del loro meglio per lasciare i problemi fuori e dare il massimo per raggiungere i loro obiettivi. Le due ore passano velocemente e si ritrovano negli spogliatoi. Derek si spoglia, aspettandosi di sentire una delle solite battute di Stiles. Battuta che non arriva, facendolo sentire ancora più dispiaciuto. Esce dalla doccia, si riveste e aspetta Stiles. "Quando Laura litiga con il fidanzato si strafoga di gelato. Hai voglia di andare a mangiarlo sulla spiaggia?" domanda Derek.

"Hai litigato con la tua ragazza?" lo prende in giro Stiles.

"Scemo, lo dicevo per te"

"Der, sto bene, davvero"

"Io no, va bene? E ho bisogno di gelato e vorrei che mi accompagnassi"

Stiles sorride, ma questa volta per davvero. Non c'è niente di malizioso o di presa in giro, ma solo gratitudine e un pizzico di felicità. E Derek sente di aver fatto la cosa giusta. "Ti ho già detto che mi piaci così autoritario?" ridacchia Stiles facendolo un po' arrossire.

Lasciano le borse negli spogliatoi e si avviano a piedi fini al bar dietro al loro campo, quello dove fanno il gelato buono e che ha un molo che arriva quasi davanti all'oceano. Derek prende due coni: panna e cioccolato per lui ("noioso" aveva sbuffato Stiles) e caramello e fragola per Stiles. Poi si siedono a guardare le onde mentre lo mangiano in silenzio. O meglio Derek lo mangia mentre Stiles lo sta facendo sciogliere. Derek se ne accorge mentre vede una goccia rosa cadere sulle scarpe bianche di Stiles. Alza gli occhi e lo trova imbambolato a fissarlo. "Stiles" lo richiama colpendogli la spalla.

"C-cosa?" domanda confuso, ridestandosi.

"Ti si scioglie il gelato"

"Scusa e che... Dio scommetto che con quella lingua potresti mandare in paradiso
chiunque"

"STILES"

"Si, lo so. Scusa" sussurra leccando il suo gelato.

In maniera anche piuttosto indecente aggiungerebbe Derek.

"Sai? L'ultima volta che sono venuto qui ero con la mia mamma" racconta Stiles.

"Non c'era alla partita"

"Già, è morta quando avevo appena otto anni. Incredibile come comincio a dimenticarmi il suo volto eppure mi ricordo perfettamente di questo posto"

"Mi dispiace. Se l'avessi saputo non ti avrei portato qui"

"Devi smetterla di scusarti. Anche perché io qui ho solo bei ricordi"

"Ma non ci sei più venuto"

"Forse avevo paura di farlo da solo" ammette.

Derek gli si fa più vicino, appoggiando la sua spalla a quella di Stiles. Restano così, in silenzio, fino a quando il minore non viene scosso da un brivido. "Comincio ad avere freddo" sussurra.

"Allora andiamo a casa"

"E io che speravo mi abbracciassi" piagnucola Stiles attaccandosi al suo braccio.

Derek sbuffa, per poi guardare quel ragazzino che sembra essersi trasformato in un koala. E lo trova intento a fissarlo a sua volta. Gli ultimi raggi del sole colpiscono gli occhi ambra, rendendoli ancora più caldi. "Sei bellissimo" mormora Stiles.

E Derek è ad un passo dal replicare che tra i due quello bello non è lui, ma viene fermato dalle labbra di Stiles che si appoggiano delicatamente alle sue. Derek s'irrigidisce e Stiles si sposta, guardandolo con aria colpevole. La mano di Derek scivola dietro la testa di Stiles, riportandolo ad un soffio dal suo volto, per riprendere quel bacio che, fino a quel momento, non credeva di desiderare così tanto. È completamente diverso rispetto a com'è baciare una ragazza, ma non lo trova per niente sgradevole. Le labbra di Stiles sono morbide e si chiede se il suo sapore sia dolce come il gelato appena mangiato oppure no. Così lecca timidamente il labbro inferiore del castano, stupendo perfino se stesso per l'intraprendenza. È quel gesto che sembra risvegliare Stiles, che gli prende le guance tra le mani e si siede a cavalcioni sulle sue gambe, per approfondire quel bacio. Restano attaccati ad esplorarsi fino a quando non sentono la necessità di respirare. Si staccano e Derek apre gli occhi, trovandosi davanti Stiles con un timido sorriso e le guance arrossate, come le labbra umide. E Derek si ritrova ancora una volta a pensare di non aver mai visto niente di più bello. È quel pensiero a spaventarlo. Si alza di scatto facendo cadere Stiles.

"S-scusa" balbetta per poi scappare via, senza nemmeno voltarsi indietro.

Recupera la borsa e corre letteralmente verso casa, con l'unica intenzione di arrivarci il prima possibile ed entrare in camera di sua sorella.

"Laura?" chiede vedendo la ragazza coperta dal piumone. La credeva addormentata, ma lei si gira verso la porta e si siede appoggiandosi alla spalliera del letto.

"Se sei qui, a disturbare la tua povera sorella con l'influenza che stava quasi per addormentarsi, vuol dire solo una cosa. Cos'è successo che ti ha sconvolto?"

Derek fa un altro passo e si siede sul letto di sua sorella, della sua gemella. Appoggia i gomiti sulle ginocchia e si passa le mani tra i capelli per poi incontrare lo sguardo della donna.

"Stiles mi ha baciato" dice. Meglio andare subito al punto.

"E...?" lo invoglia a continuare lei.

"E io ho baciato lui" continua Derek. Lei prende ad accarezzargli piano la schiena.

"Non c'è nulla di male se ti piacciono anche i ragazzi, DerDer e Stiles sembra un bravo ragazzo. Cosa ti turba?"

"Aveva litigato col suo fidanzato. Era confuso e, anche se so di piacergli, lui ama Nick. Tra l'altro non sono sicuro che lui mi piaccia, fino ad oggi non l'avevo considerato da quel punto di vista."

Laura ferma le carezze, ma si sposta in avanti per appoggiarsi sulla sua schiena e abbracciarlo.

"Allora io direi di lasciar perdere. Se davvero non ti piace, lascialo ai suoi problemi di coppia e non far succedere di nuovo quello che è successo oggi"

Derek annuisce, poi gira la testa fino a sfiorare la fronte di sua sorella con le labbra.

"La febbre sembri non averla più, però ora rimettiti a letto e riposa, su" dice alzandosi.

"Va bene, fratellino!"

"Sei più grande di sette secondi!"

"Sette secondi fondamentali, però"

Sabbia negli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora