Capitolo 10

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Manca solo un mese alla fine del campionato, esattamente quattro partite, e Derek e Stiles sono in seconda posizione, a solo un punto dalla prima in classifica e Derek, forse per la prima volta, sente che ce la possono davvero fare. Ha trovato il giusto equilibrio con Stiles, può dire che ora sembrano amici normali. Certo, per Derek è difficile resistere all'attrazione che prova nei confronti del ragazzo, ma non vuole in alcun modo rovinare quello che stanno creando. Stiles fa sempre le solite battute, e, a volte, Derek risponde pure. E non gli sfuggono nemmeno gli occhi languidi di Stiles ogni volta che esce bagnato dalla doccia. Anche se non vuole fare il primo passo, può sempre provocarlo, no? I tira e molla con Nick continuano, spesso proprio per colpa sua, ma Derek è sempre disposto ad ascoltare gli sfoghi di Stiles, gli consiglia ogni volta di lasciarlo e poi lo porta a mangiare fuori. E quando Stiles gli racconta di essere ritornato da Nick, gli accarezza piano i capelli mentre dentro si sente morire.

Manca poco meno di una settimana prima della partita contro la terza classificata e Derek comincia a sentire la tensione. Sa che sono punti importanti e, se dovessero vincere, hanno buone probabilità di qualificarsi per il torneo di settembre, che gli potrebbe garantire l'accesso alle olimpiadi. Ma quando arriva al campo, capisce che c'è qualcosa che non va: Chris ha una faccia scura e Stiles ancora non c'è.

"È successo qualcosa?" domanda Derek preoccupato.

"Sì, e non so davvero come dirtelo"

"È successo qualcosa a Stiles?"

"Non lo so, ma stamattina mi ha chiamato dicendomi che si ritira"

"Che cosa?" urla Derek incredulo.

"Non so cosa dirti. Ho provato a convincerlo quanto meno a giocare le ultime partite, ma non ha voluto saperne nulla"

"Perché ho come la sensazione che c'entri Nick?" chiede Derek, più in modo retorico, passandosi le mani tra i capelli.

"Derek, io non ho mai voluto sapere che rapporti ci sono o ci sono stati tra di voi, anche se ho un'idea piuttosto chiara. E non l'ho mai fatto perché quando entravate in campo, eravate capaci di lasciare tutto fuori. Ma ora è diverso. Nick non mi è mai piaciuto e ora Stiles rischia di prendere una decisione di cui si pentirà a vita. Devi fare qualcosa"

"Come fai a sapere che mi darà retta?"

"Perché ti conosco, e so che troverai il modo di farti ascoltare"



Derek rimane al campo, seduto sugli spalti da solo, ancora mezz'ora nella speranza di veder entrare Stiles o di riuscire a trovare una soluzione. Dopo quei trenta minuti gli viene solo un'idea: andare a casa del ragazzo e parlarne direttamente con lui.

Quando bussa alla porta della villetta, ad aprirgli non è Stiles, ma suo padre.

"Buon pomeriggio, John" saluta cordiale. L'uomo si sposta dalla porta per farlo entrare.

"Ciao, Derek. Entra. Come mai da queste parti?"

"In realtà cercavo Stiles. Non è in casa?"

L'uomo gli fa segno di seguirlo e Derek si ritrova seduto su un divano di fianco a lui. Lo vede prendere un respiro e poi parlare.

"In realtà è uscito ieri mattina, ma poi ha passato la notte da quel suo ragazzo e l'ho sentito solo al telefono. Non so dirti se torna a breve, mi dispiace"

Anche a Derek dispiace, soprattutto perché dal "quel suo ragazzo" e dal tono di voce dello sceriffo, gli è chiaro che anche lui poco tollera Nick. Quindi di azzarda. "Non le piace Nick?"

John sembra pensarci su, forse non sa se può aprirsi con quello che è un amico di suo figlio. Ma Derek ringrazia la sua buona stella quando comincia a parlare.

"Non posso dire se davvero non mi piace, perché non ho mai voluto conoscerlo. Il fatto è che vedo com'è cambiato mio figlio da quando sta con lui e non mi piace. È... teso, a volte scontroso ed è come se avesse occhi solo per lui a volte. Non so se mi segui"

Sì, Derek segue eccome.

"Mh" annuisce, "nemmeno a me sta simpatico e ho avuto modo di scambiarci qualche parola"

"Capisco. Come mai cercavi Stiles?" chiede l'uomo.

"In realtà" spiega Derek "credo c'entri proprio Nick a questo punto"

"In che senso? Stiles sta bene?"

"Sì sì" li tranquillizza, "è solo che ha chiamato il nostro allenatore e gli ha detto che vuole ritirarsi dal beach-volley"

Lo sceriffo spalanca gli occhi, come se non credesse a quello che Derek ha appena detto. E Derek lo capisce perfettamente, Stiles è bravo, ama quello che fa, non può essere stata una decisione sua.

L'uomo non risponde, ma prende il cellulare dalla tasca e fa partire una chiamata. Derek capisce che sta parlando con Stiles perché gli chiede quando ha intenzione di tornare a casa e lo obbliga a farlo per cena. Quando mette giù Derek fa per alzarsi, parlerà un altro giorno con Stiles, suo padre ha la precedenza, ma l'uomo lo blocca.

"Fermo lì, ragazzo. Stiles sta tornando e noi due lo convinceremo a ritornare agli allenamenti. Chiaro?"

Derek, semplicemente, annuisce.



Quando, venti minuti dopo, Derek sente la porta di ingresso aprirsi e richiudersi, sta pelando le patate sul tavolo della cucina, con una birra di fianco e sta parlando con lo sceriffo, che ora è solo John dell'ultima partita di baseball.

"Pa'! Eccomi!" sente Stiles urlare dal corridoio e poi, un urlo più vicino. "PORCA PUTT- DEREK!"

"Modera il linguaggio!" lo rimprovera John, ma Stiles è ancora sotto l'arco con la bocca aperta. Derek sventola la mano con cui regge il coltello per salutarlo, premurandosi di rivolgergli uno sguardo di rimprovero.

"Co-come mai sei qui?" chiede, ma John anticipa ancora Derek.

"Ero andato ai vostri allenamenti, ma mi è stata data una notizia e questo povero ragazzo era rimasto lì da solo, quindi l'ho invitato qui per un caffè e il caffè è diventato cena" mente l'uomo e Derek quasi vorrebbe abbracciarlo, ma si limita ad annuire alla sua bugia.

"Oh. Okay" dice Stiles, poi rivolge lo sguardo a Derek, "mi dispiace non averti avvisato. Ho pensato fosse stato necessario avvisare Chris" spiega e non dà nemmeno il tempo a
Derek di rispondere che è già fuori dalla stanza e urla "FACCIO UNA DOCCIA E SCENDO!"

Derek continua ad aiutare per la cena, in realtà prepara quasi tutto perché a quanto pare in quella casa è Stiles a cucinare. Quando il ragazzo scende, con indosso una tuta, la cena è quasi pronta e Derek sta discutendo di politica locale con John.

"Dio, pa', non assillare anche lui" dice afferrando una patata dalla teglia.

"In realtà questo ragazzo è un ottimo compagno di chiacchierate ed è molto informato, a differenza tua" gli risponde il padre.

Stiles non ribatte, ma apparecchia per tre e poi serve la cena. Derek è sicuro di aver sentito un sospiro di godimento quando ha mangiato il primo boccone, ma non rivolge lo sguardo a Stiles per accertarsene. È quando finisce la sua porzione che John appoggia le posate al piatto e parla.

"Allora? Da dove salta fuori l'idea di lasciare il beach-volley?" chiede diretto. Derek, nell'esatto momento in cui sente la domanda, sente anche la gamba di Stiles che, sotto il tavolo, comincia a tremare. Gli viene istintivo allungare un piede e appoggiarlo contro una sua caviglia, anche se il tremolio non si ferma.

"Ho capito che non fa per me, papà" spiega Stiles con gli occhi nel piatto. "È vero che l'ho sempre fatto, ma mi piacerebbe provare altro"

Derek sobbalza quando John sbatte i palmi delle mani sul tavolo. "PROVARE ALTRO?" chiede, "sei ad un passo dal realizzare il tuo sogno e vuoi provare altro? Cosa diavolo ti dice il cervello? Hai vent'anni, non dodici, dovresti sapere cosa vuoi dalla tua vita, almeno un po', e io sono tuo padre, so quanto ami quello sport!"

Stiles continua a tenere gli occhi bassi.

"Vi siete messi d'accordo, eh? Volete convincermi? Tu!" dice poi alzando lo sguardo su Derek, "sei venuto a fare comunella con mio padre per farmi fare qualcosa che non voglio fare?!"

Derek vorrebbe davvero contenersi, soprattutto per la presenza di John, ma dopo quella frase non ci riesce.

"CHE NON TI PIACE? A TE NON PIACE QUELLO CHE FACCIAMO? NON SOGNI, COME ME, DI VINCERE LE OLIMPIADI? VUOI DAVVERO FARMI CREDERE ALLE TUE BUGIE, STILES?" urla alzandosi dalla sedia.

John gli mette una mano su un braccio, come per calmarlo e Derek cerca di regolarizzare il respiro.

"Stiles, io sono tuo padre, lui è tuo amico. Entrambi teniamo a te e vogliamo solo il tuo bene. Noi" dice posando l'accento su quella parola, "noi vogliamo che tu faccia ciò che ti piace".

Derek tiene lo sguardo su quel ragazzino ancora seduto davanti a sé e, quando si alza dalla sedia e rivolge ad entrambi uno sguardo furioso, non lo riconosce.

"Questo implica che secondo te qualcun altro non voglia il mio bene, eh papà? Non ti è mai piaciuto Nick, sono cinque anni che non ti piace. Ma a me sì, accettalo" dice freddo e poi esce dalla stanza.

John si accascia sulla sedia e questa volta è Derek a mettergli una mano sulla spalla.

"L'hai sentito? È colpa di quello lì"

Derek vede quell'uomo distrutto e tenta un'ultima strada. "Vado di sopra a parlargli. Ci riprovo".



Al piano di sopra ci sono due porte, ma capire quale sia quella della camera di Stiles è facile. Attaccato sul legno c'è un cartello con il suo nome, un cartello a forma di rete da volley. Derek manda a quel paese la propria educazione ed entra senza bussare. Si guarda intorno, però, e non trova Stiles.

"Qui" dice una voce e Derek ne segue il suono, trovando il ragazzo seduto, al buio, ai piedi del letto, vicino alla finestra, con le gambe raccolte contro il petto.

Derek avanza, poi si abbassa e gli si siede di fianco.

"A papà piaci" dice Stiles, guardando fuori verso gli alberi.

"Tifiamo entrambi per i Mets" risponde Derek senza distogliere invece lo sguardo da lui.

Restano un minuto in silenzio, poi è ancora Stiles a parlare.

"Lui non gli piace, anche se non l'ha mai voluto conoscere"

"Io l'ho conosciuto e lo odio comunque" non riesce a frenarsi Derek, ma Stiles fa finta di niente.

"Non è stato lui ad obbligarmi, davvero. Ero solo stanco di litigare per la sua gelosia e gli ho detto io che avrei lasciato, per la pace"

"La sua pace, non la tua"

"Posso vivere senza la sabbia nei capelli" cerca di sdrammatizzare, ma Derek non glielo permette.

"Lui ha subito accettato che mollassi?" chiede. Stiles annuisce.

"Ha detto che magari posso fare nuoto con lui"

"Un quasi olimpionico, che va a fare nuoto col fidanzato tre volte a settimana? Bello" ribatte sarcastico.

Stiles abbassa il capo prima di rispondere. "L'amore è fatto anche di compromessi, Derek"

"Ah, si? Forse per un film da scegliere, ma non riguardo il futuro di uno dei due. Nick non capisce cos'è per te il beach-volley"

Stiles gli rivolge uno sguardo interrogativo. "In che senso? Lo sa che mi piace"

"Sì" spiega Derek, "che ti piace. Ma ti ha praticamente chiesto di scegliere tra lui e la tua passione. E, credimi Stiles, per quanto tu possa amarlo, non lo amerai mai quanto quello sport. È la tua vita, sono i tuoi obiettivi. Nessuna persona che ama, chiederebbe al suo compagno di rinunciarvi, avrebbe dovuto dirti di non farlo"

"Cosa ne vuoi sapere tu, Derek?"

E quella domanda fa davvero male, perché dimostra quanto Stiles non abbia capito nulla. Ma Derek ancora una volta glielo spiega. "Cosa ne so? Cosa ne so di cosa? Dell'avere una passione o di come si ama?... A parte il fatto che ho la tua stessa passione? Mh, vediamo. Io conosco il modo in cui ghigni quando stai per fare una schiacciata e sai che farai un punto, sei soddisfatto già mentre compi l'azione. Conosco il modo in cui, invece, sporgi un po' il labbro inferiore quando un punto lo perdi. E, se lo perdi a causa tua, invece ti arrabbi con te stesso arricciando un po' il naso e stringendo gli occhi. Quando sei alla battuta, poi, hai due atteggiamenti diversi. Durante le gare non ti vedo, ma sento che prendi due lunghi respiri e uno più corto prima di battere. Se, invece, ti stai allenando contro di me, mi fissi negli occhi sfidandomi. Vuoi anche sapere come esulti? Durante le gare guardi verso gli spalti e cerchi tuo padre che, puntualmente, si alza in piedi ad applaudire. Tu alzi un pugno al cielo e poi ti giri a battermi il cinque. Non prima di fare un gesto, come se volessi abbracciarmi, e poi tirarti indietro. Durante gli allenamenti, invece, sei molto più sciolto e sorridi, sorridi in un modo così luminoso, Stiles, che non sono capace di descrivere".

Quando finisce quel discorso venuto fuori da chissà dove, Derek è senza fiato e sembra esserlo anche Stiles. Ha parlato arrabbiato e lo è ancora, nonostante quel ragazzino lo stia guardando con occhi lucidi.

"Hai ancora il coraggio di chiedermi cosa ne so io?" chiede rialzandosi e uscendo dalla stanza.

Al piano di sotto John sta lavando i piatti.

"John, io vado"

"Ci ha ripensato?" chiede speranzoso.

"Non lo so, davvero non lo so. Grazie per la cena e la birra"

"Grazie a te, ragazzo, grazie di cuore" gli risponde l'uomo asciugandosi le mani e accompagnandolo alla porta.

Sabbia negli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora