Capitolo 2Era trascorsa quasi una settimana dall'arrivo dei due americani in classe e Carol non si era ancora abituata ad avere una schiena possente e una testa capelluta davanti a sé in classe, anche se forse poteva rivelarsi una buona barriera per quando era stanca di seguire le lezioni.
I due ragazzi erano subito diventati popolari a scuola; non capitava spesso che ci fossero nuovi arrivati, anche se la scuola era nel centro della capitale dell'Inghilterra.
Finite le lezioni, Taylor andò a pomiciare con uno dei suoi tanti ragazzi, mentre Carol raggiungeva uno dei suoi più cari amici, Alex Mitchell, un ragazzo di un anno avanti a lei.
Era un amico di famiglia e le era sempre stato vicino anche quando sua madre se ne era andata e suo padre si era trasferito a Parigi con la sua nuova compagna, lasciando Carol con la zia Sarah. «Ei.» Lo salutò con un sorriso.
Il ragazzo dalla carnagione scura e i capelli ricci le restituì il sorriso e le offrì una sigaretta. Carol annuì e la accettò. «Ceniamo al Burger domani?» Chiese la ragazza attorcigliando i suoi capelli biondi su un dito.
Alex annuì. «Perché no.» Disse dopo aver fatto uscire dalla sua bocca del fumo grigio. «Devo passare a casa di Taylor prima però.» Aggiunse a bassa voce, guardando a terra. Portava una felpa scura, non la divisa scolastica e sicuramente questo gli sarebbe costato un richiamo disciplinare.
Carol lo guardò pensierosa. «Lavori sempre con sua madre?» Ebbe il coraggio di chiedere alla fine.
Aspirò della nicotina e rilasciò andare un pesante sospiro quando Alex annuì a testa bassa. Carol si sedette accanto a lui su quel muretto spoglio e freddo e posò la sua testa sulla spalla di lui. «Non ti disperare.» Sussurrò guardando le sue gambe a confronto con quelle del suo amico, avvolte in dei jeans scuri.
«Smetti di cercare qualcuno che non vuole essere trovato.» Alex fece per ribattere, ma Carol se ne era già andata.
Quel giorno Carol non fu accompagnata a casa da Taylor perché l'amica si era offerta di aiutare il nuovo ragazzo -Edward era il suo nome- a mettersi in pari con le materie del semestre. Carol sapeva bene che quella fosse solo una scusa: aveva puntato i suoi occhi vispi e accesi su di lui appena aveva messo piede in classe solo una settimana prima.
Non aveva comunque voglia di farle la ramanzina, sapeva bene quanto fosse noioso e stupido imporre le sue idee su quelle di qualcun altro. Inoltre, lei e Taylor erano rimaste amiche per così tanto tempo perché sapevano lasciarsi i propri spazi. Entrambe conoscevano bene l'altra ed entrambe erano grandi abbastanza da non aver bisogno di una babysitter.
Per questo quando Mike Smith le chiese se avesse bisogno di compagnia storse il naso. Carol mostrò un falso sorriso al ragazzo alto, biondo ed americano e scosse la testa.
«Può sembrarti strano, ma in Inghilterra non tutti girano con una pistola sottobraccio.» Alluse al fatto che non avesse bisogno di compagnia per girare liberamente per Londra.
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Isabelle e Carol
Romance[COMPLETA] Il terrore che provava Nate lo aveva completamente congelato. Sentì gli occhi pizzicargli e il naso pungergli. Dio, non era quello il momento per piangere. «Carol, piccola, sono io.» Aveva detto Nate col suo miglior tono di voce basso e...