Capitolo 7

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Capitolo 7

Natale e Santo Stefano erano passati rapidamente anche perché Carol non si era mossa dal divano. Sua zia Sarah era stata via giusto un paio di ore per la Messa, ma poi le era sempre stata accanto. Nonostante Carol non volesse festeggiare il Natale, sua zia aveva allestito un piccolo, ma grazioso albero bianco e la mattina di Natale, mentre preparava il suo pranzo in cucina aveva ascoltato canzoni natalizie, facendo venire il mal di testa a Carol già di prima mattina.

Si erano anche scambiati i regali ed avevano visto i grandi classici insieme sul divano, ma nulla era valso a far tornare a Carol un pò di sorriso. Per questo quando Taylor era tornata in città la prima cosa che aveva fatto era stata quella di passare a prendere la sua amica e dirigersi in centro tutte belle vestite.

Taylor sosteneva che per star meglio emotivamente si dovesse star bene anche esteticamente, quindi portò l'amica a fare le unghie dall'estetista e la portò a prendere il gelato dopo essere stata dalla parrucchiera. Carol era uscita di casa stanca e trasandata e ci ritornava curata sotto ogni aspetto. Prima di rientrare, però, le due amiche ebbero la fortuna di incontrare i due ragazzi americani, i fratelli Smith.

Da quando Mike si era presentato a casa della sua migliore amica, Carol non aveva più avuto sue notizie e non sapeva bene come comportarsi in sua presenza. Per questo quando li vede spinse via Taylor per evitare che potesse parlarci, ma Taylor era troppo solare e socievole per non salutare due così bei ragazzi.

Prese per mano l'amica e si parò di fronte ai due, che stavano passeggiando per le vie del centro. «Ei, americanii!» Li salutò con dei baci sulle guance e un sorriso chilometrico. Taylor amava il Natale e quel periodo dell'anno le metteva allegria -anche più del solito.

Edward le sorrise, appoggiandole la mano sul fianco mentre riceveva il bacio sulla guancia e Carol non si stupì di intuire che ad Edward piacesse Taylor: Taylor Monroe piaceva a tutti. Molti ne parlavano male, alcuni ne erano invidiosi, ma nessuno la trovava brutta o antipatica. Nessuno.

«Ei, inglesine.» Ribatté Edward guardando prima Taylor e poi Carol.

Mike pareva, invece, nervoso. «Che ci fate qui?» Domandò fingendo una tranquillità che non aveva, forse anche lui non sapeva come comportarsi di fronte a Carol dopo il loro ultimo incontro?

Taylor rise, toccando la spalla di Mike con fare amichevole. «Ci chiedi cosa facciamo noi nella nostra città natale? Sai che conosciamo queste strade e questi negozi fin da quando eravamo bambine?» Carol abbozzò un sorriso così come Edward, che non smetteva di ammirare Taylor. «Voi piuttosto? A fare shopping nelle vie più care della città?»

Mike si leccò nervosamente le labbra rosee, ma fu Edward ad aprire bocca e salvare la situazione. «Ci siamo persi. Strano ammetterlo, ma Londra è abbastanza caotica.»

Carol sorrise, abbassando lo sguardo a terra, mentre Taylor ridacchiava come un'oca. «Ma voi siete americani, ci sguazzate nel caos.»

Edward scrollò le spalle, portandosi indietro con una mano i suoi capelli neri. «Penso che ci serva una guida, potreste aiutarci?» E quando Taylor rispose di sì, Carol capì che la calma e la pace di quei giorni era svanita per sempre.

 «Penso che ci serva una guida, potreste aiutarci?» E quando Taylor rispose di sì, Carol capì che la calma e la pace di quei giorni era svanita per sempre

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