Capitolo 10

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Capitolo 10

Carol aveva dato appuntamento a Mike nel corridoio dell'ala est della scuola un paio di minuti prima del suono della campanella. Era quasi diventato un gioco per lei e lui sembrava non esserne affatto dispiaciuto.

Si videro al solito orario e Carol lo prese per il polso mentre lo trascinava in un'aula vuota. Conosceva bene gli orari e i nascondigli perfetti in cui imboscarsi con un ragazzo: Nate detestava seguire le lezioni e Carol non era capace a dirgli di no.

Si sedette su un banco e fece avvicinare Mike, aprendo le gambe per poterlo accogliere ancora più vicino a sé. Lui, dal canto suo, non la smetteva di baciare un secondo, accarezzandole i capelli lasciati sciolti sulle spalle e respirando la sua stessa aria. Carol sentiva fremere dentro di lei una nuova sensazione e notava bene quanto il suo pensiero fosse condiviso.

Lasciò che le sue esili mani vagassero sulla schiena possente di lui e sulle sue larghe spalle prima di tirargli leggermente i capelli biondi. Mike spostò le sue, invece, dai capelli alla schiena di lei e poi sui fianchi, sulla pancia fino a sfiorarle il seno. Carol fremette e i due smisero di baciarsi un solo secondo per guardarsi; entrambi avevano due pozze nere al posto degli occhi. Mike si chinò per baciarle il collo e Carol socchiuse gli occhi, rilassandosi completamente fra le sue braccia.

I due vennero spaventati dal rumore forte e squillante della campanella. Carol non riuscì a nascondere un lamentò che fece ridere Mike, poi si sistemò la maglia. «Possiamo vederci nel pomeriggio?» Chiese e bastò un solo sguardo per fare capire a Mike le sue intenzioni.

«Certo.» Disse lui sorridendo e prendendola per mano per farla saltare giù dal banco sul quale era seduta.

Carol sorrise ancora di più e si tirò in punta di piedi per baciarlo sulla guancia. Le sembrava strano non trovare sul suo viso nessun tipo di peluria, ma cercò di scacciare dalla mente quel pensiero. «Mia zia è a casa, facciamo da te?»

Improvvisamente, sul volto rilassato di Mike comparve un cipiglio e si irrigidì tutto. «Ah, cavolo, oggi non posso. Mi sono ricordato ora che devo accompagnare mio padre da una parte, non conosce bene questa città.» Disse con voce pacata, quasi lenta. Le aprì la porta dell'aula e la ragazza uscì fuori.

«Ohw, beh allora stasera?» Chiese lei camminando per i corridoi che pullulavano di studenti che si precipitavano all'uscita della scuola.

Mike scosse la testa con una smorfia dispiaciuta sul volto. «Non so quando tornerò a casa, è un impegno grosso quello di mio padre.» Le spiegò rammaricato e lei annuì, forzando un sorriso.

«Ci vedremo domani, allora.» Concluse lei con serenità, benché fosse un pò infastidita dal suo improvviso cambiamento di umore.

«Perfetto.» Disse Mike sorridendo e quando capì le intenzioni di Carol di lasciargli un bacio sulla guancia si allontanò salutandola a gran voce. Carol aggrottò le sopracciglia, non riuscendo a capire cosa gli fosse preso, ma girò sui tacchi e si diresse dalla parte opposta della scuola per raggiungere Taylor.

Conoscendo molto bene l'amica la trovò sul muretto del giardino della scuola a fumare una sigaretta. La guardò con disappunto e Taylor buttò fuori il fumo prima di offrire la sua stessa sigaretta a Carol. «Che c'è?» Chiese quasi sgarbatamente, ma subito si ricompose, riacquistando l'aspetto della sorridente ed allegra Taylor Monroe.

«Pensavo avessi smesso.» Disse Carol fumando la sigaretta dell'amica e guardando un punto a caso dello stabilimento di pietra antica.

«Avevo smesso.» Confermò Taylor, sbuffando. «Giornata no.» Spiegò scrollando le spalle.

Isabelle e CarolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora