Capitolo 1Carol non era mai stata una persona particolarmente mattiniera.
Amava dormire fino a tardi, rigirarsi nel letto, allungare le dita dei piedi sotto alle coperte pesanti.
Stava per avvicinarsi il Natale, il periodo dell'anno che più detestava; non voleva affatto uscire fuori di casa, recarsi a scuola e vedere tutti entusiasti per le festività. Non voleva uscire di casa e basta. Sfortunatamente la sua migliore amica, invece, non la pensava come lei.
«Ei, dormigliona!» Esclamò Taylor smuovendo le gambe dell'amica nascoste sotto il piumone. «Ti devo ricordare che quella stronza della bidella non ci farà più entrare dopo il suono della campanella?»
Gli occhi scuri dell'amica erano vispi e luminosi mentre fissavano con rimprovero la testa spettinata di Carol alzarsi lentamente dal letto.
«Oh bene, siamo vive allora.» La schernì Taylor avvicinandosi con le sue lunghe e magre gambe. Respirò la stessa aria dell'amica ed arricciò il naso. «Qualcuno qui ha bisogno di una doccia.» Bofonchiò mentre Carol si alzava controvoglia dal letto seminuda. Senza dire una parola si avviò in bagno.
«Io ti aspetto in cucina!» Urlò Taylor sentendo partire lo scroscio dell'acqua della doccia. Si alzò con un sospiro dal letto e scese rapidamente le scale, raggiungendo Sarah, la zia di Carol.
La donna aveva poco più di quarant'anni, ma i segni sul suo viso le davano un'aria più anziana, più sciupata. Ciononostante, sorrideva sempre a tutti e non alzava mai la voce, cosa che spesso, invece, sarebbe servita con Carol. Taylor sorrise alla donna.
Passava intere giornate con Carol e sua zia ed erano più le notti che passava in quella casa che nella propria: ormai faceva parte della famiglia. Taylor parlò un po' con lei, mostrandosi gentile e riconoscente come sempre. Sosteneva che Sarah avesse bisogno di più stimoli per essere lei stessa più attiva.
«Spero che abbiate voglia di tè e biscotti, ho finito le crostatine.» Si lamentò Sarah apparecchiando in tavola e rivolgendosi anche a Carol, la quale era scesa piano piano dalle scale ed indossava ancora l'accappatoio rosa e un asciugamano bianco come turbante per coprirle i lunghi capelli biondi. «Buongiorno, Carol, domito bene?»
La ragazza storse la bocca mentre prendeva posto a tavola e beveva il suo tè. Fu Taylor a parlare, a tenere viva la conversazione, come sempre del resto; Carol non era una ragazza chiacchierona e spesso teneva un lungo muso, che le dava spesso un'aria misteriosa, mentre sua zia Sarah era una donna troppo riservata e pensierosa per attaccar bottone.
Taylor era il contrario.
Col suo carattere solare, allegro ed impulsivo riusciva a parlare anche coi sassi. E quindi raccontava di come sua madre fosse tornata a tarda ora quella notte e come il lavoro la stesse prosciugando, mentre mangiava un biscotto al cioccolato e prendeva un pò di zucchero, miele e qualsiasi altro dolcificante da mettere nel suo tè nero.
Carol finì in fretta la sua colazione e tornò in camera sua per vestirsi in assoluto silenzio. Indossò l'uniforme scolastica; un pantalone lungo blu e un golfino dello stesso colore con delle striature bianche sul colletto e alle maniche, si intravedeva appena la camicia nera che portava sotto. Mise rapidamente le scarpe, si legò i capelli fini e biondi in una coda alta e si mise un pò di colore sul viso pallido e scavato -le occhiaie non riuscivano a passare comunque inosservate.
Non apportò ulteriore trucco sul suo viso perché Taylor continua ad urlarle di muoversi o Rick, il ragazzo del giorno di Taylor, si sarebbe stancato di aspettarle. Carol scese rapidamente le scale, fece un cenno di saluto alla zia, prese il cappotto e lo zaino prima di seguire una Taylor saltellante.
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Isabelle e Carol
عاطفية[COMPLETA] Il terrore che provava Nate lo aveva completamente congelato. Sentì gli occhi pizzicargli e il naso pungergli. Dio, non era quello il momento per piangere. «Carol, piccola, sono io.» Aveva detto Nate col suo miglior tono di voce basso e...