Capitolo 9

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Capitolo 9

Carol si svegliò con la faccia che le tirava come se ci fosse un qualche tipo di pellicola sopra al suo viso stanco e scavato. Quella notte era tornata a casa accompagnata da Mike Smith e lo pregò di non lasciarla da sola. Così lo fece entrare in camera sua, dopo averlo fatto entrare nel suo mondo, ma appena aveva toccato il letto era sprofondata, non riuscendo più a tenere gli occhi aperti e la mente attiva.

Perciò quando si svegliò, il trucco della sera prima era diventato come cemento sulle sue guance. Non indossava il vestito blu notte, ma una maglia larga che Nate aveva lasciato da lei. Si doveva essere cambiata prima di addormentarsi.

Si ricordava poco della sera prima, ma non dava la colpa all'alcol.

Il suo cervello era solito annebbiarle i ricordi quando li reputava troppo pesanti da digerire.

Si voltò verso la scrivania e si meravigliò di trovare Mike ancora addormentato nonostante i raggi del sole attraversassero senza problemi le tendine della finestra. Carol pensava che se ne fosse andato una volta addormentata, invece, rimase stupita nel vederlo con i capelli biondi spettinati e il respiro regolare, la guancia appoggiata su un peluche che aveva trovato in camera.

Aveva persino trovato una coperta di pile, oltre che al materassino gonfiabile su cui era sdraiato per terra. Carol sorrise teneramente osservandolo riposare come un bambino -il sonno rendeva tutti più vulnerabili.

Si mosse per prendere dell'acqua che teneva sul comodino, la bevve senza mai distogliere lo sguardo dal ragazzo ancora addormentato. Riposò sul comodino la borraccia e si allungò sul letto in modo da poter vedere meglio l'americano.

Aveva le spalle larghe, coperte ora dalla maglietta che portava la sera prima, le gambe lunghe e il corpo robusto, imponente come se avesse muscoli da atleta sotto ai vestiti. Carol non poteva negare che fosse un bel ragazzo. Allungò un braccio per toccargli i capelli quasi involontariamente, sorridendo quando lo vide sbuffare.

Mike aprì lentamente un occhio e Carol trattenne a stento una risatina; era troppo buffo appena sveglio. «Mi spii?» Domandò a bassa voce Mike, facendo venire le farfalle nello stomaco a Carol per il tono di voce basso, profondo.

Carol sorrise apertamente, mostrando i suoi denti bianchi. «Sei tu in camera mia, ricordi?» Lo provocò e lo osservò rigirarsi a pancia in su, lamentandosi per la spalla sulla quale aveva dormito tutta la notte. «Mi dispiace.» Mike la guardò questa volta con entrambi gli occhi verdi aperti, non capendo a cosa si riferisse.

Lei fece cenno al suo giaciglio per quella notte. «Potevi dormire qui sul letto accanto a me.» Gli disse lei indicando il letto matrimoniale su cui era sdraiata lateralmente. I capelli biondi le scivolano sulle spalle, sul collo. «Dove hai trovato quel materassino?» Chiese, infine, ridendo.

Mike sorrise guardandola di sbieco. «L'ho trovato nel tuo armadio. Spero non ti dispiaccia se ho cercato lì, tu ti eri addormentata, non sapevo cosa fare.» Sembrava davvero preoccupato che potesse darle fastidio, così Carol lo rassicurò con un sorriso. «L'ho gonfiato in pochi minuti, infatti non era proprio comodissimo.» Ammise ridacchiando.

A Carol fece una buona impressione, quasi tenerezza, così si mise a sedere sul letto ormai sfatto e gli fece segno di avvicinarsi. «Hai fatto bene ad arrangiarti, ma potevi dormire qui.» Mike alzò le spalle e si mise a sedere, guardando per pochi secondi le gambe nude della ragazza -aveva perso le calze nella notte.

«Non mordo.» Lo rassicurò con un sorriso, così lui si alzò in piedi solo per poi sistemarsi nel letto con lei. Carol sospirò, appoggiando la sua testa sulla spalla di Mike. «Mi dispiace per ieri sera, mi trovi sempre in un pessimo stato alle feste.» Cercò di sdrammatizzare, ma non era affatto serena ripensando alla notte precedente.

Isabelle e CarolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora