Capitolo 24

12 3 3
                                    


Capitolo 24

Taylor stava tornando a casa dopo essere stata a scuola, una pesante giornata a scuola, ma niente a che veder col giorno precedente quando Mike era stato quasi arrestato, portato in centrale per delle domande su un incendio doloso nella parte periferica di Londra, disabitata da anni ormai.

Aveva salutato Carol all'uscita da scuola e non si era posta alcuna domanda quando la vide prendere la via per la metro: sapeva che l'amica stava trascorrendo sempre più tempo con Nathan e la cosa la rassicurava e spaventava al tempo stesso.

Quei due avevano un rapporto che lei non sarebbe mai riuscita a comprendere fino in fondo, ma sapere che Nate le stava accanto non poteva che essere un bene per Carol.

Quando raggiunse il suo appartamento costoso e nuovo di zecca sua madre era da poco rientrata dal turno di lavoro in centrale, quindi forse non si era ancora buttata a letto per recuperare le ore di sonno perse per il lavoro. Non poteva saperlo con esattezza così si fece coraggio ed entrò in casa. L'ingresso ordinato, pulito e ben illuminato faceva intendere che ci fosse qualcuno in casa, quindi la mamma era già rientrata.

Si tolse la giacca e la appoggiò sull'attaccapanni appeso alla parete, poi lasciò le chiavi su un mobile di vetro, infine si diresse pian pianino in camera sua, ma la madre era seduta sul divano di pelle bianco con i piedi appoggiati sul tavolino di vetro, sul quale stava solo un vaso biancastro con delle peonie.

«Tesoro.» La richiamò la signora Monroe, facendole un sorriso dolce. Fra le mani teneva una tazza bollente di tè. I capelli corti e neri erano spettinati come se la donna si fosse addormentata e risvegliata da poco. In quel momento Taylor provò una grande compassione per la madre, che lavorava giorno e notte per lei, per loro. La donna batté la mano sul sedile del divano accanto a lei vuoto. «Vieni?»

Taylor appoggiò a terra lo zaino prima di dirigersi a passo lento verso la madre.

Il giorno successivo al tentativo di fuga di Anastasia, Nate aveva deciso di saltare scuola, al contrario di Carol, che invece c'era andata sotto obbligo di Nate, Taylor e la zia Sarah. Tuttavia, appena poco dopo le due il campanello di casa Rose suonò e Carol apparve radiante sulla soglia. Nathan non lo disse, ma si aspettava il suo arrivo così le aveva preso le alette di pollo fritte dal negozio sotto casa sua.

Carol se ne accorse subito, ma finse di non dar peso a quello gesto e anche quando gliele servì in tavola non proferì parola a riguardo.

«Cosa avete fatto oggi?» Chiese Carol, cercando di intrattenere una conversazione a tavola. Anastasia mangiava lentamente ciò che c'era nel suo piatto, i capelli rossi legati in una coda alta e lunga. Nathan guardava in maniera assente il telefono, ogni tanto dava un morso al suo panino ripieno. «Ci sono novità?»

«Sì, Alex ha trovato un'altra zona in rovina di Londra e pare che ci siano spesso stati dei comportamenti sospetti in quella zona, quindi pensa di andare a dare un'occhiata in questi giorni.» Spiegò Nathan annuendo piano piano.

«Mi ricordo che alle volte ci spostavamo.» Disse Anastasia, che era diventata più collaborativa da quando aveva visto, seppur a distanza, la sua famiglia. «Quando era finita l'estate, il tempo iniziava ad essere più brutto.»

«In un altro posto degradato e sporco come quello in cui ti abbiamo trovata, immagino.» Commentò Carol, guardandola negli occhi. Improvvisamente non aveva poi così fame.

Anastasia annuì. «Venivamo messe in un furgone con un cassone senza luce, quindi non vedevamo assolutamente niente, a stento si respirava.» Raccontare quelle atrocità, quei momenti di terrore e paura era davvero difficile per Anastasia, ma sperava che prima avrebbero agito e prima avrebbe riabbracciato sua madre e sua sorella.

Isabelle e CarolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora