14 - Tutto risolto

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Quando Harry salì un camera con i fogli dell'adozione portati il giorno prima e il vassoio con le tazze di caffè e un paio di cornetti, lo trovò rannicchiato a terra. Posò immediatamente il vassoio sul comodino e lo sollevò da sotto le braccia, aiutandolo ad alzarsi e facendolo sedere sul letto. Severus si asciugò il viso con le mani, posandosi con la schiena contro la testiera del letto.
- Cos'è successo...? - , chiese il ragazzo dopo qualche istante di silenzio, come temesse di poter ridurre il padre a chiudersi in se stesso.
- Niente di preoccupante... - , mormorò Severus. Rimase in silenzio per alcuni istanti, guardando il figlio dritto negli occhi. - Harry io... - , sussurrò dopo un po', - Io ho visto i tuoi... I tuoi genitori.
Harry sgranò immediatamente gli occhi. - Tu hai visti chi?! - , chiese con il cuore a mille.
- Sono venuti a trovarmi. Li ho visti... Ci ho parlato. E abbiamo risolto...
- Tu hai visto i miei genitori?! - , esplode il ragazzo, dopo alcuni istanti di silenzio.
Severus annuì in silenzio, passandosi una mano sul viso. Harry rimase con occhi e bocca spalancati per altri buoni dieci minuti, finché Severus non roteò gli occhi esasperato e gli schioccò le dita davanti gli occhi. - Ho fame... - , disse quest'ultimo e guardò il vassoio, lo pose sul letto in mezzo a loro e prese la propria colazione. Poi notò i fogli. - E quelli?
- Quelli... - , mormorò Harry, riprendendosi lentamente, - Quelli sono i fogli dell'adozione... Mancano solo le nostre firme... - , aggiunse e prese la penna, porgendole all'uomo che rifiutò e gli fece cenno di fare prima lui. Harry, con mani tremanti, posò la punta della penna sul figlio e firmò. Poi porse tutto a Severus che, con altrettanti mani tremanti, sia per l'emozione dell'apparizione sia perché stava per avere un figlio, Yemen la punta premuta per un po', ma tremava così tanto che non riusciva a scrivere. Così Harry, che se ne accorse, posò una mano sulla sua e lo guardò negli occhi, annuendo in segno di vicinanza e comprensione. Severus prese un respiro profondo, trovò coraggio e firmò il foglio, mentre la sua mano era seguita da quella di Harry. Appena fatto, scaraventarono insieme la penna ai piedi del letto e fissarono i fogli intensamente, tanto da bucarli con lo sguardo. Poi si guardarono negli occhi e non poterono fare a meno di sorridere come due bambini felici. Harry si gettò immediatamente tra le sue braccia, fregandosene della colazione, che si rovesciò sul vassoio, e stringendolo forte. Severus ricambiò immediatamente l'abbraccio, stringendolo tanto forte da soffocarlo, ma non voleva lasciarlo andare. Non ora. Non anche lui.
- Ti voglio bene, papà... - , sussurrò Harry, sorridendo finalmente sollevato.
Severus sentì un brivido lungo la schiena e rimase leggermente sorpreso, ma sorride enormemente. - Anch'io, figlio mio... - , sussurrò a sua volta. Restarono abbracciati per un po', finché ne trovano la voglia. E non era poca. Finalmente padre e figlio, finalmente una famiglia.

A metà giornata, Harry era ancora a lavoro. Aveva portato le carte con sé e restituite. Così che ora era ufficiale: erano una famiglia a tutti gli effetti. Quando la sera tornò a casa, trovò già tutto apparecchiato e la cena ben servita a tavola. Non deve neanche in tempo a scusarsi per il ritardo che Severus lo guardò seduto al tavolo.
- È il minimo che posso fare, Harry, dopo giorni ormai che mi tieni qui in casa tua e ti prendi cura di me... - , disse, vedendolo entrare.
- Fantastico. - , sorrise Harry enormemente, sedendosi a tavola, - Grazie. Anche se non ce n'era bisogno...
- Io dico di sì. - , rispose Severus, - Perciò ora mangia e basta.
- Agli ordini papà. - , rise leggermente il ragazzo e cominciò a mangiare. Severus rimase a fissarlo per alcuni istanti, ancora spiazzato dal dover prendere abitudine a quel modo di chiamarlo di Harry, poi cominciò a mangiare anche lui. Il resto della serata passò abbastanza velocemente e in tranquillità. Trovarono il modo di ridere e scherzare, finché Harry non decise di mettersi seduto comodo sul divano, Severus costretto al suo fianco. Accese la TV e cercò un film abbastanza decente da guardare, mentre si divertiva ad osservare l'espressione del padre esterrefatto, quasi, davanti ad un oggetto babbano.
- Tu non vivevi a Spinner's End? - , chiese Harry ad un certo punto.
- E questo vorrebbe dire? - , chiese a dia volta Severus, guardandolo con ovvietà.
- Non era un quartiere babbano?
- E allora?
- Come fai a non conoscere la televisione?
- Ti ricordo, Harry, che solo mio padre era babbano. Mia madre era una strega. Non avevamo tutte le cose che avevamo i babbani. La televisione era l'unica cosa che mia madre non aveva voluto comprare. Probabilmente per evitare che mio padre, oltre a bere, si mettesse a poltrire sulla poltrona. - , aggiunse con una nota di disgusto nella voce. Mai parlava dei suoi genitori. Erano ricordi troppo dolorosi. Ma con il ragazzo sentiva di poter stare tranquillo. Che se avesse avuto bisogno, il figlio sarebbe sempre stato lì, pronto ad aiutarlo. Così come lo sarebbe sempre stato lui, da buon padre quale sperava di essere.
Finita la cena, Harry costrinse il padre a sedersi sul divano, mentre lui sparecchiò la tavola.
- Harry... - , sussurrò Severus dopo un po', - Hai... Hai per caso un ritratto in casa?
- Un ritratto? No... Purtroppo no. - , scosse la testa il ragazzo, mentre sistemava i piatti nella credenza, - Devo ancora farne portare un paio in realtà...
- Peccato... - , mormorò Severus.
- Perché? - , chiese il ragazzo.
- Niente solo... - , esitò il padre a rispondere, fissò lo sguardo nel caminetto spento e rimase in silenzio per un po'. Quando si fece coraggio Harry aveva già finito di sistemare tutto.
- Solo? - , lo esortò, avvicinandosi e sedendosi al suo fianco.
- Solo... - , riprese lui, guardandolo, - Per caso ne arriverà uno anche di Albus?
Harry rimase decisamente spiazzato da quella domanda, ma anche tremendamente addolorato. Quando aveva visto i ricordi del padre, quella sera, aveva visto anche la storia con Silente. - Posso chiedere di portare anche quello. Ma per ora ce l'ho già nel mio ufficio, al Ministero. Se vuoi posso portarti lì, così potrai... Ecco, parlarci...
- Va bene... Ci penserò. Grazie.
- Nessun problema... - , sorrise il figlio comprensivo.

Quando poi Harry andò a letto, Severus rimase per qualche minuto ancora in salotto, seduto sul divano. Si passò le mani sul viso e sospirò, poi si alzò e salì lentamente le scale. Si fermò davanti la stanza di Harry e aprì lentamente la porta, guardando il figlio dormire. Sorrise dolcemente nel vederlo a pancia in giù, la testa posata sul braccio piegato e il viso nascosto nell'incavo del gomito, con il pigiama infilato, ma la maglia sollevata per la posizione in cui dorme, la coperta scivolata a terra. Si avvicinò e raccolse la coperta, coprì il figlio per bene e, senza neanche rendersene conto, si chinò e gli baciò la testa. Poi gli scompigliò co n dolcezza i capelli ed uscì, chiudendo la porta in perfetto silenzio. Si recò nella propria camera e si sedette sul letto, guardando la foto sistemata sul comodino. - Grazie per essere venuti... - , sussurrò con un sorriso, - Mi avete dato speranza... Ma credete sia il caso di mostrare i mie ricordi all'intero mondo magico? Credete sia la cosa giusta da fare? Io vorrei solo una vita tranquilla, visto che vostro figlio mi ha dato una possibilità... Albus è con voi, immagino... Albus? Mi senti? Ho chiesto a Harry se porterà uno dei tuoi ritratti qui a casa... Dopo quello che mi hai costretto a fare... Ho bisogno di rivederti prima di tornare a Hogwarts. Ho bisogno del tuo consiglio riguardo a ciò che è successo, riguardo a Harry. Ho bisogno del tuo consiglio. Ho bisogno di te... E non giudicarmi... Sei l'unico ormai... Spero solo di riuscire ad andare avanti senza problemi. Minerva stessa, da quel che so, mi ha chiesto di tornare. Ma non so se mi sarà permesso di tornare ad insegnare. Non credo che gli studenti, così come i genitori, mi vogliano vedere a scuola. Un Mangiamorte, un assassino ad insegnare ai ragazzi. Non credo mi sarà permessa una vita normale. Anche se dovessi mostrare i mie ricordi all'intero mondo, chi non crederà che io li abbia manomessi? Chi crederà alla parola di un Mangiamorte? Anche se Harry e Sirius dalla mia parte, non ne uscirò vivo. Se non m crederanno, finirò il resto della mia vita ad Azkaban. Harry non mi guarderà mai più come mi guarda ora. E io non avrò mai più il suo affetto. Non lo rivedrò mai più... - , si interruppe e si passò una mano tra i capelli, sospirando. Aprì bocca per parlare ancora, poi si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi. Ci mise un bel po' per addormentarsi e il mattino dopo restò stupito lui stesso di aver dormito tranquillo, senza incubi.

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