Parte 3

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Un mese era già passato, avevo fatto molta amicizia con Joseph, David e Jude. Era ormai ottobre, Jo mi aveva proposto di fare un giro insieme della città. Appena mi aveva posto la domanda ero completamente arrossita, iniziavo a maturare dei sentimenti molto strani verso di lui. Quando eravamo vicini il cuore mi batteva sempre forte, mi perdevo sempre nelle due pietre che erano i suoi occhi, mi sentivo libera, spensierata, come se tutto in torno non ci fosse nessuno. Avevo accettato la proposta e quando ero tornata a casa mi ero sigillata in camera, alla ricerca di vestiti adatti ad un appuntamento tra amici. Ribaltai camera mia, l'armadio e i cassetti, ma tutto quello che provavo non mi convinceva. Chiedere aiuto a mia madre proprio no, mi avrebbe fatto il terzo grado, chiedendomi chi fosse, perché mi aveva invitata, mi avrebbe ordinato di farlo venire a casa, l'avrebbe tempestato di domande, lo avrebbe fatto scappare, come aveva sempre fatto con tutti gli altri. Non avevo neanche un'amica a cui chiedere, perché alla Royal Academy erano poche le ragazze ed erano tutte più grandi, snob e perfino antipatiche. Così mi improvvisai un look: un paio di leggins, una gonna in jeans, una maglietta azzurra, un cardigan semitrasparente azzurro sul bianco e delle sneakers alte bianche. Mi truccai poco: ombretto bianco, mascara nero e un filo di rossetto che neanche si notava. Tenni i capelli sciolti, un po' ondulati, tenuti indietro dal mio cerchietto in jeans. Uscii rapidamente per evitare che mia madre mi notasse, con mio padre non correvo questo rischio: lui era sempre rintanato nel suo ufficio a casa, non usciva quasi mai. Mi sono sempre chiesta perché abbia voluto adottare un figlio se non ha mai tempo per lui. Ad aspettarmi sul cancello c'era lui, Jo, vestito come al solito con la sua amata giacca nera. -Buongiorno, sei bellissima- mi disse ed io arrossii, cercando di pensare ad una risposta. -Ehm, grazie- dissi timidamente, davvero il mio genio di intelletto era riuscito a farmi dire questo? Seriamente? Jo rise, poi iniziammo a fare un giro della città, mentre ridevamo è scherzavamo. Ci ritrovammo davanti a un campo da calcio con delle porte malandate, probabilmente era stato abbandonato, ma c'erano dei bambini che giocavano sorridenti. -Ci fermiamo a guardare?- mi propose Joseph, notando il mio grande interesse verso la partita dei bambini. Annuii e ci avvicinammo alla rete che contrassegnava il campetto. Mi girai verso Jo, non so perché, ma mi misi a guardarlo per qualche minuto, mentre mi immergevo nei miei pensieri, ma qualcosa mi riportò alla realtà. Il pallone aveva preso una traiettoria sbagliata e si dirigeva verso di me, senza guardare alzai il braccio e aprii la mano, parai il tiro senza fatica. Tutti erano rimasti estasiati, soprattutto Jo, che si congratulò con me, meravigliato da quanto aveva visto. -Hai prese tutto da tuo fratello- mi disse, mentre riprenderemo la nostra passeggiata. Abbassai lo sguardo verso l'asfalto, già, mio fratello Jasper, il grande portiere. Sin da quando ero piccola ho sempre sognato di essere come lui, di diventare un grande portiere, il mio vecchio allenatore mi diceva sempre che ero la migliore, che avrei fatto strada, questo mi rendeva fiera, mi sentivo più vicina a mio fratello. Joseph mi scosse un po', aveva un'espressione preoccupata in volto. -Ho detto qualcosa di male?- chiese preoccupato, gli sorrisi, forse quello è stato il sorriso più sincero che gli avevo mostrato. -No, tranquillo- gli risposi, poi, come se le sue braccia mi stessero chiamando, lo abbracciai. -Sei fantastico- gli dissi. Lui mi strinse forte, come se tenesse che io sarei scappata, poi mi disse, quando ci separammo:-Tu sei la ragazza più speciale che io abbia mai conosciuto.- Arrossii violentemente, mostrando un sorriso imbarazzato, mentre riportavo lo sguardo sull'asfalto. -Sta iniziando a piovere, ti riporto a casa- mi disse, quando qualche goccia iniziò a bagnarci. Arrivati a casa lo salutati on un bacio sulla guancia, lui arrossì, poi se ne andò. Non avevo ancora chiara la situazione sentimentale in cui mi trovavo, ma ero sicura al cento per cento di una cosa: provavo qualcosa per Jo, qualcosa che andava ben oltre la semplice amicizia...

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