Parte 9

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Il giorno dopo andai a scuola titubante, quel sogno mi aveva lasciato troppi dubbi. -Ehi!- mi salutò David. Gli sorrisi un po' troppo forzata e lui sembrò notarlo. -Va tutto bene?- mi chiese lui e io scossi la testa in segno di negazione. -Vuoi parlarne?- mi chiese dolcemente mettendomi una mano sulla spalla. -Ecco, ho fatto un sogno, o meglio, un incubo. C'erano Joe e il mio migliore amico Hurley. Io vado verso Joe e Hurley scompare, ma lo sento dire che Joe per me è pericoloso. Poi il paesaggio scompare spaccandosi come vetro. Io corro da Joe, lui si allontana e vedo la sua mano sanguinare. Secondo te che vuol dire?- dissi io. Lui si accarezzò il mento pensando, poi mi fissò con l'occhio, dato che l'altro era coperto dalla sua amata benda metallica. -Non lo so, sanguinava proprio la mano?- mi chiese lui. -Sì, proprio la mano, era la destra se non sbaglio.- dissi io cercando di ricordare. David sembrò allarmarsi. -Oh no!- disse strofinandosi il viso con la sinistra. -Perché? Che succede?- chiesi io preoccupata. Lui mi guardò e poi scosse la testa. -David mi stai preoccupando!- dissi io agitandomi. -Le due supertecniche di Joe, la Barriera di Forza e la Super Barriera di Forza, si eseguono utilizzando la mano destra! Se nel tuo sogno gli sanguina la mano destra può voler dire che...- -Si potrebbe fare male in una partita!- conclusi io coprendomi la bocca con le mani. -Dobbiamo dirglielo e subito!- dissi io, ma David mi fermò. -Dark non permetterà a Joe di non giocare! È il nostro miglior portiere!- disse David -Gioco io al posto suo!- dissi determinata. -Le ragazze non possono giocare nel Football Frontier.- disse una voce alle mie spalle. -Jude! Ma che fai, origli?- chiesi io acida. -Joe dovrà giocare, punto!- disse lui. -Ma non ti importa della sua salute?- chiesi io -Non possiamo basarci su uno stupido sogno!- disse lui trascinando via David e lasciandomi sola. -Maledetto!- dissi io e andai in classe. Mentre camminavo andai a sbattere contro qualcuno. Alzai lo sguardo e...no, non era possibile! Tutti ma non lui! No! -Ciao Gea- mi salutò Dark. Lo guardai con riluttanza e odio. Odiavo che mi si chiamasse con il mio vero nome! Quando andai in orfanotrofio smisi di parlare, l'unica parola che dissi fu "Jessica" e loro pensarono che fosse il mio nome, invece era quello di mia madre. Nessuno lo sapeva. -Mi lasci in pace!- dissi io e feci per allontanarmi, ma lui mi fermò. -Calma Gea, vorrei proporti di diventare la mia aiutante, ci stai?- mi chiese lui. Come osava farmi una simile proposta? Dopo quello che mi ha fatto osa chiedermi quello? -No! No! Assolutamente no!- urlai io e me ne andai.

Uscimmo da scuola, io ero sola. Joe e gli altri si stavano allenando, Jude nemmeno mi parlava, ero sola. -Buon giorno- disse qualcuno alle mie spalle. -Axel Blaze?- chiesi io vedendolo. Era da un po' che non lo vedevo, mi avevano detto che aveva avuto problemi famigliari e che era rimasto a casa per un po'. -C'è qualche problema?- mi chiese affiancandosi a me. -Ecco, ho un brutto presentimento. Ho paura che un mio amico possa farsi del male giocando una partita, ma il suo allenatore non lo vuole lasciare in panchina.- spiegai abbassando lo sguardo. -Sta tranquilla, andrà tutto bene!- disse lui senza sorridere. Lui non sorrideva mai, tranne in eccezioni speciali. Era sempre così serio e temperato. -Axel...- dissi io guardandolo -Jessica...- fece lui -Grazie- gli dissi. Non sorrise espressamente, ma un lampo gli attraversò gli occhi. Arrivai a casa e fui accolta da Agatha, che si tormentava il vestito. -Signorina, suo padre le vuole parlare!- disse lei agitata. -Oh, ok- dissi io tranquillamente, ma non mi sarei mai aspettata che mio padre mi dicesse quello che stava per dirmi. Entrai spavalda nello studio e vidi mio padre seduto alla scrivania che si massaggiava le tempie, il signor Raimon in piedi di fianco a lui e Nelly seduta sulla sedia davanti alla scrivania. Tutti e tre avevano un'aria preoccupata, Nelly perfino scocciata. -Festival della gioia!- sussurrai io, ma nessuno mi sentì. Mio padre mi guardò affranto. -Jessie- mi disse. Sbuffai, odiavo quel soprannome. -Papà, non chiamarmi così! Quante volte...- dissi, ma lui mi interruppe a metà frase alzando la mano. -Siediti- mi disse serio. Mi sedetti davanti a lui e lo guardai curiosa. Notai che sulla scrivania c'era una lettera spiegazzata. -Ti dobbiamo trasferire in un'altra scuola- disse mio padre. Strabuzzai gli occhi. -No! Mi piace la Royal!- urlai io. Sapevo che 'Ti dobbiamo trasferire in un'altra scuola' significava 'Andrai alla Raimon Junior High'. -La Royal Academy non è sicura Jessie!- disse lui togliendosi gli occhiali. -Perché no?- chiesi io scattando in piedi -Perché non ci sono i tuoi amichetti che mi spiano? Perché tutto d'un tratto ti interessa di me? Non mi hai mai parlato per più di cinque minuti! A volte mi chiedo perché mi hai adottata se non avevi tempo da dedicare a una figlia!- dissi io allontanandomi. -Jessica Ray Dark è l'allenatore della squadra della scuola!- disse mio padre -Lo so!- dissi io e sbattei la porta con tale violenza che quasi la scardinai. -Tesoro...- provò a dire mia madre -Lasciami stare, se vorrò parlarti verrò io- dissi e me ne andai in camera. Che giornataccia!
-Maledetto Ray Dark! Che tu sia condannato all'inferno!- dissi io tuffandomi sul letto. Mi misi le cuffie e ascoltai della musica. Era da un anno e mezzo che ero alla Royal e tutto d'un tratto mio padre decise di trasferirmi. Sapevo che centrava quella lettera e dovevo capire chi l'aveva inviata. Aspettai la mezzanotte, mio padre e mia madre stavano dormendo, come tutti gli altri. Entrai nello studio furtivamente, staccando l'antifurto del locale. Mi avvicinai alla scrivania e cercai la lettera dappertutto. Non c'era. Provai a guardare nella spazzatura e finalmente la vidi, era caduta fuori dal cestino ed era scivolata sotto la scrivania. La presi e la misi in tasca. Appena arrivai in camera mia la tirai fuori e la lessi:
'Gentile signor Di Rigo,
Le scrivo per parlarle di sua figlia, Jessica Di Rigo. So che la ragazza frequenta la Royal Academy, ma ciò che io conosco e che a lei rimane ignoto, signore, è che Ray Dark, responsabile dell'incidente del fratello di Jessica e dell'abbandono della ragazza, è l'allenatore della squadra della Royal Academy. Le consiglio, per la sicurezza di sua figlia, di trasferirla in una scuola più sicura che non ha contatti con la Royal, posso suggerirle la Raimon Junior High. Spero prenda in considerazione i miei consigli,
Cordialmente,
Signor Jasper Marber.'
Rimasi di sasso. Mio fratello, il mio vero fratello, era ancora vivo.

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