Parte 16

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Era tutto così sbagliato, io stavo con Joe, ma sentivo anche qualcosa di forte per Hurley. Lui era il mio migliore amico, una persona che c'era sempre stata quando avevo bisogno di lui. Non mi aveva mai abbandonata, era sempre lì al mio fianco, ogni momento difficili era superato con Hurley al mio fianco. Non mi ero mai resa conto che quel sentimento che ci legava non era solo amicizia, ma qualcosa di più. 

Eravamo ancora sulla spiaggia. Hurley mi guardava, io lo guardavo e pensavo a Joe. Cosa fare? Chi avrei dovuto scegliere? Non sapevo cosa fare, quale strada prendere. Ero davanti a un bivio che non aveva una giusta direzione, entrambe mi sembravano sbagliate. -Hurley, io non...- sussurrai. Lui sorrise. -Lo so, sei fidanzata con un tizio molto più bello di me e ami più lui che il tuo caro vecchio Hurley. Nessun problema. Ti ho aspettata per due anni, posso aspettarti ancora- disse lui ancor prima che io potessi dire altro. Stava male, si vedeva, ma cercava di non mostrarsi triste. Anche quando stava male, sapeva essere la mia forza. Lo amavo con tutta me stessa, ma amavo nello stesso modo anche Joe. -Hurley, mi dispiace. Io...- non sapevo cosa dire. Quando ho dovuto infrangere le speranze di David sono stata malissimo, ma qui la cosa era più grave perchè non era David, ma Hurley quello da respingere. -Ascolta, nessun problema. Ricordi la promessa sullo scoglio quando avevamo nove anni?- chiese Hurley prendendomi le mani. Lo fissai in quei suoi occhi più neri di una grotta nell'oceano. -"Niente ci separerà"- dissi io -"Niente ci dividerà"- disse lui sorridendo. -"Niente potrà rovinare la nostra amicizia"- continuai io -"Niente potrà cancellare la nostra amicizia"- concluse lui. Sentii le lacrime salirmi agli occhi. Era la situazione peggiore in cui mi sono trovata in tutta la mia vita. -Ah vieni qui gnoma!- disse lui abbracciandomi. Scoppiai a piangere. Lui iniziò a cullarmi dolcemente come faceva di solito quando piangevo. -Va tutto bene, tranquilla- mi sussurrava. Iniziai a sentirmi un po' più libera dal peso che stavo portando. Anche se era triste, Hurley non era cambiato, era sempre lo stesso, era sempre il mio Hurley. -Ascolta- mi disse e io lo guardai negli occhi. -E se ci dimentichiamo di quello che è successo stasera?- mi chiese. Sorrisi e gli diedi un bacio sulla guancia. -Sì- risposi. -Ora andiamo, o si chiederanno che fine abbiamo fatto.- mi disse e mi prese per mao. Andammo alla festa e provammo a divertirci, ma io stavo ancora male per quello che era successo. Dora non aveva chiesto nulla perchè aveva capito che era successo qualcosa di brutto e triste. 

Era mattina. Aprii gli occhi di malavoglia. Non avevo intenzione di alzarmi. Erano passati due giorni dalla festa e io non avevo visto Hurley da allora. A dire il vero, non ero nemmeno uscita di casa. Quel giorno Hurley aveva una gara importante e io andavo sempre a vederlo. Non sapevo cosa fare. Una volta non ho potuto andare alla sua gara e lui è volta in acqua e si è rotto un braccio. Avevo paura che se non fossi andata, Hurley avrebbe potuto farsi male. Ma se fossi andata, avrei dovuto affrontarlo di nuovo e sopportare il fatto che lui stava soffrendo a causa mia. Sentii qualcuno bussare alla porta. Mi ributtai sul letto e mi coprii il vis con le coperte. -Entra Dora- dissi. La mia amica entrò e mi tolse le coperte dal viso. -Io e te andremo alla gara, che ti piaccia oppure no!- esclamò lei. Quando Dora si impuntava, nulla poteva distoglierla dal suo obiettivo. -Non so cosa mettermi- buttai lì. -Hai milioni di vestiti, troverai qualcosa per andare a una gara di surf- commentò lei. Mi alzai dal letto e aprii l'armadio. Iniziai a buttare fuori vestiti su vestiti nella speranza di trovare qualcosa da mettermi. Dora mi costrinse a fare una lunga sfilata che mi parve interminabile. -Dora, possiamo smetterla? Ti prego, ho provato già venti abbinamenti e iniziano a farmi male le gambe.- dissi io. Dora rimase impassibile. -No! E poi, tu giochi a calcio, com'è possibile che ti facciano male le gambe?- mi rimproverò lei. -Ricordati che sono un portiere, mica un attaccante.- provai a giustificarmi, ma lei era irremovibile. Sbuffai e andai a cambiarmi. -Questo!- esclamò Dora appena mi vide. Avevo una maglietta di seta rossa, un paio di jeans che arrivavano al ginocchio e un paio di sandali color terra. -Ora giù seduta che ti faccio i capelli!- esclamò lei. -Ma Dora...- dissi io, ma lei mi spinse davanti alla "postazione trucco" come la chiama lei. Iniziò a pettinarmi i capelli. Alla fine venne fuori una contorta acconciatura fatta di trecce. -Non va bene, è troppo elegante!- commentai io. Allora Dora si mise a sciogliere le trecce e mi fece due trecce a lisca di pesce. -To', ancora troppo elegante?- chiese un po' spazientita. -Così va bene- dissi io. Poi Dora si mise a truccarmi. Mi ricoprì il viso di cipria e fondotinta, mi mise sugli occhi l'eyeliner e il maskara e cercò insistentemente di mettermi il rossetto, ma io mi rifiutai. -Smettila Dora, non voglio mettermi il rossetto, punto!- esclamai io. Lei mise giù il rossetto e mi guardò con gli occhi da cucciolo, ma io ero irremovibile. Lei sbuffò e prese la sua borsetta. -Andiamo che è già tardi- mi disse lei e uscì dalla stanza. -Chissà perchè è tardi?- chiesi io sussurrando. -Ti ho sentita!- esclamò lei dal corridoio. Mi scusai ridendo e mi misi una collana a forma di luna e poi uscii dalla mia camera. 

Appena arrivammo sulla spiaggia mi sentii quasi svenire. Avevo lo stomaco chiuso e il cuore che batteva forte. Ma non potevo andarmene, c'era Hurley e io dovevo essere lì per portargli fortuna. Appena lo vidi lui mi salutò allegramente con la mano e mi fece un largo sorriso. Sorrisi anche io e l'ansia sparì. Era tornato tutto a posto, non c'era più imbarazzo o tristezza e questa cosa mi rasserenava. 

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