Perso nella vita, perso in te stesso -seconda parte-

363 32 62
                                    

Può un oceano

Rabboccare un cuore?

Forse lacrime!

.

.

.

.

.

Le lezioni mattutine erano, stranamente, passate in fretta, prima dell'inizio di ognuna di esse TaeHyung si era guardato in giro per cercare quegli occhi scuri che gli facevano tremare le gambe ogni volta che incrociavano i suoi ma non lo vide da nessuna parte, aveva notato JiMin nel corridoio più volte ma questo si era voltato dal lato opposto evitando così di incontrarsi. TaeHyung, comunque, non gliene aveva fatto un torto, del resto a causa sua JungKook era stato molto male ed era quindi logico che gli portassero rancore. Tutto sembrava essere contro di loro, il tempo piovoso e freddo, i professori che non ne volevano sapere di uscire dall'aula al suono della campanella, la malattia di JungKook, se aveva avuto la febbre alta anche durante la notte i suoi amici non gli avrebbero permesso di uscire per frequentare le lezioni ed infine BoGum che sembrava più appiccicoso del solito; lo aveva invitato a pranzare insieme nel suo ufficio ma non ne aveva voglia si convinse però dicendosi che sarebbe stata una delle ultime volte e che comunque non essendoci il moro a scuola non aveva nessun motivo per indispettire il suo, ancora per poco, fidanzato, sospirò profondamente e bussò alla porta di quell'ufficio che stava cominciando ad odiare.

La fila in banca era stata lunga e snervante, sembrava che quel lunedì mattina tutti si fossero riuniti per rallentare l'andamento della sua giornata, HoSeok non lo aveva lasciato un attimo ed a causa del freddo lo aveva costretto a vestirsi pesante, cappello, sciarpa, guanti ed un maglione di lana a collo alto che JungKook non indossava da anni, anche il maltempo aveva ricominciato a imperversare più prepotente di prima rendendo ogni movimento fuori dall'auto più macchinoso e quindi lento ma l'amico lo aveva seguito con l'ombrello impedendo alla pioggia di bagnarlo anche a rischio di restare lui esposto alle intemperie.

Quando parcheggiarono poco distanti dall'entrata dell'università erano passate da poco le undici e mezza, HoSeok rimase seduto in auto e JungKook si diresse in presidenza per risolvere, una volta per tutte, la questione della retta universitaria. Dopo mezz'ora si trovò davanti alla porta di quell'ufficio che odiava perché là dentro l'uomo che amava veniva toccato da un'altra persona che non era lui, lo odiava perché era l'ufficio di colui che stava cercando in ogni modo di rovinargli la vita.

BoGum trascorse l'ora libera che aveva, prima della pausa pranzo, correggendo dei compiti e continuando a pensare a come sistemare la faccenda di JungKook, aveva controllato nella sua classe ma non c'era e questo lo aveva lasciato interdetto, possibile che la rapina lo avesse messo così facilmente fuori gioco? Quando sentì bussare alla porta, sicuro che fosse il suo fidanzato aprì accogliendolo con un grande sorriso che gli si allargò subito dopo aver visto chi fosse realmente, «Jeon JungKook. Cosa ci fai qui?», si spostò per farlo entrare e chiuse la porta a chiave, da lì a poco TaeHyung avrebbe bussato al suo ufficio, fece segno al moro di sedersi davanti alla sua scrivania, «Questa mattina ho finito di pagare la retta universitari ed il preside mi ha mandato da lei per discutere dell'insufficienza presa nella sua materia», lo sguardo di BoGum non prometteva nulla di buono, lo squadrava come un puma controlla i movimenti della sua preda poco prima di sferrare il suo attacco finale, gli girava intorno senza sosta sorridendo con quel fare mellifluo e seducente che a JungKook stava facendo venire il vomito, «Ah si, mi aveva accennato a questa faccenda». Era stato il preside in persona a suggerirgli, quel giorno stesso, di andare a parlare con l'insegnante per trovare un accordo che lo aiutasse a rimediare a quella "C" che avrebbe rovinato la sua valutazione mettendo la parola "fine" su quella situazione una volta per tutte. Così JungKook, anche se a malincuore, aveva accettato di parlare con il suo insegnate mettendo da parte rancori e dissapori che si erano creati in quelle poche settimane; «Per la borsa di studio, giusto?», JungKook annuì restando con gli occhi puntati per terra e la testa bassa, si sentiva umiliato nel dover mercanteggiare per la sua vita con un essere così viscido, «Sia il preside che alcuni professori mi hanno esortato a darti un'altra possibilità Jeon, dicono che sei il miglior alunno del tuo anno».

표류 Pyolyu - Andando Alla DerivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora