Per che cosa stiamo vivendo? - seconda parte -

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Lasciarti ora

è come autunno ed

io sono pioggia

«Tesoro, cosa stai facendo qui?» disse BoGum cercando di non far trasparire il disappunto che stava provando nel trovare il suo fidanzato in compagnia di tre sconosciuti.

TaeHyung si risvegliò dal sogno che stava vivendo precipitando nel suo incubo peggiore, doveva trovare subito la cosa giusta da dire senza lasciar trasparire l'imbarazzo che in quel momento gli stava impedendo di ragionare. Cosa avrebbe pensato adesso JungKook? Era fidanzato eppure si era lasciato baciare con tanta facilità dal minore. Senza pensarci troppo farfugliò una spiegazione vera ma incompleta perché mancante dei sentimenti che lo avevano spinto ad osare tanto, «Ho aiutato i nostri nuovi vicini a portare su per le scale i loro pacchi» disse tutto d'un fiato e mostrando un lieve sorriso. Il plurale era la scelta giusta, lui li voleva aiutare tutti, conoscere tutti. E baciare tutti?

BoGum fece un grande sorriso al più piccolo, portò una mano sui suoi capelli e glieli scompigliò affettuosamente come era abituato a fare oramai da anni, «Il mio TaeTae dal cuore gentile, ma ti sarai stancato molto tesoro, tu non hai il fisico adatto per fare questo genere di cose, va pure in casa continuo io ad aiutare i nostri vicini». Era già la seconda volta che lo chiamava tesoro nel giro di pochi minuti ed a TaeHyung sembrò proprio di essere diventato un oggetto, il suo oggetto. Forse in un intero mese BoGum non lo aveva mai chiamato in quel modo e adesso che doveva rivendicarne la proprietà si ricordava dell'esistenza di questi appellativi.

Il professore aveva messo così tanta enfasi nelle parole che descrivevano l'altro come suo che JungKook si sentì in soggezione, voleva che entrambi tornassero in casa, sentendosi liberi da ogni dovere di aiutarli, e soprattutto rendendo lui libero dalla loro presenza che era diventata un'agonia, «Hyung-nim sarai sicuramente impegnato e questo è il tuo unico giorno libero, noi abbiamo quasi finito possiamo anche fare da soli, comunque incontrarvi è stato un vero piacere, buona giornata», fece un piccolo inchino e saltando gli scalini a piè pari, come un bimbo, raggiunse i due amici che lo stavano aspettando poco più giù, non prima però di aver dato un ultimo sguardo di sottecchi a TaeHyung, occhiata che gli servì per accorgersi della smorfia di dolore che questo fece quando il maggiore lo strattonò per il polso trascinandolo dentro casa. Il volto del moro si rabbuiò, TaeHyung era molto bello, sembrava un ragazzo gentile ed il suo sorriso era magnifico e dimenticarlo non sarebbe stato facile ma JungKook non avrebbe mai voluto causargli problemi solo per soddisfare il desiderio di fare suo lo strano ragazzo dai capelli blu ed i piedi scalzi, l'uomo più bello che avesse mai visto e con le labbra morbide e profumate di primavera. Scosse la testa sconsolato e tornò al suo lavoro.

«Come mai sei tornato indietro?», TaeHyung sapeva benissimo che dietro quel sorriso BoGum stesse nascondendo ben altri sentimenti, lo aveva trovato intento a ridere insieme a tre ragazzi, tre sconosciuti, ma la sua non era preoccupazione, né tantomeno futile gelosia, BoGum odiava vederlo sorridere, TaeHyung se ne era convinto ormai da molto tempo. La risposta del maggiore non tardò ad arrivare.

«Avevo scordato il regalo per il compleanno di mia madre, me ne sono ricordato dopo venti minuti di strada, ti avevo chiesto di rammentarmelo, sei proprio inutile TaeHyung!», ecco che tutti i tesoro, TaeTae ed il tono gentile ed amorevole erano scomparsi, lasciando spazio al vero BoGum ed ai veri sentimenti che li legavano: sottomissione e paura. «Odio la tua stupida voglia di litigare ogni domenica. E tu cosa fai? Non faccio in tempo ad uscire di casa che ti ritrovo a flirtare con degli sconosciuti».

표류 Pyolyu - Andando Alla DerivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora